Scuola: Aggiornamenti in progress – venerdì 18 aprile 2014

° Il rinnovo della parte economica del contratto sembra essere un discorso tabù
E però a noi interessa parlarne, perché gli insegnanti italiani sono tra i meno pagati.
Questo Governo si mostra pensoso circa il criterio utile a individuare coloro che lavorano nel modo migliore e più efficace. Così strenuamente impegnato a riflettere, il Governo Renzi non mostra fretta di procedere ai rinnovi contrattuali. E la Giannini ? Ha dichiarato: “Mi augurerei che alcuni insegnanti guadagnino di più. Se si guarda al merito e all'impegno e lo si traduce in riconoscimento sociale ed economico questo significa ridare dignità e attrattività a un mestiere che le ha perse…. Se si fa più valutazione, c’è la possibilità di distribuire le risorse in maniera differenziata, valorizzando chi si impegna di più, chi assume funzioni di coordinamento. Perché insegnare non è solo questione di talento, ma di impegno e di lavoro costante”. Tutto giusto; ma il ministro non dice una cosa essenziale: che l’intera categoria va retribuita come è giusto della funzione docente. Temiamo che non abbia chiaro un dato: altrove, la considerazione che i governi hanno dell’insegnamento è tale da sollecitare a questa funzione le persone più capaci retribuendole in modo adeguato. Le dichiarazioni della Giannini fanno capire che non ha capito. D’altra parte, come fa a capire certe cose un ministro che proviene dalle file dei docenti universitari che il riconoscimento professionale se lo sono gelosamente difeso (almeno sotto il profilo retributivo, anche se non sempre agli occhi della pubblica opinione) ? Se andiamo a guardare, comparativamente, la retribuzione del docente universitario e quella del docente liceale, qual era 40 anni addietro e qual è adesso, si capisce che cosa la Giannini non capisce. Possiamo essere di aiuto ? Per prima cosa, suggeriamo ai decisori politici di chiarirsi (e chiarire a tutti) se la funzione docente sia da considerarsi professione (visto che la si esercita da laureati e abilitati); se si conviene su ciò, suggeriamo una rilevazione comparativa tra le retribuzioni riconosciute agli insegnanti delle scuole statali (di monitorare le retribuzioni riconosciute agli insegnanti dalle scuole paritarie sarà meglio occuparsene a parte) e le retribuzioni dei laureati dipendenti di altri comparti della P.A. (dei ministeri, ad esempio). Ancora un suggerimento: i decisori politici non si facciano venire in testa di connettere gli aumenti retributivi a una qualunque forma di ulteriore controllo della preparazione culturale e didattica degli insegnanti, perché si tratta di competenze certificate con l’abilitazione che, in qualche caso, ad esempio nelle SSIS, ha comportato selezioni severissime a numero chiuso e anche 20 e più esami superati. Difficilmente i decisori politici troverebbero tra le categorie del pubblico impiego (e, meno ancora, nelle proprie file) personale che giunga ad esercitare della professione attraverso una selezione altrettanto accurata.

° Gli insegnamenti di Geografia e di Storia dell’Arte vanno valorizzati
Lo chiedono cento parlamentari di Sinistra Ecologia e Libertà, Pd, M5S e Scelta Civica
Una petizione, a prima firma Alessandro Zan, è stata presentata al ministro Giannini per chiedere il potenziamento, fin dal prossimo anno scolastico, delle ore di insegnamento nelle scuole secondarie, delle due discipline che la Riforma Gelmini ha penalizzato. L’iniziativa ha una forte impronta culturale, per l’alto valore formativo di queste materie scolastiche, ed ha anche una chiara valenza politica perché, di fatto, mette all’angolo Matteo Renzi e la Giannini: dicano se sono o non sono rimasti sul solco tracciato dal tandem Tremonti/Gelmini. Registriamo, altresì che, lo scorso 15 aprile, i senatori Luigi Manconi e Massimo Caleo esercitando l’Atto di sindacato ispettivo n.4-02075 hanno deplorato l’attribuzione in modalità “cattedre atipiche” dell’insegnamento della Geografia nelle scuole superiori, e dunque non esclusivamente agli abilitati classe 39/A ma anche a quelli classe 60/A (Scienze naturali). I due senatori del PD hanno scritto: “…L'ordinamento delle classi di concorso e i relativi insegnamenti sono disciplinati dal decreto ministeriale n.39/1998 e successive modificazioni e integrazioni, e nelle tabelle allegate sono specificate, per ciascuna classe di concorso, i titoli di studio validi per l'ammissione ai concorsi a cattedre, che sono assai diversi per le due classi di concorso 39/A Geografia e 60/A Scienze naturali”. Consequenzialmente, gli interroganti hanno chiesto al Ministro di rettificare la nota n. 3119 del 1° aprile 2014 ("Assegnazione insegnamenti alle classi di concorso 2014-2015") e di disporre l'assegnazione di detto insegnamento unicamente agli specialisti (gli abilitati cl.39/A. La citata Nota 3119, in effetti, dispone: «al fine di evitare la creazione di personale in esubero le ore di geografia degli indirizzi "Amministrazione, finanza e marketing" e "Turismo" possono essere affidate non solo alla classe titolata, e cioè la 39/A, ma anche ai titolari della 60/A e l'ora di Geografia generale ed economica prevista dall'art. 5, comma 1, del d.l. 12 settembre 2013, n.104, convertito, con modific., dalla legge 8.11.2013, n. 128, può essere assegnata in fase residuale anche alle classi di concorso 50/A e 60/A».