Scuola: Aggiornamenti in progress – martedì 28 gennaio 2014

° Le priorità della Ministro Carrozza, per l’anno 2014.
Presa visione di queste priorità, possiamo metterci il cuore in pace: il MIUR si gira dall’altra parte per non guardare la condizione in cui versa il sistema di istruzione. A parte il Piano di Edilizia e a parte il potenziamento dell’istruzione tecnico professionale, l’elenco riporta l’ordinaria amministrazione dovuta; per le vere priorità ci toccherà sperare nel 2015. Riportiamo, dall’Atto di indirizzo concernente l'individuazione delle priorità politiche del MIUR per l'anno 2014.
Priorità politica 1. Razionalizzazione e semplificazione dell’organizzazione amministrativa centrale e periferica. Dematerializzazione delle procedure amministrative. Priorità politica 2. Attuazione del Piano di Edilizia scolastica per la messa in sicurezza degli edifici scolastici e per la costruzione di nuove scuole. Priorità politica 3. Sistema di valutazione come strumento di supporto alla gestione delle istituzioni scolastiche. Priorità politica 4. Infrastrutturazione digitale delle scuole. Priorità politica 5. Potenziamento dell’istruzione tecnico-professionale e raccordo dei sistemi di istruzione, di formazione e lavoro. Priorità politica 6. Semplificazione delle procedure di avvio dell’anno scolastico. Priorità politica 7. Rafforzamento dell’autonomia delle istituzioni scolastiche. Priorità politica 8. Semplificare i rapporti tra le strutture di Formazione Superiore e il MIUR. Priorità politica 9. Sostenere il percorso di internazionalizzazione del sistema di Ricerca e del sistema di Formazione Superiore. Priorità politica 10. Promozione dello status di ricercatore, attraverso l’educazione all’indipendenza e una reale autonomia del ricercatore. Priorità politica 11. Rilancio del sistema dell’alta formazione attraverso una riforma del sistema dei conservatori e delle accademie.

° “Deve applicarsi di più !”
E’ la tiratina di orecchi che i professori riservano agli alunni “intelligenti ma ….”
Tale mezzo rimprovero ha il senso di quell’incoraggiamento e implicito riconoscimento che gli insegnanti sono propensi a dare ai simpatici negligenti. Mutadis mutandis, coloro che hanno ideato il primo ciclo dei TFA qualche negligenza l’hanno da farsi perdonare, per la fase preselettiva del primo ciclo ma per la nuova tornata dei Tirocini Formativi Attivi qualcosa di meglio la stanno facendo: al MIUR hanno stabilito che i candidati potranno indicare, oltre che la sede preferita d’esame, altre, in subordine. Questa innovazione è un modo ragionevole di minimizzare l’alea, dinanzi al rischio di dovere escludere completamente i candidati superati dai competitor in una sede troppo ambita, piuttosto che ammetterli nelle sedi universitarie che, per carenza di candidati, non riescono ad attivare i corsi programmati o che devono avviarli con posti liberi, per il numero esiguo di candidati che superano la selezione. Buona idea questa del MIUR; e ancora migliore sarebbe se anche si correggessero i criteri di selezione. Ecco l’innovazione, come comunicata in una Nota MIUR dello scorso 18 gennaio: Le graduatorie di ammissione ai Tirocini formativi attivi … dal prossimo ciclo di corsi confluiscono in un'unica graduatoria nazionale, per consentire il transito degli idonei in atenei e istituzioni dove c'è una maggiore disponibilità di posti.". Quali saranno i tempi ? Se entro febbraio il MIUR emanerà il decreto, in primavera gli atenei potrebbero essere in grado di emanare i bandi, e prima della sosta estiva potrebbero effettuare il test preliminare, la prova scritta e quella orale, di modo da avere pronti gli elenchi degli ammessi per avviare i corso ad inizio del prossimo anno accademico. Sarebbe una tempistica da atleta olimpionico (di corsa piana, speriamo, non di salto ad ostacoli), e sarebbe una manna per i bilanci degli atenei.

° Insegnanti di Sostegno in rapporto al numero alunni disabili
La commissione Cottarelli lo ha inquadrato tra gli obiettivi della spending review
Gli alunni disabili sono duecentomila, e 103 mila sono i docenti che li affiancano ma sembra ci siano difformità nelle diverse regioni italiane. “Se la media degli studenti disabili in Italia, ad esempio, è del 2,63%, rispetto agli studenti nelle classi, ci sono regioni dove la quota si alza, come l’Abruzzo (3,28%) e il Lazio (3,31%), e altre dove si abbassa drasticamente, come la Basilicata (1,95%). Ma anche l’assegnazione degli insegnanti è fortemente sbilanciata: rispetto a un rapporto medio nazionale sceso a 1,90 alunni disabili per docente, si registra infatti uno stato di non equa distribuzione dei posti di sostegno, pesantemente a favore del Sud e delle Isole, con il Molise a 1,45, la Basilicata a 1,57, la Calabria e la Campania a 1,58”.
(Fonte: corrieredellasera.it – 26 gennaio 2014)