Scuola: Aggiornamenti in progress – giovedì 13 marzo 2014

° Concorso dirigenti scolastici in Toscana
Incoraggiata dalla svolta nella questione del concorso dd.ss. in Lombardia, la Giannini si è messa al lavoro per “riavviare” il concorso dd.ss. in Toscana
Lo annuncia questo Comunicato stampa del MIUR: “Il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca è al lavoro per riavviare rapidamente le procedure del concorso per dirigenti scolastici della Toscana, annullato con sentenza del Consiglio di Stato, con l'obiettivo di avere i nuovi presidi in servizio all'inizio del prossimo anno scolastico”.

° Due teste: una guarda verso un lato e una verso il lato opposto
La magistratura rivaluta l’abilitazione magistrale che la testa politica aveva svalutato
Il Ministero aveva declassato l’abilitazione magistrale, togliendole valore effettivo, con l’anno scolastico 2001-02. Adesso che la magistratura amministrativa la ha rivalutata (e l’ANIEF aveva messo tutti sull’avviso), con ogni probabilità, tutti coloro che sono forniti di questa abilitazione potranno iscriveri, a buon diritto, nella seconda fascia delle graduatorie di istituto. Quale l’andamento a zig zag, pestando chi si trova sulla strada, di una bestia bicipite, possiamo constatarlo osservando gli effetti di questa vicenda, simile ad altre scaturite, negli ultimi anni, da improvvide decisioni dei responsabili politici della Scuola che la giustizia amministrativa ha poi ribaltato. Esempi di questo strabismo: i criteri adottati dai decisori politici, nel corso degli anni, per definire le graduatorie dei docenti precari; quelli per definire il valore dei corsi biennali di abilitazione tenuti nelle Scuole interuniversitarie di specializzazione per l’insegnamento secondario (prima esaltati con argomentazioni magniloquenti, poi schifati per ragioni non comprensibili sul piano formativo ma intuibili su quello politico).

° Una generazione che lotta la battaglia per la dignità
AlmaLaurea, consorzio che riunisce 64 atenei, ha presentato a Bologna, al convegno "Imprenditorialità e innovazione: il ruolo dei laureati", l’esito di un'analisi comparata delle ultime sei generazioni di studenti (un campione di oltre 450mila persone).
- Dal 2008 a oggi la quota dei laureati che cerca impiego è più che raddoppiata (era il 10).
- Nell'ultimo quinquennio le retribuzioni dei laureati in cerca di lavoro sono diminuite del 20 %.
- Nel 2008 i ragazzi che riuscivano a avere un contratto a t.i. erano il 41,8% dei "triennalici" e il 33,9 degli specialistici. Sei anni dopo si è passati rispettivamente al 26,9 % e al 25,7 %. Le retribuzioni in termini nominali sono passate, da 1.300 E. al mese del 2008, a milleE. del 2013.
-Il differenziale tra disoccupazione dei neolaureati e neodiplomati è passato da 2,6% al 11,9%.
(Fonte: Federico Pace - larepubblica.it - 11/03/2014)
Il tasso di disoccupazione dei laureati può oscillare dal 28% dell’università di Reggio Calabria - passando per il 20,4% della II Università di Napoli, il 18,5% di Salerno, l’8,3% di Torino e Trieste, il 6.5% di Genova -, per arrivare al 3,3% dell’ateneo di Milano S.Raffaele.
(Fonte: IlfattoQuotidiano - 11/03/2014)
Qualche nostra considerazione. Questa dei giovani senza lavoro non è la battaglia fisica per la sopravvivenza dei giovani soldati che combatterono i due conflitti mondiali del secolo scorso, e però occorre non sottovalutarne il prezzo: le deprivazioni sociali, psicologiche, economiche ed esistenziali di questi nostri giovani. Si impongono urgentemente sacrifici, alla generazione di adulti/anziani che hanno fruito di una condizione favorevole nella seconda parte del Novecento. Di staffetta generazionale si parlò nel luglio scorso, a seguito di una dichiarazione di Giovannini, allora ministro del Welfare: avrebbe aperto le porte del lavoro ai giovani, mediante il prepensionamento nella P.A., e specialmente pensionando, con sollievo per i conti pubblici, gli alti dirigenti, onusti di anni, gloria, privilegi ed emolumenti regolati da generose normative. In quella occasione, l’ANIEF raccomandò di incentivare anche il servizio di lavoro in part time, dei pubblici dipendenti che avessero maturato i requisiti per l’assegnazione dell’ultimo scatto stipendiale, e di quelli che avessero maturato i requisiti per il pensionamento quali erano previsti prima della riforma Fornero: una proposta non molto dispendiosa per l’erario, perché la retribuzione del personale con maggiore anzianità di servizio è più alta rispetto a quella attribuita al personale di nuova nomina. Una svolta, quale che sia, nelle politiche del lavoro è particolarmente necessaria nel comparto scuola, dove il tandem Tremonti Gelmini ha tagliato circa 120 mila posti di lavoro, e dove l’età media del personale docente è da record negativo. Insomma: per dare linfa alla loro anima che abbiamo inaridita, occorre dare ai nostri figli la prospettiva che ritempri autostima e dignità; la saprà immaginare l’immaginifico Renzi?