° L’estremo saluto ad Alessandra Siragusa. La ricordiamo con gratitudine
Oggi a Palermo, nella chiesa di San’Eugenio Papa, i funerali dell’ex parlamentare PD ed assessore comunale all’istruzione, all’epoca della Primavera di Palermo
Come assessore dal 1993 al 2000, Alessandra diede alla scuola palermitana l’impulso della sua giovane età e la competenza specifica di insegnante; con vigore ed efficienza affrontò la questione dei doppi nelle scuole e avviò, tra altre, le iniziative "Palermo apre le porte-La scuola adotta un monumento", e "Tempo d'estate", che hanno contribuito alla crescita culturale e di autostima dei nostri alunni. Non meno incisiva è stata la sua azione politica come parlamentare nazionale del PD, da pungolo al governo sulle questioni critiche della organizzazione scolastica sul territorio (come nel caso della funzionalità didattica delle scuole nei territori montani e nelle isole), e su quelle del personale scolastico (i Co.co.co. ex Lsu; i docenti precari); ad Alessandra si deve, anche, la soluzione del pasticcio del concorso 2004 per dd.ss. in Sicilia.
° Il MIUR intende modificare la mission dell’INVALSI?
Le prime avvisaglie ci sono state, in questo scorcio dell’anno; ci sarà una svolta?
I Paesi della U.E. non hanno politiche dell’istruzione integrate; hanno però un certo grado di integrazione delle politiche del lavoro, e ci sono nella UE e nell’OCSE procedure comuni di valutazione dei Sistemi nazionali. La ragione? E’ chiara: Scuola e lavoro sono in continuità. L’esito del programma pluriennale avviato con la Strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione è stato deludente; già i periodici “Rapporti di primavera” avevano segnalato ritardi nell’attuazione degli obiettivi che si sarebbero dovuti conseguire entro il 2010. Non è da escludersi che l’esito deludente della Strategia di Lisbona sia dovuto al modesto grado di integrazione delle politiche scolastiche dei diversi Paesi. Se così fosse, la collaborazione prossima ventura tra i sistemi scolastici dovrà ancora fare affidamento soltanto sulle politiche sociali e del lavoro che l’U.E. realizza, in attuazione del Principio di coesione socioeconomica, entro il Quadro comunitario di sostegno; per il periodo 2010-20 ci sono nuovi obiettivi con indicazione dei relativi Benchmark. Resta memorabile (anche per gli effetti che ebbe sulla politica italiana) la richiesta che il 4 novembre 2011, il Commissario UE Olli Rehn avanzò perché il governo fornisse chiarimenti circa le misure che l’Italia avrebbe attuato a fronte dei risultati insoddisfacenti della Scuola. Più di recente la UE ha fatto intendere di poter vincolare l’accesso ai Fondi Strutturali, per il prossimo settennio, a politiche virtuose di valutazione (e ad eventuali correzioni) dei sistemi scolastici. In sostanza, l’INVALSI (specie il S.N.V.) deve funzionare bene. Nei Paesi della U.E. e in quelli dell’OSCE, la valutazione di sistema è fatta con modelli complementari: l’autovalutazione delle scuole e la valutazione esterna nazionale; a volte si ricorre, per il principio di neutralità del valutatore, ad enti esterni (in Inghilterra, ad es., l’Office for Standards in Education e la Standards and Testing Agency). Per conoscere i punti di forza e di debolezza del sistema di istruzione e formazione, il MIUR incarica l’INVALSI di svolgere attività di ricerca e valutazione di sistema, e rilevazioni nazionali e internazionali (OCSE-PISA, IEA-TIMSS, IEA-PIRLS, TALIS.) per la verifica periodica sulle conoscenze e abilità degli studenti delle scuole di ogni ordine e grado (compresi i corsi professionali), e sulla qualità dell’offerta formativa. Con riferimento a standard internazionali, l’INVALSI effettua la valutazione degli apprendimenti degli studenti (quasi 3 milioni di alunni di oltre 13mila scuole; particolarmente importante, ai fini comparativi internazionali delle qualifiche lavorative, è la rilevazione a conclusione della “scuola dell’obbligo”);inoltre, fornisce supporto e assistenza all’autovalutazione delle scuole, contribuisce ad elaborare le prove per gli esami di Stato, pubblica il rapporto annuale delle attività. Il monitoraggio, la valutazione e la rendicontazione del sistema di istruzione e formazione è, per i decisori politici, una necessità perché può favorire l’acquisizione, da parte di tutti gli alunni, almeno dei livelli minimi di apprendimento e delle abilità di base. In questa rubrica abbiamo spesso sparato ad alzo zero su parecchi aspetti delle prove INVALSI, ciò non significa che non siamo consapevoli dell’importanza che l’INVALSI ha nel supportare con dati, scelte dei decisori politici che siano idonee ad ottimizzare l’investimento sociale produttivo in capitale umano. Adesso, sul proscenio dell’anno che si chiude il MIUR ha posto una questione di importanza non secondaria: la nomina della nuova dirigenza dell’INVALSI (è stato pubblicato un Avviso di chiamata pubblica alla candidatura per la presidenza dell'Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema educativo di istruzione e di formazione; le candidature vanno presentate entro il 7 gennaio). Sarà l’avvio di una diversa concezione della valutazione di sistema: Una concezione, per essere chiari, che non sovrapponga, nella valutazione degli alunni, il ruolo dell’INVALSI a quello dei docenti ? Perché ciò sia, occorre che il MIUR rompa con il passato.