° Libri digitali: l’editoria scolastica ottiene la “pausa di riflessione” della Ministro
In linea con i colleghi del Governo, la Carrozza predilige esaminare a fondo le questioni; ci auguriamo che non le occorrano i tempi occorsi agli editori (erano stati avvertiti da tre anni), e sopratutto che l’esito non sia quello di smontare tutto.
Lo diciamo perché abbiamo negli orecchi gli entusiastici annunci dei due ministri che hanno preceduto l’attuale titolare dello storico palazzo bianco di Viale Trastevere. La Legge 24 novembre 2009 n.167 stabiliva che dal 2012 i testi adozionali fossero in formato digitale o misto, e le CC.MM. n.16 del 4 marzo 2010 e n.18 del 25 febbraio 2011 ne fissavano i tetti di spesa massimi. Emanando in extremis un decreto (27 marzo 2013), l’ex ministro Profumo ha stabilito che dall'a.s.2014/2015 si adottino soltanto manuali in versione digitale o mista, per le classi prime e le quarte della elementare, le prime delle medie, le prime e terze delle superiori. L’adottabilità esclusiva di testi reperibili on line o corredati con supporto digitale è stata, dunque, largamente preventivata ma essendo stati modificati i tetti di spesa, gli editori di testi scolastici si sono appellati alla magistratura amministrativa. Ecco una dichiarazione di Giorgio Palumbo, presidente del Gruppo educativo dell'Aie: «Non solo si impone il cambio di tutti i libri in adozione senza alcuna gradualità…, ma con l'abbattimento dei tetti di spesa si crea un danno: i libri già realizzati secondo vecchi tetti di spesa, sulla base di un'aspettativa indotta dalla legge precedente, costituiscono ora una passività». In sostanza, gli editori non hanno fatto in tempo a convertire le strategie editoriali - avrebbero dovuto spendere di più per gli autori affiancando loro esperti informatici - ma la Ministro eviterà che le scorte del cartaceo vadano al macero: il mercato dell'editoria scolastica ammonta a oltre 650 milioni di euro annui. La nostra opinione – già avanzata, in questa rubrica di Aggiornamenti – è la seguente: Comprendiamo che l’innovazione crei problemi agli editori e auspichiamo che non cali dall’alto: Una recente ricerca Eurydice documenta come nelle scuole europee l’adozione dei libri di testo non sia, per lo più, regolamentata con disposizioni obbligatorie, e anche in Italia potrebbe andare così, a norma del DPR 275/1999 che riconosce le prerogative delle singole scuole in materia di testi adozionali (“La scelta, l'adozione e l'utilizzazione delle metodologie e degli strumenti didattici, ivi compresi i libri di testo, sono coerenti con il Piano dell'offerta formativa di cui all'articolo 3 e sono attuate con criteri di trasparenza e tempestività. Esse favoriscono l'introduzione e l'utilizzazione di tecnologie innovative”). Occorre, tuttavia, che l’editoria scolastica si dia una smossa prendendo atto della metamorfosi dei processi cognitiva indotta, nei nativi digitali, dal World Wide Web e dalle tecnologie informatiche. La Information Communication Technology (TIC) sta modificando il modo di insegnare (la Media Education sta trasformando la scuola), e ha rivoluzionato il modo di imparare: I blog, i motori di ricerca, la lavagne multimediali, i tablet, il software didattico, i servizi internet, gli hardware innovativi hanno affinato l’"intelligenza simultanea" degli studenti facendoli inclini all’intuizione iconica dei concetti e al pensiero analogico-sistemico, contestualizzante e partecipativo. Siamo dinanzi a una generazione di studenti, la prima, incline a percepire in modo simultaneo, e non sequenziale, le molteplici correlazioni e le intersezioni logico-spaziali di concetti rappresentati prevalentemente mediante forme iconiche, elaborati in forma analogico-sistemica ed espressi contestualmente mediante una pluralità di codici. La generazione che utilizza videate dei satelliti USA sul globo muovendosi in tempo reale e con risoluzioni a un metro, sull’intero pianeta, non ha la medesima percezione del tempo e dello spazio che avevano i giovani di trenta anni fa, non ha i medesimi stili di apprendimento, nè le caratteristiche cognitive. Dinanzi a un fenomeno di questa portata, l’editoria scolastica dovrà bere o affogare.
° Concorso “La Matematica nel Medioevo” – Premio “Bruno Rizzi” a.s. 2013-2014
Lo bandisce la Società Italiana di Scienze Matematiche e Fisiche “Mathesis” e l’Istituto Storico Italiano per il Medioevo, in collaborazione con il MIUR.
Il concorso, destinato alle scuole secondarie di I e II grado, ha lo scopo di evidenziare, attraverso attività di ricerca specifiche, i problemi di natura matematica della cultura del periodo medievale. La tematica di ricerca proposta per l’a.s. 2013-2014 è: “Problemi matematici e vita quotidiana nell’età di Carlo Magno”, nel dodicesimo centenario della sua morte (Aquisgrana, 28 gennaio 814). La domanda di partecipazione dovrà essere inviata all’Istituto Storico Italiano per il Medioevo entro il 31 ottobre 2013, attenendosi alle indicazioni del Bando pubblicato nel sito istituzionale del MIUR.