° Edilizia scolastica: prorogato il termine del 28 febbraio, per l’affidamento dei lavori
Il C. dei M. proroga di due mesi i termini entro i quali gli EE.LL. potranno cantierare.
L’entusiasmo giovanile di Renzi è indigesto ad alcuni ma (se seguiranno le realizzazioni) non a noi, pregiudizialmente. Ecco lo “stile Renzi” nelle questioni della Scuola: scrive a ottomila tra sindaci e presidenti di provincia: «Vi chiedo di scegliere all’interno del Comune un edificio scolastico». Un chiacchiericcio superfluo, o un metodo efficace per svegliare il pachiderma burocrazia ? Per le opere edilizie finanziabili con il Piano edilizia scolastica da 150 milioni (decreto “Fare”) si è resa necessaria una proroga, per l’inerzia delle autorità territoriali che, a fine febbraio, avevano affidato soltanto 207 appalti (circa il 30% degli interventi possibili) impegnando 35,7 milioni complessivamente (un quarto delle risorse a disposizione). Non sarà parso vero, a Renzi, di contattare gli ex colleghi (gli amati sindaci), con una lettera intonata al suo linguaggio diretto: «Stiamo affrontando il momento più duro della crisi economica. Il più difficile dal punto di vista occupazionale. E un sindaco lo sa. Perché il disoccupato, il cassintegrato, il giovane rassegnato, il cinquantenne scoraggiato non si lamentano davanti a Palazzo Chigi: bussano alla porta del Comune. Voi sindaci siete stati e siete sulla frontiera e paradossalmente lo avete fatto in un tempo di tagli senza precedenti. Grazie, a nome del governo». Per prima cosa, chiede ai sindaci non dettagliati progetti esecutivi ma l’indicazione della scuola, il valore dell’intervento, le modalità di finanziamento previste, la tempistica di realizzazione. Palazzo Chigi promette di intervenire con celerità semplificando le procedure di gara e liberando gli appalti approvati, dal computo del patto di stabilità interna. Come per ogni altro vagito del neonato Governo, anche questa lettera ha fatto storcere alcune bocche. Su ItaliaOggi del 4 marzo, Emanuela Micucci precisa: “Renzi chiede ai sindaci info che il Miur ha già… Le informazioni che si cercano a mezzo lettera, il Miur già le possiede, anche se a volte incomplete. L'anagrafe dell'edilizia scolastica, nata nel 1996, proprio censire il patrimonio scolastico e il suo stato di conservazione utilizza i dati forniti da comuni e province a cui ora Renzi chiede le stesse informazioni. Non solo. Il mese scorso l'ex ministro dell'istruzione Maria Chiara Carrozza ha dato il via alla riforma dell'anagrafe creando il Sistema nazionale delle anagrafi dell'edilizia scolastica (Snaes), costruito sulla base delle anagrafi regionali, quelle che 11 regioni già si erano date. Un'esigenza nata perché l'anagrafe nazionale non decollava…”. Sullo stesso quotidiano, Alessandra Ricciardi manifesta perplessità: “Il gran ginepraio della sicurezza…. Fondi scarsi e incerti…. Procedure lente, competenze non chiare, fondi che prima si annunciano e poi, fatta la programmazione dell'intervento, si scopre non esistono più. Questo ed altro è quanto succede per gli interventi per la messa in sicurezza degli edifici scolastici. Una situazione talmente caotica che non esistono neanche stime univoche sul numero di interventi di fare e sui fondi necessari… Il ministro dell'istruzione, Stefania Giannini, parla di un piano straordinario di 4 miliardi, realizzato agendo sul fronte dei mutui garantiti da cassa depositi e prestiti e lo sblocco dei fondi disponibili nelle casse di alcuni enti locali. Sarebbero 5 i miliardi di euro, secondo l'Ance, resi inservibili dai paletti del patto di Stabilità… Andrà disboscata la selva di norme che spesso ha reso difficile l'accesso ai finanziamenti”. Ancora più drastico, su Il Fatto Quotidiano, l’incipit dell’articolo di Marina Boscaino: “Renzi non ha letto l’annuale rapporto di Legambiente sull’edilizia scolastica, il XIV, pubblicato all’inizio dell’anno, che testa la qualità delle strutture e dei servizi della scuola in 94 capoluoghi di provincia. Non si spiega altrimenti la sua ingenuità”. Dunque, addirittura la parola “ingenuità” che, se la correliamo al titolo dell’articolo (“Edilizia scolastica: la politica del fare e quella degli annunci”, sembra sottintendere una prospettiva nera (per l’Italia): - Renzi c’è o ci fa. Prosegue, impietosa, la Boscaino: “Ecco convergere la politica del fare e la politica degli annunci: non sono in contraddizione, nel mondo dell’effimero, della rapidità che condiziona la nostra percezione e il nostro senso critico, dello smart. In primo luogo, Renzi ha sbandierato ai media l’attivazione di una richiesta di dati di cui la Presidenza del Consiglio è già in possesso; non una parola, poi, sui concreti fondi a disposizione. Nessuna politica ponderata, studiata, che poggi su competenze serie nello specifico complesso campo… L’egemonia del cinguettio, della mail informale…, la rapidità che fa notizia uccidono la riflessione, l’approfondimento. Su tutto, la fa da padrone un impressionante personalismo. È lecito dubitare che queste pratiche demagogiche possano fornire risposte convincenti al quadro tracciato da Legambiente….”. LaRepubblica.it (Francesco Merlo) scrive di Renzi dentro la scuola di Siracusa, come una scena kitsch: “...l’Italia intera lo ha visto ubriaco di lusinghe. Ha cominciato ad abbracciare tutti… A Siracusa non c’è stata la manipolazione sordida tipica dei regimi ma la paideia, il tentativo di ridurre i bambini a protesi ornamentale, di formarli alla piaggeria e all’adulazione”. Marginalmente, segnaliamo che è improprio usare “paideia” nell’accezione dl formazione alla piaggeria e all’adulazione. Da questi giudizi (pregiudizi ???), per adesso ci dissociamo: dopo la sequenza recente di uomini politici senza qualità, speriamo di essere in presenza di una svolta. Un suggerimento a Renzi:nelle scuole vada senza preavviso se vuole conoscerne la condizione.