° La Relazione della Commissione di studio sulle Università telematiche
Il 27.10.2013, la dott.ssa Mangano (MIUR) e i professori Liebman (Università Bocconi) e Mancini (Università Tuscia-Viterbo) hanno consegnato il lavoro che, in attuazione del D.M. 429/2013, era stato loro affidato dalla ministro Carrozza.
Le università telematiche sono state istituite, in Italia, nel triennio 2004-2006; le prime sono state l’Università “Guglielmo Marconi”, la “TEL.M.A. e la “Leonardo Da Vinci”; nel 2005 è stata istituita la “Uninettuno”, e nel 2006 le “E-Campus”, “IUL”, “Giustino Fortunato”, “Pegaso”, “UNITEL”, “Niccolò Cusano”, “Universitas Mercatorum”. La Relazione è articolata come segue: - Excursus normativo; Istituzione degli atenei telematici e prime verifiche sulla loro attività; Richieste di accreditamento di corsi di laurea per l’anno accademico 2013/2014; Andamento delle iscrizioni, delle immatricolazioni e del conseguimento dei diplomi di laurea; Proposte di intervento per il miglioramento del sistema. Di seguito, ne riportiamo alcuni passaggi.
“…..Nel corso degli anni 2009 e 2010… il CNVSU ha proceduto alla verifica dei risultati conseguiti dalle Università telematiche al termine del primo triennio di attività. Le verifiche svolte dal CNVSU hanno riportato risultati complessivamente positivi nonostante il rilievo di alcune criticità, tra cui … l’eccessivo ricorso a personale a tempo determinato, un forte squilibrio tra il numero di ricercatori e il numero di professori…, il limitato svolgimento di attività di ricerca… Nel 2011, poi, le Università telematiche “Uninettuno”, “Guglielmo Marconi” e “Leonardo Da Vinci” sono state anche sottoposte dal CNVSU alla valutazione in ordine al primo quinquennio di attività riportando un giudizio positivo. Infine, nel 2012, l’ANVUR, diventando pienamente operativa e sostituendo definitivamente il CNVSU, ha effettuato la valutazione in merito al primo quinquennio di attività dell’ “Universitas Mercatorum” esprimendo un giudizio positivo…. Nel corso del 2013, le Università telematiche “E-Campus”, “Pegaso”, “San Raffaele”, “Unicusano”, “Uninettuno”, “Giustino Fortunato”, “Suor Orsola Benincasa” e “Mercatorum” hanno presentato istanza per l’accreditamento di nuovi corsi. …. L’ANVUR, valutando le istanze presentate sotto il profilo disciplinare ed informatico, ha espresso parere negativo in merito all’accreditamento dei corsi sopra indicati, ad eccezione dei due corsi di cui ha richiesto l’accreditamento l’“Universitas Mercatorum”. Per quanto inerisce al profilo disciplinare, l’ANVUR ha motivato i pareri negativi, principalmente, con il riscontro di una scarsa definizione dei piani didattici, di una scarsa specificità degli obiettivi formativi e della generica motivazione ai fini dell’attivazione del corso di studi, nonché della insufficienza del numero di docenti e tutors e del limitato svolgimento dell’attività di ricerca…. Analizzando il numero di studenti immatricolati presso le università telematiche dall’a.a. 2004- 2005 all’a.a. 2012-2013, si osserva come il numero sia progressivamente aumentato sino all’a.a. 2010- 2011 per poi giungere ad una progressiva diminuzione…. Per quanto riguarda gli studenti che hanno conseguito un diploma di laurea presso le università telematiche, si può notare come quest’ultimo dato sia progressivamente aumentato sino all’a.a. 2010-2011 per poi diminuire… Criticità del sistema consistono nell’accreditamento ex ante senza verifica dello svolgimento dell’attività di ricerca; la non idoneità delle modalità di svolgimento degli esami profitto e della relativa attribuzione dei CFU a garantire il raggiungimento delle previste competenze; l’inesistenza o assoluta inadeguatezza delle attività di laboratorio; l’attribuzione di CFU per attività lavorative pregresse non sostenuta da adeguati criteri; la rilevata minore preparazione posseduta dai laureati presso le Università telematiche rispetto a quella conseguita dai laureati delle Università convenzionali. A detta del CUN, queste sarebbero le proposte da attuare ai fini di una revisione del sistema: esclusione dal novero dei corsi di studio impartibili a distanza di alcune tipologie di corsi di studio; introduzione della previsione che le Univer ità telematiche debbano possedere personale docente proprio in modo da coprire ogni corso di studio inserito nella propria offerta formativa; introduzione dell’obbligo per le Università telematiche di svolgere attività di ricerca sia tematica, sia sulle metodologie della didattica a distanza; previsione di modalità di verifica ex post sulla qualità