° Come la Ministro progetta di articolare la carriera dei docenti
La Ministro intende collegare la carriera degli insegnanti anche alla valutazione del loro lavoro; lo si desume dalla presentazione delle linee programmatiche. “Si tratta – ha detto - di passare da una scuola che dichiara il proprio operato attraverso il POF, cioè una dichiarazione di intenti relativa ad attività e progetti, a una scuola che renda noti obiettivi e priorità, i risultati raggiunti rispetto al punto di partenza, e li verifichi attraverso un sistema di valutazione esterna accanto a percorsi di autovalutazione.
La Carrozza ha affrontato questo argomento al secondo punto (“Interventi per il personale della scuola, con la valorizzazione delle professioni e con segnali di attenzione immediati per il precariato”) della dichiarazione resa dinanzi alle commissioni VII riunite di Camera e Senato, lo scorso 6 giugno. Ai fini della carriera retributiva degli insegnanti, l’intenzione sarebbe di verificare, innanzi tutto, l’adempimento dei doveri contrattuali, e poi di valutare i titoli culturali e professionali, le mansioni organizzative espletate, le funzioni di sistema esercitate e quelle di coordinamento didattico. Riportiamo: Per quanto attiene la seconda tipologia di interventi, relativi al personale scolastico e ai precari, ritengo sia necessario avere come priorità la valorizzazione della professione docente e del personale scolastico tutto. Vanno introdotte nuove modalità di sviluppo di carriera dei docenti, con l’avvio di un sistema di valutazione delle prestazioni professionali collegato ad una progressione di carriera, svincolata dalla mera anzianità di servizio… costruendo un vero e proprio “cursus professionale” basato sul merito… Già da subito, le posizioni organizzative e le figure di sistema potrebbero essere valorizzate, in misura da stabilire, nelle procedure di selezione dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi (dal minimo riconoscimento in termini di punteggio aggiuntivo nella valutazione dei titoli ad un riconoscimento più sostanziale in termini di riconoscimento dei predetti servizi quali titoli di accesso, uniti ai requisiti minimi di legge quali il possesso di laurea ed il servizio prestato nei ruoli della scuola). Successivamente, in fase di predisposizione dell’atto di indirizzo per la prossima stipula del contratto nazionale di lavoro si potrà prevedere, tra l’altro, a: – un incremento della retribuzione base del personale scolastico, nell’ambito delle compatibilità finanziarie che il Governo indicherà, che valorizzi la capacità innovativa dei singoli e di lavorare in team; b – un chiaro riconoscimento economico delle posizioni organizzative particolari della scuola, tanto nei riguardi del personale docente ed educativo che di quello amministrativo, tecnico e ausiliario; c – un altrettanto chiaro e palese riconoscimento tanto delle posizioni organizzative che di tutte le figure di supporto alla attività didattica (che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di apprendimento ed alla radicalizzazione dell’istruzione sul territorio) in sede di progressione di carriera…. Inoltre, per scuole di qualità servono docenti ben selezionati e dirigenti scolastici di alto profilo ed ispettori (dirigenti tecnici) competenti e imparziali per assicurare una sapiente valutazione e un idoneo accompagnamento alla crescita delle scuole. Per questa ragione, intendo avviare una riflessione per il nuovo reclutamento dei dirigenti scolastici e dei docenti (non tralasciando il TFA). Su questo tema, vorrei arrivare ad un incontro specifico con Voi dopo un confronto con il mondo della scuola ed una riflessione approfondita sul tema. In tale confronto, dovrà anche essere valutata la possibilità, in un contesto autonomistico come quello della scuola, di una dotazione ordinaria di dirigenti tecnici con un profilo professionale non solo centrato sulla competenza giuridica e contabile ma anche, e soprattutto, sulle competenze organizzative e sulla capacità di governo delle comunità complesse, integrando il relativo organico.
° Negativi i dati OCSE sull’Istruzione scolastica e sull’istruzione terziaria in Italia
Si evincono da un recente rapporto sui 34 Paesi avanzati che aderiscono all`Ocse
- Finanziamenti all’istruzione nel periodo 2008/2010 al 4,7% del PIL (in basso alla classifica);
- Corpo docenti con l’età media più alta e la retribuzione più bassa tra tutti i Paesi OCSE (nessun aumento contrattuale, dal 2009);
- Giovani che non studiano né lavorano, in percentuale del 23%, tra le maggiori dell’area Ocse;
- Laureati (dato del 2012) in percentuale del 13,8%, la seconda più bassa, dopo la Romania; Svezia, Regno Unito e Finlandia fanno segnare percentuali tre volte superiori;
- Percentuale al 54%, di coloro che nel 2012 non hanno letto neanche un libro.
(Fonte: La Tecnica della Scuola, 25/06/2013)