° Graduatorie ad esaurimento: Pubblicato il D.M. n. 486 del 20 giugno 2014
Apre i termini: per lo scioglimento della riserva; per l'inserimento (fino alle ore 14,00 del 18 luglio 2014) del titolo di specializzazione sul sostegno; per l'inserimento dei titoli che danno diritto alla riserva dei posti prevista dalle Leggi 68/1999 e 4/2006.
I docenti già iscritti con riserva nelle G.E., in attesa del conseguimento del titolo abilitante dovranno compilare il Mod. 2. I docenti già iscritti nelle G.E. e che entro il 18 luglio conseguano il titolo di specializzazione al Sostegno dovranno avvalersi del Mod.4. I docenti già iscritti nelle G.E. e che intendano beneficiare, avendone acquisito titolo entro il prossimo 18 luglio, della riserva dei posti di cui alla l.n.68/1999 e al d.l. n.4/2006 dovranno avvalersi del Mod.3. Le domande di scioglimento della riserva, di inclusione negli elenchi di sostegno, e di aggiornamento dei titoli di riserva dei posti, corredate delle relative dichiarazioni sostitutive di certificazione, dovranno esser e presentate entro il prossimo 18 luglio, via internet.
° Ancora difficoltà, per problemi tecnici sul portale SIDI
Riportiamo la Nota n.6359 del 23 giugno 2014 –D.G. per il personale scolastico
OGGETTO: Organico di diritto e mobilità del personale ATA a.s. 2014/15. Considerate le difficoltà incontrate nello svolgimento delle operazioni propedeutiche alla mobilità del personale della scuola dovute a problemi tecnici riscontrati sul portale SIDI, si comunica che le date di pubblicazione dei movimenti relativi al personale ATA e le date concernenti i termini di acquisizione delle disponibilità e di pubblicazione dei movimenti, fissati dall’O.M. 28/02/2014, n.32, art. 2 comma 2, sono articolate come segue: termine ultimo comunicazione al SIDI delle domande di mobilità e dei posti disponibili 12 luglio; pubblicazione dei movimenti 4 agosto.
° “…Se gli insegnanti non saranno in grado di scendere dalla cattedra” - Giannini
Una perla nel contesto delle parole pronunciate dal ministro Giannini a margine di un convegno sulla digitalizzazione della P.A., alla Camera, e riportate su lastampa.it (“Giannini: la scuola digitale? Ancora a macchia di leopardo” - 24 giugno)
Gentile Presidente Renzi, Lei ha capito questa “uscita”? A scuola, ha visto docenti in cattedra? Questo è quel che capita di dovere sentire quando al vertice dell’Istruzione pubblica si nomina chi della Scuola non ha esperienza. E’ da quattro/cinque lustri, almeno, che nei corsi di formazione in ingresso e in itinere, domina – quasi pensiero unico – la pedagogia “non direttiva”. E perfino la normativa la indica come via maestra. Una citazione su due, nei corsi di Pedagogia e nei corsi di Didattica, fa riferimento a. Rogers, a Maslow, a Schön, a Gordon, a Neill. E i nostri Mencarelli, Scurati, Reguzzoni che cosa ci hanno spiegato? E che cosa abbiamo appreso leggendo Comoglio, Santoianni, Striano, Montuschi, Lumbelli, Franta, Colasanti, Meazzini, Carugati, Selleri, e altri ? Di insegnare stando in cattedra? Perfino i massimi accusatori della “scuola-istituzione”, Lorenzo Milani e Ivan Illich sono nella mente degli insegnanti e, ai due lati di Socrate, nel pantheon dei Maestri ai quali i docenti si ispirano. C’è, chi, pur riconoscendo gli effetti positivi che l’autonomia degli studenti produce sull’interesse allo studio, segnala che la “orizzontità” del rapporto pedagogico può inibire una importante funzione pedagogica, perché la figura dell’insegnante deva anche fungere da riscontro esterno che favorisca lo sviluppo dell’identità dell’adolescente, delle sue caratteristiche e aspirazioni, e la sua propensione e disponibilità ad assumere ruoli propositivi. Da parte nostra diciamo che la pedagogia non è una scienza esatta. Dai maestri della Pedagogia fenomenologico-umanistica abbiamo appreso che l’insegnamento è un’arte che postula la capacità di relazionarsi con gli alunni valorizzandone le caratteristiche, comunicando in modo empatico ed esplicito, facendosi carico delle difficoltà psicologiche dell’alunno e minimizzando ciò che è di ostacolo al rapporto pedagogico e a quello tra alunni. Tutto, ovviamente, con la retribuzione che conosciamo e con le contumelie cicliche dei responsabili politici (ricordiamo: “strumentalizzazioni”, “bastone e carota” ecc..). Adesso, non comprendiamo l’estemporanea ”uscita” della Giannini. Di che cosa sta parlando? Della didattica negli atenei? E neanche! Forse sta parlando degli anni 80 quando ancora non era stata avviata l’evoluzione didattica di cui abbiamo detto. Cattedre, nelle scuole, non ce ne sono. Forse qualche insegnante sta arroccato (ammesso e non concesso che l’esperienza non gli abbia insegnato come motivare gli alunni), ma si tratta di pochi docenti. Sono il prodotto del mancato turn over: decisori politici inadeguati hanno trattenuto al lavoro insegnanti che hanno 50 anni in più dei loro alunni, e per ragioni politiche opposte non sanno pensionare magistrati di 70 anni che non mollano la toga. Leonardo MAIORCA