° Il finanziamento per la manutenzione degli edifici scolastici e per la costruzione di nuovi edifici scolastici.
Riportiamo, dalle linee programmatiche esposte dalla Ministro Carrozza alle commissioni VII di Camera e Senato.
“… Dobbiamo essere certi che i nostri studenti siano accolti ogni giorno in edifici ben organizzati, ma – consentitemi - soprattutto sicuri. Questo vuol dire impegnarsi nella manutenzione ordinaria e straordinaria dei circa 43.000 edifici scolastici, nonché nella costruzione di nuove scuole per sostituire quelle più vecchie o irrecuperabili. Quanto alla costruzione di nuove scuole, dovremo valutare l’esito della prima sperimentazione dei fondi immobiliari utilizzati a tal fine. … Una recente legge (articolo 11, del decreto legge n. 179/2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 221/2012) ha istituito presso il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca il Fondo Unico per l’edilizia scolastica; prevedendo espressamente che “tutte le risorse iscritte nel bilancio dello Stato comunque destinate a finanziare interventi di edilizia scolastica” confluiscano nel già citato Fondo…. Tali risorse, attraverso un ruolo di programmazione delle Regioni, devono essere trasferite a Province e Comuni, che, come proprietari degli edifici, potranno procedere alla realizzazione degli interventi. E’ utile anche sottolineare che il Fondo unico garantisce una maggiore efficacia nelle procedure di monitoraggio degli interventi in corso e di valutare i tempi e i metodi di realizzazione. A tal fine, d’intesa con il Ministero dell’economia, va studiato un meccanismo che consenta agli enti locali di poter spendere, derogando - per queste spese – ai vincoli di finanza pubblica. Credo, però, che la situazione dell’edilizia scolastica abbia bisogno di uno sforzo straordinario. A tal fine, posso annunciare che stiamo per avviare un approfondimento con importanti istituzioni finanziarie internazionali (la Banca Europea per gli Investimenti e la Banca di Sviluppo del Consiglio di Europa) per verificare la possibilità di un intervento straordinario di queste due istituzioni….”.
° Sarà evitata forse l’applicazione del meschino provvedimento (2012) sugli “inidonei”
Due disegni di legge presentati dai senatori F. Puglisi e altri (Pd), e da Giamarco Centinaio (LN-Aut) chiedono l'abrogazione del passaggio coatto nei ruoli ATA. Secondo l'ultima rilevazione Miur, datata 11 marzo 2013, sarebbero 3.084 i docenti inidonei, 460 i docenti tecnico-pratici titolari sulla C999 e 28 quelli titolari sulla C555.
“Una richiesta che in sede di esame dei due disegni di legge in Commissione Cultura del Senato sembra avere trovato il consenso quasi unanime dei rappresentanti delle forze politiche rappresentate. Un consenso propedeutico all'esame dei due disegni di legge unificati non più in sede referente, come sta attualmente avvenendo, ma in sede deliberante”. Il trasferimento coatto è un provvedimento targato Monti (uno psicanalista schiffaratu dovrebbe andare alla ricerca, nell’infanzia di Monti e Profumo, di qualche embolo emozionale legato magari a una bacchettata sulle manine inferta da una maestra isterica), all’art. 14 del d.l. n. 95/2012 (convertito dalla legge 7 agosto 2012, n. 135): è un provvedimento che distoglie il personale permanentemente inidoneo all’insegnamento dal proficuo impegno nelle scuole (il servizio di biblioteca e documentazione; il supporto didattico all’organizzazione dei laboratori, la tutorship per l’orientamento scolastico, il supporto educativo presso lo Sportello d’ascolto, la consulenza allo staff direttivo ecc..). C’è da vergognarsene fino alla radice dei capelli: un provvedimento privo di logica e di fondamento giuridico, che calpesta i diritti dei docenti inidonei. E’ anche il tentativo di inaugurare il de-mansionamento della funzione docente giocando sulla difficoltà di comparare la qualifica di docente con le altre qualifiche del pubblico impiego. C’è però il parametro del possesso del titolo di studio (la laurea), parametro che individua la qualifica di funzionario, in luogo di quella di impiegato (e gli Ata sono impiegati). Il governo Monti ha tentato di giocarci con questo parametro aprendo una “consultazione pubblica” in materia di valore legale dei titoli di studio, e d’altra parte c’è una lunga storia di imboscate ai danni dei docenti, ai quali con mille pretesti si è evitato di riconoscere formalmente la qualifica di funzionari, con il risultato che in nessun comparto del pubblico impiego si trova un dipendente laureato che non sia retribuito meglio che un professore; fatto, questo, che la dice tutta sulla reale aspettativa – a parte le chiacchiere - che il Governo ha nei riguardi della Scuola, e che dà l’esatta immagine del vigore dei sindacati che per mezzo secolo ci hanno tutelato.
(Fonte: Nicola Mondelli – ItaliaOggi – 25.06.2013)