° In buone mani
Un Comitato di valenti esperti selezionerà una rosa di nomi per la presidenza dell'Istituto Nazionale Valutazione del Sistema educativo di Istruzione e formazione.
La ministro Carrozza ha chiamato il prof. Tullio De Mauro, linguista, ex ministro dell'Istruzione, a presiedere il consesso, nel quale ha anche opportunamente chiamato esperti docimologi. Nell’arco di due settimane, Benedetto Vertecchi, Clotilde Pontecorvo, Cristina Lavinio e Giorgio Israel formuleranno un Avviso pubblico per la presentazione delle candidature; vaglieranno poi i titoli dei candidati e le strategie di valutazione di sistema che ciascuno di essi avanzerà, e formulerà la proposta dei papabili; tra questi, la Ministro sceglierà chi nominare all’INVALSI. Lo scorso Martedì 26 novembre, riportando la notizia delle inattese dimissioni del dott. Paolo Sestit - l’economista proveniente dall’ufficio studi della Banca d’Italia che ha interpretato in senso tecnocratico il ruolo dell’INVALSI - segnalavamo, in questa rubrica, l’opinione secondo cui, con la nomina a direttore generale dell’Istituto, di Lucrezia Stellacci, il MIUR stesse ponendo in essere più diretto controllo dell’INVALSI come strumento di governo della Scuola. La notizia che riportiamo adesso può essere intesa nella stessa direzione, perché la ministro Carrozza ha scelto i membri del Comitato tra autorevoli esperti del sistema Scuola, due dei quali, per di più, sono stati critici verso le attuali politiche scolastiche. Riportiamo una dichiarazione di Giorgio Israel (che sottoscriviamo pienamente): “Crediamo poco alle mitologie aziendaliste dei “benchmark” quantitativi. Diane Ravitch, già consigliere del presidente Clinton e autrice della riforma basata su test e accountability ha scritto un libro di radicale autocritica in cui sostiene che il ricorso estensivo ai test sta distruggendo l’istruzione negli Usa…. Quanto all’Invalsi è bene che si limiti alla valutazione complessiva di sistema senza entrare direttamente in campo. La prova Invalsi di terza media basata sull’idea assurda di interferire sulla valutazione e poi valutarla, va cancellata. Per riqualificare la scuola italiana occorre responsabilizzarne i protagonisti e non deresponsabilizzarli riducendoli a esecutori di precetti standardizzati. Una forte parsimonia nel ricorso ai test può evitare la piaga dell’insegnamento volto al superamento dei test (“teaching to the test”) che ovviamente fa emergere gli insegnanti peggiori, quelli che anziché fare il lavoro di classe si limitano a trasmettere ricette…”.(Fonte: Il Messaggero, 24.09.2013). Aggiungiamo una dichiarazione di Benedetto Vertecchi, prestigioso docimologo che ha presieduto l’INVALSI nel quinquennio 1996-2001:“La nostra scuola, in particolare a partire dagli anni sessanta, ha avuto una crescita rapidissima, alla quale tuttavia non ha corrisposto la revisione dei modelli interpretativi…. per individuale e spiegare i cambiamenti in atto nel sistema educativo. Non è una soluzione quella di assumere, sic et simpliciter, modelli elaborati in contesti diversi per compensare l'imbarazzante assenza di una conoscenza originale, derivante dalla continuità dell'impegno per l'analisi della realtà educativa. Oggi sappiamo che la motivazione ad apprendere degli allievi non è esaltante, che gli insegnanti sono spesso frustrati, che le scuole mancano del necessario per organizzare la loro attività, che i mezzi di comunicazione diffondono una cultura alternativa, e spesso conflittuale, rispetto a quella scolastica e via dicendo. Non sappiamo in che modo questi fattori interagiscono fra loro e quanta parte del risultato scolastico possa essere riferita ad essi. E’ proprio ciò che sarebbe necessario sapere per dare nuovo indirizzo all'educazione scolastica. È questa la valutazione che serve, e della quale in Italia non c'è traccia” (Fonte: l’Unità, 20.09.2013)
Più di recente, lo stesso Vertecchi ha dichiarato: «In Europa siamo l’unico Paese che fa corrispondere l’apertura delle scuole con l’orario delle lezioni. Insomma, da noi i ragazzi stanno in classe il tempo strettamente necessario per assistere alle lezioni e poi tornano a casa. In Europa ci restano l’intera giornata». (Fonte: larepubblica.it – 25.11.2013).
° Per i docenti “idonei ad altri compiti”, si approssima il momento della scelta
Il DL n. 104/2013, convertito dalla legge 128 dell'11 novembre 2013, li pone dinanzi al bivio: la visita di controllo delle condizioni di inidoneità, o la mobilità
“Tra le novità per i docenti già utilizzati in altri compiti c'è quelli che li vuole sottoposti tutti a una nuova visita di controllo, in base alla quale potranno o essere considerati nuovamente idonei e quindi tornare a insegnare o essere confermati inidonei all’insegnamento. Nel caso invece non vogliano sottoporsi a nuova visita possono scegliere o il passaggio volontario nel ruolo ATA o obbligatoriamente la mobilità in altra Amministrazione”.
(Fonte: www.orizzontescuola.it – 29 novembre 2013)