Scuola:Aggiornamenti in progress- lunedì 10 gennaio 2011

°Si prospetta un’iniziativa referendaria con l’obiettivo di abrogare la riforma universitaria
La proposta muove dalle colonne de Il Manifesto ed è rivolta innanzitutto al mondo universitario e al Movimento studentesco, come “risposta politica alta e intransigente”. Fa eco L’espresso (6 gennaio 2010) che la proposta la inserisce in una più articolata strategia insieme ad altri quattro punti: - in difesa dell’autonomia universitaria, insidiata dai “fitti e pervasivi” controlli ministeriali programmati dalla riforma; - in difesa dell’università pubblica, che si vuole smantellare “a favore delle università private…… Si può avere un titolo universitario anche frequentando atenei senza docenti e senza alcuna idea si cosa siano cultura e ricerca”; - per smascherare “la grande favola della meritocrazia… L’introduzione di un organo indipendente di valutazione degli atenei è fumo negli occhi”; - per il recupero della quota tradizionale di finanziamento ordinario.

 
°Nell’ambito del PON R&C 2007-2013, finanziati due bandi per 915 mnl.
Nell’ambito del Programma operativo nazionale “Ricerca e Competitività”, sono previste due azioni, una finalizzata all’innovazione nell’hi-tec, l’altra all’aggregazione tra pubblico e privato. Interessate solo le regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.
Le due azioni, denominate “Distretti tecnologici e relative reti” e “Laboratori pubblico-privati e relative reti”, sono destinate ad aggregazioni pubblico-private tra imprese, università ed enti di ricerca che propongano piani di sviluppo scientifico-tecnologico, progetti per di distretti di alta tecnologia e per laboratori. Potranno ottenere un finanziamento a fondo perduto che copre fino all’80% della spesa preventivabile. La presentazione (che dovrà farsi tramite i servizi dello sportello telematico “Sirio”) dei progetti e degli studi di fattibilità deve avvenire entro le ore 12.00 del prossimo 15 febbraio. (Fonte: ItaliaOggi – 4 gennaio 2011)

 
°Il Miur rinnova la procedura concorsuale per i presidi siciliani “congelati”
Col D.M. n.2 del 3 gennaio 2011, la Gelmini dispone che, entro 30 giorni, si rinnovino le procedure concorsuali annullate dal Consiglio di Giustizia Amministrativa. Alcuni dei candidati che erano stati bocciati alla prova critta del concorso annullato si oppongono al decreto del Ministro, in quanto se ne ritengono danneggiati, e annunziano di volersi nuovamente rivolgere alla giustizia amministrativa.
Coloro che, vincitori del concorso del 2004 annullato, sono già in servizio come dd.ss., saranno confermati nelle sedi, previo superamento di una prova scritta che verterà su esperienze compiute nelle scuole che hanno diretto. Un po’ meno semplice sarà il percorso concorsuale per coloro che erano risultati idonei nel concorso del 2004, ma con i quali l’Amministrazione non aveva stipulato contratto a t.i.: come prova d’esame, elaboreranno un progetto su un argomento a scelta tra quelli studiati nel corso di formazione; superata la prova, potranno accedere a eventuale nomina sui posti residuali. Una speranza si apre anche ai candidati che non superarono le prove concorsuali indette nel 2004: la commissione d’esame operante adesso provvederà a una nuova valutazione degli elaborati da essi prodotti per il concorso annullato; qualora la valutazione dovesse essere, questa volta, positiva, gli interessati saranno ammessi al corso di formazione (sei mesi) che prelude a eventuale nomina sui posti disponibili.

 
°Risparmi ottenuti con i tagli nel comparto Scuola, e riconoscimento del “merito”
Secondo TuttoscuolaNews, la Clausola di salvaguardia ha dimezzato la cifra con cui si sarebbe dovuto finanziare il premio per merito. Riportiamo i dati forniti dal periodico
Considerando che, tra il 2009 e il 2010, era previsto un risparmio complessivo di 2.106 milioni (con conseguente quota virtuale del 30%, pari a 631,8 milioni da riservare alla premialità), ma che dai calcoli della Ragioneria Generale dello Stato risulta disponibile effettivamente per le finalità del 30%, a quanto sembra, una somma utile di 351 milioni, si deve constatare che i tagli di organico sono stati inferiori all’attesa e i risparmi mancati hanno fatto scattare la clausola di salvaguardia. Secondo la clausola di salvaguardia, i quasi 281 milioni mancanti (631,8 - 351) avrebbero dovuto colpire il bilancio del Miur in capitoli vitali; invece, con tutta probabilità, si è scelto il male minore, dirottando gli effetti negativi sui contenuti del 30% che, in questo modo, ne è uscito con le “ossa rotte”, passando dal virtuale 30% al più modesto 16,7% dei risparmi da destinare al personale: persa quasi la metà”.
(Fonte: TuttoscuolaNEWS n. 465, 29 novembre 2010)