Scuola: Aggiornamenti in progress – giovedì 8 maggio 2014

° Saggezza, umanità, sincerità, spontaneità. Degli studenti e del papa.
Il Dipartimento per l’Istruzione annuncia un evento senza precedenti
II prossimo sabato 10 maggio a Roma, in piazza San Pietro, Papa Francesco incontrerà il mondo della scuola italiana per sostenere genitori, insegnanti e studenti nell'impegno che ognuno a vario titolo conduce quotidianamente nella scuola. INFO: www.lachiesaperlascuola.it

° Mobilità personale docente della scuola dell’infanzia. A.s. 2014/15.
Prorogati i termini di pubblicazione dei movimenti
Relativamente al personale docente della scuola dell’infanzia, La data di pubblicazione indicata nell’O.M. 28.2.2014, n.32, art. 2 comma 2, è prorogata al 15 maggio 2014.

° Logica – mente
Cresce l’attrito tra i sindacati confederali e questo governo giovane
A parte l’ovvia interpretazione politica, l’attrito potrebbe essere spiegato in chiave generazionale: quali ingiustizie e quali soverchierie a danno dei giovani disoccupati, la concertazione politico-sindacale ha evitato, negli ultimi 3, 4 lustri ? Adesso, il consenso politico dei giovani è diventato essenziale per il futuro del governo, e Renzi deve assolutamente averlo. Occorre che anche i sindacati si adoperino in questa direzione, eventualmente anche sacrificando qualcosa delle tutele acquisite dai lavoratori che fruiscono di retribuzioni medio-alte, e appoggiando misure governative efficaci nel decurtare le pensioni elevate, quando non siano commisurate ai contributi effettivamente versati. Il reddito di cittadinanza, ad esempio, chi deve finanziarlo ? In atto, le famiglie sostentano i giovani disoccupati ma è una modo che non li gratifica in termini di autostima e di status sociale; ben diverso sarebbe se lavorassero.

° Un tragicomico equivoco. I test/no test
Per anni, siamo stati preoccupati della anacronistica deriva comportamentista del MIUR: prove “oggettive” per valutare gli alunni di terza media (e vogliono anche valutare i maturandi), per valutare i candidati nei concorsi a cattedra, e per valutare i dd.ss. Ora alla nostra preoccupazione seria si aggiunge un arcano enigma: che test immagina la presidente Ajello in questa dichiarazione? (Resa a La Stampa, 5 maggio)
D. Con i test Invalsi tornano anche le polemiche. Lei ha scritto ai docenti alla vigilia delle prove accennando allo sviluppo di pratiche didattiche più efficaci. Che cosa vorrebbe cambiare?
R. «I test vengono rivisti regolarmente e cambiati perché, ad esempio, alcune formulazioni sono troppo complicate. Ho provato a leggere le domande del test di seconda elementare, in alcuni casi ho dovuto leggerle due volte prima di capire la domanda. Non è ammissibile… Non si possono effettuare le prove sulla base di tranelli o furbizie. Non vanno rese più difficili i test ricorrendo a queste complicazioni… Sto già incontrando gli esperti per capire come all’interno del quadro delle indicazioni nazionali si possano mettere a punto delle prove ben fatte».
Il nostro commento. Per un certo tempo, quando le stanze dell’l’INVALSI ospitavano i tenaci assertori delle prove strutturate, dall’esterno potevamo dirci certi che i loro metodi non vanno applicati alla valutazione scolastica; potevamo dirci certi con riferimento alle regole certe che governano la produzione dei test. Adesso, leggiamo questa improvvida dichiarazione con la quale Anna Maria Ajello, la nuova presidente dell’Invalsi, immagina test “ben fatti” - “senza trabocchetti”, senza cronometro alla mano (la prova di lettura in seconda elementare è cronometrata in due minuti) -, nel tentativo di neutralizzare le resistenze degli insegnanti al teaching to the test e di neutralizzare qualcuna delle argomentazioni docimologiche – sempre più largamente condivise - contro l’apprendimento funzionale allo schema stimolo-risposta, (ragionevolmente applicato e applicabile in molti settori ma non nella Scuola). Funzioni cognitive così elementari sono efficacemente apprese ed espletate individualmente con l’ausilio dei repertori e delle memorie digitali; invece, l’enorme spesa per la istruzione pubblica non si giustificherebbe se l’insegnamento non andasse oltre, cioè alla costruzione dei concetti nel percorso autonomo delle menti verso la comprensione, con riguardo alla molteplicità delle intelligenze. Saremmo curiosi di chiedere ai tenaci assertori delle prove strutturate che ormai non dirigono più l’INVALSI di commentare la sortita della Ajello fuori dai canoni della statistica; saremmo curiosi di chiedere loro quale razza aliena di test “ben fatti” che la Ajello chiederà agli esperti potrà dare garanzie quanto a scientificità statistica e comparabilità delle rilevazioni.