Scuola: aggiornamenti in progress - lunedì 12 agosto 2013

° Contratti dei pubblici dipendenti: Congelando i rinnovi, il Governo Letta si mette sulla stessa strada dei governi precedenti
Lo stop ai contratti, imposto nel 2009, proseguirà fino al dicembre 2014; lo ha deciso il Consiglio dei ministri n.19, tenutosi lo scorso 8 agosto. I media hanno dato modesto rilievo alla notizia preferendo enfatizzare i provvedimenti presentabili; non così le OO.SS. che, riguardo ai dipendenti della Scuola, sono state prese alla sprovvista. Iniziamo con un passaggio del Comunicato della Presidenza del Consiglio
“Il Consiglio ha approvato in esame definitivo, a seguito del parere espresso dalle Commissioni parlamentari e dal Consiglio di Stato, un regolamento che proroga il blocco della contrattazione economica e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti…. Sussistono infatti condizioni di eccezionalità tali da giustificare la proroga al 31 dicembre del 2014 di una serie di misure in materia di pubblico impiego… Vengono prorogati: -il blocco dei trattamenti economici individuali; -la riduzione delle indennità corrisposte ai responsabili degli uffici di diretta collaborazione dei Ministri e l’individuazione del limite massimo per i trattamenti economici complessivi spettanti ai titolari di incarichi dirigenziali; -il limite massimo e la riduzione dell’ammontare delle risorse destinate al trattamento accessorio del personale; -i blocchi dei meccanismi di adeguamento retributivo, classi e scatti di stipendio, le progressioni di carriera comunque denominate del personale contrattualizzato e di quello in regime di diritto pubblico”. Ecco la dichiarazione rilasciata dal presidente Marcello Pacifico: “Il blocco degli stipendi deciso dal Consiglio dei Ministri è inatteso, ingiusto e incostituzionale: faremo ricorso. E’ un atto gravissimo; se queste sono le idee che vuole portare avanti il Governo farebbe bene a dimettersi… La proroga fino al 31 dicembre 2014 del blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali, decisa oggi in esame definitivo dal Consiglio dei Ministri, di oltre tre milioni di dipendenti pubblici rappresenta una grave e inattesa decisione del Governo… L’Esecutivo fa uscire dal “cilindro” un regolamento incostituzionale che, in particolare per il personale della scuola (nel 99% dei casi senza possibilità di attuare alcuna forma di “carriera” professionale), prevede non solo il blocco di ogni forma di adeguamento al costo della vita e degli scatti stipendiali (già a partire dal 2011) ma addirittura riduce ulteriormente le già esigue risorse destinate al trattamento accessorio (il cosiddetto Fondo d’istituto) di docenti e Ata”. Aggiungiamo una notazione: I decisori politici attuali – ma la cosa va avanti da tempo – incontrano soverchia difficoltà a dirigere la politica economica; le palesi sperequazioni socio-economiche, non le affrontano: è notizia di attualità che funzionari pubblici incassano dallo Stato 90mila euro al mese mentre il governo lascia che le retribuzioni di milioni di pubblici dipendenti siano erose dal caro vita. Se c’è la crisi economica, o se arriva la “ripresa”, è come se non dipendesse da coloro cui tocca la presa delle decisioni politiche. Il blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali dei pubblici dipendenti arreca un danno medio pro capite di migliaia di euro (agli impiegati della P.A., una perdita stimabile mediamente tra i 6 e i 7mila euro), per l’incidenza dell’inflazione all’8%, quale s’è registrata negli ultimi tre anni. La responsabilità della decisione è del Governo, ma il comunicato stampa governativo che abbiamo citato sottolinea due volte che c’è stato il parere favorevole delle Commissioni parlamentari e del Consiglio di Stato. Doverosamente segnaliamo alcuni dei provvedimenti apprezzabili presenti nei tredici articoli del decreto approvato dal governo: - si dispongono strumenti di repressione penale dei fenomeni di maltrattamento in famiglia, di violenza sessuale e di atti persecutori (stalking); - si sbloccano risorse per la sicurezza pubblica e per la Protezione civile. Di rilevante valenza politica è, poi, il fatto che il Consiglio dei Ministri abbia varato due schemi di decreti legislativi riguardanti, rispettivamente, la riduzione del personale militare e civile della Difesa e la riorganizzazione dell’assetto strutturale ed organizzativo delle Forze armate in termini riduttivi. In sostanza: - Le dotazioni organiche complessive del personale militare dell'Esercito italiano, della Marina militare (escluso il Corpo delle capitanerie di porto) e dell'Aeronautica militare, saranno ridotte a 150.000 unità entro l’anno 2024, e quelle del personale civile della difesa, a 20.000 unità; - Le strutture ordinative centrali e periferiche delle Forze Armate saranno contratte del 30 %. Altrettanto significativa è la decisione di ridurre il numero delle posizioni dirigenziali nel Ministro dello Sviluppo Economico, tagliandone 6 apicali e 51 di seconda fascia. Di togliere il pubblico finanziamento ai partiti non se ne parla, ma il vecchio Pannella promette di realizzare lo stesso gol segnato nell’aprile 1993 quando il referendum abrogativo ottenne il 90,3% dei voti.