della preparazione dei laureati delle Università in questione rispetto a quella dei laureati presso Atenei tradizionali; statuizione che presso le sedi delle Università telematiche non possano svolgersi esami per l’abilitazione alle professioni regolamentate. Condivisibile, infine, è parso altresì il suggerimento circa l’opportunità di istituire un sistema di valutazione, come rappresentato dall’ANVUR, calibrato sulle specificità di tali Atenei che preveda visite in loco almeno annuali e verifichi, in particolare, il raggiungimento dei learning outcomes dichiarati come obiettivi formativi, le modalità con cui si svolgono gli esami di profitto e la prova finale, le condizioni di occupabilità dei laureati, le modalità di reclutamento e di trattamento dei ricercatori. La revisione degli indicatori di valutazione in itinere ed ex-post appare l’unico strumento a disposizione per razionalizzare l’attuale panorama delle Università telematiche. Un panorama che, peraltro, con alcune eccezioni, suscita non poche perplessità circa la sua stessa efficienza ed efficacia, considerato il numero bassissimo di iscritti e di laureati, drammaticamente calato… La Commissione ha, altresì, riscontrato che le maggiori criticità riguardanti le Università telematiche attengono alla carenza quantitativa di personale docente e al mancato svolgimento dell’attività di ricerca. Di converso, non può non suscitare preoccupazione, sia per la fragilità degli assetti, sia per taluni travalicamenti delle norme sullo stato giuridico recentemente segnalati, il massiccio ricorso a personale ricercatore a tempo determinato. Al termine di questa relazione è opportuno avanzare alcuni suggerimenti a fronte delle numerose criticità sin qui descritte. In primo luogo, si segnala la necessità di rendere omogenea la disciplina relativa alle Università telematiche rispetto a quella vigente in materia di Università tradizionali… In secondo luogo, la Commissione, al fine di raggiungere l’obiettivo di garantire la qualità dell’offerta formativa, ritiene indispensabile stabilire un termine entro il quale le Università telematiche debbano soddisfare i requisiti quantitativi relativi al personale docente previsti dalla normativa per le Università non-statali, con particolare riguardo per la presenza di personale di ruolo a tempo indeterminato, a pena di estinzione dell’Università stessa. Anche in tal caso il mancato soddisfacimento deve condurre all’immediata estinzione del corso di studi. In terzo luogo, si rileva la necessità di introdurre un preciso obbligo, per il personale docente di queste Università, a svolgere attività di ricerca giungendo a prevedere, anche per le Università telematiche, che i finanziamenti pubblici vengano assegnati, analogamente a quanto stabilito per le altre istituzioni universitarie, in ragione della qualità dell’attività didattica e dell’attività di ricerca. L’ANVUR dovrebbe prevedere specifiche schede SUA, tenuto conto delle specificità che caratterizzano le offerte formative per via telematica. In quarto luogo, si ritiene indispensabile che, a partire dal nuovo Piano triennale 2013-15, siano previsti, in generale, criteri più stringenti e la creazione, conferma o cassazione di corsi di studi… Quanto ai relativi strumenti di riforma, in considerazione anche della necessaria sincronizzazione de l’intervento proposto con l’imminente conclusione dell’abilitazione scientifica nazionale prevista per la fine del mese di novembre 2013, la Commissione ha individuato due possibili strumenti alternativi: a) un intervento legislativo che attribuisca al Ministro una nuova delega al riordino della normativa vigente in materia di Università telematiche; b) la predisposizione del regolamento, al momento non emanato, previsto dall’art.2, comma 148, del D.L. n. 262 del 2006”.
Avanziamo una costatazione (che non vuol essere una valutazione nel merito): La vigilanza ministeriale che, nei tempi delle vacche grasse, ha valutato in modo favorevole le università telematiche, si è fatta via via più occhiuta, di pari passo col declinare delle iscrizioni e dello stato di salute economico delle università non telematiche. Tutto ovvio: di questi tempi, il rigore non è un optional. A fiuto, tuttavia, riteniamo che il livello delle università telematiche e il numero dei loro docenti siano calati, in questo lustro, non più marcatamente che quelli delle università tutte, e siano calati in correlazione al declino della istruzione e formazione tutta, del comparto Cultura, di pari passo con il declino dell’economia nazionale. Direi: Parcere victis.