°I punti essenziali della Riforma dell’Università
Entro 6 mesi dall'approvazione della legge, quando anche il Senato lo abbia votato, le università dovranno approvare statuti conformi alla Riforma, nei quali coniugare l’autonomia delle università con la diretta responsabilità finanziaria, scientifica, didattica (i finanziamenti agli atenei saranno commisurati in base alla qualità). Il ddl stabilisce nuove regole per il reclutamento del personale e la governance delle università, secondo criteri meritocratici. Segnaliamo alcuni dei punti più significativi.
Adozione di un Codice etico, con il quale si dovranno evitare incompatibilità e conflitti di interessi legati a parentele (fino al quarto grado). Limite massimo al mandato dei rettori, complessivo di 6 anni inclusi quelli trascorsi prima della riforma. Nuova Governance: distinzione di funzioni tra Senato Accademico e Consiglio d'Amministrazione: il primo, organo accademico, il secondo, organo di amministrazione e programmazione. Il Senato avanzerà proposte di carattere scientifico, ma sarà il Cda ad avere la responsabilità delle assunzioni di personale e delle spese, anche per le sedi distaccate. Nel Cda siederanno componenti esterni al mondo accademico (massimo tre), e gli studenti saranno rappresentati negli organi di governo. La figura del direttore amministrativo viene sostituita con quella del direttore generale, con compiti di maggiore responsabilità dovendo rispondere delle scelte come manager dell’ateneo. Gli atenei avranno la possibilità di aggregarsi su base federativa per realizzare economie. Riorganizzazione interna degli atenei: passa attraverso il taglio del numero di facoltà (potranno essere al massimo 12 per ateneo) specie quelle che hanno scarsi sbocchi nel mondo del lavoro. I docenti dovranno certificare la loro presenza a lezione;l’impegno dei professori a tempo pieno è stabilito in 1500 ore annue, per il complesso delle attività didattiche, di ricerca e di gestione, di cui almeno 350 destinate ad attività di docenza e servizio per gli studenti. Gli scatti stipendiali saranno appannaggio solo dei professori migliori:si rafforzano le misure annunciate nel DM 180 in tema di valutazione dell’attività di ricerca dei docenti. In caso di valutazione negativa si perde lo scatto di stipendio e non si può essere designati commissari ai concorsi.
Reclutamento dei giovani: ilddl introduce, come condizione per l’accesso all’associazione e all’ordinariato, l’abilitazione nazionale; sarà attribuita da una commissione, sulla base di specifici parametri di qualità. I posti saranno poi attribuiti a seguito di procedure pubbliche di selezione bandite dalle singole università, cui potranno accedere solo gli abilitati.
° A buon intenditore …. Parla la Gelmini e replica il PD
Una nota dell’Ufficio Stampa Miur fa una precisazione che potrebbe dividere il fronte dei contestatori del ddl Università. Riportiamo la nota e la replica che la smentisce.
“Cosa succede se non passa la Riforma. Dopo il passaggio alla Camera dei Deputati, la Riforma dell'Università torna al Senato per l'approvazione definitiva. Se il ddl non dovesse ricevere il via libera definitivo o non essere calendarizzato potrebbero verificarsi le seguenti conseguenze per il sistema universitario: Nessun concorso per ordinari e associati: Il fondo per assumere 1.500 professori l'anno, tra il 2011 e il 2013, sarebbe inutilizzabile pur a fronte di un massiccio esodo di docenti già in larga parte avvenuto nel 2009-2010. La legge del 2005 ha abrogato le vecchie regole concorsuali ma non ne sono stati varati i decreti attuativi. Quindi al momento non si possono bandire concorsi né da associato né da ordinario, mancando una normativa in materia; Nessun concorso da ricercatore: Le norme sui concorsi da ricercatore, riviste con la legge 1/2009 scadono il 31 dicembre 2010. Dal 1 gennaio quindi, se non passa il ddl, non si potranno bandire posti da ricercatore; Blocco delle risorse per reintegrare scatti: Il ddl prevede un fondo premiale per il 2011-2013 che serve a reintegrare su base meritocratica parte degli scatti di stipendio: senza il ddl le risorse non saranno usate per lo scopo previsto”.
“Il PD blocca la Gelmini, e le sue bugie, al Senato. La conferenza dei capigruppo del Senato ha respinto la richiesta della Gelmini di discutere il ddl università prima della mozione di sfiducia a Berlusconi. Lo slittamento della discussione sul ddl Gelmini è una vittoria del Pd. Se Berlusconi e il suo governo non avranno la fiducia allora non se ne discuterà più. Nelle ultime ore la Gelmini ha tentato nuovamente di mettere l’università sotto ricatto… Secondo il Ministro, senza l’approvazione della legge si perderebbero i fondi per i concorsi da associato. È falso, poiché quei fondi sono già stanziati nella legge di stabilità che verrà approvata la prossima settimana… la Gelmini paventa il rischio di un vuoto normativo sui concorsi che proprio lei ha creato al fine di piegare il mondo accademico….
(Fonte: On.Tonino Russo Newsletter N° 38 del 5 dicembre 2010)