° Un colpo di sole: Il Governo vuol esentare le scuole paritarie del pagare IMU e TASI
E’ comprensibile che avere superato il 40% dei consensi elettorali conquistando 11 milioni e 200 mila voti possa dare alla testa. Ma…
Renzi, lo immaginiamo immune dall’euforia e in grado di capire quale costo si paghi per avere messo all’Istruzione un Monti in gonnella che compromette la linea di politica scolastica del pd. Quella, almeno, che sulle prime avevamo intravisto. L’on. Faraone, che ha una responsabilità specifica in materia scolastica, può restare a guardare ? L’on. Fassina protesta: “Mi chiedo se in un contesto come l'attuale, di tagli alla scuola pubblica e di insegnanti esodati, era il caso di esentare dall'Imu e dalla Tasi scuole con rette di 7 mila euro all'anno. Francamente non capisco…"Non era questo l'obiettivo del legislatore che ha delegato il governo a fare il decreto. Lo scopo non era mica quello di abbassare l'Imu alle scuole private. Ma di risistemare la tassazione sugli immobili del non profit, a seconda dell'uso commerciale o meno che se ne fa".
. (Fonte: latecnicadellascuola.it - 05/07/2014)
E, però, nel PD-Allerchino, per un Fassina che protesta c’è un Patriarca (!? Di cognome. Di nome Edoardo) che dichiara: "Togliere l'Imu alle scuole paritarie che non fanno profitti è un esercizio di giustizia sociale. Le scuole paritarie svolgono un servizio pubblico e, assieme alle scuole statali, vanno sostenute”. Vediamo se abbiamo capito: toglierebbe l’IMU a chi non fa profitti (cioè al 90% delle imprese artigiane, di quelle commerciali ecc… oggi in Italia); immaginiamo, che l’Agenzia delle entrate dovrà accertarsi, vedendo i bilanci, che le scuole paritarie cattoliche non abbiano avuto profitti, prima di procedere alla esenzione. Il sottosegretario Toccafondi crede si saperla lunga: “Nessun 'blitz politico' o 'trattamento di favore': il decreto del Tesoro ha semplicemente risolto un problema non più rimandabile e sanato un'incomprensibile disparità di trattamento tra scuole statali e paritarie…. All'onorevole Fassina e a tanti altri che, a sinistra, stanno protestando, chiedo se intendono per 'pubblico' solo ciò che è 'statale'. In Italia il sistema educativo nazionale è unico e la parità scolastica è stata stabilita da una legge, la 62/2000, che porta il nome dell'ex-ministro dell'Istruzione, Luigi Berlinguer…”. (Fonte: tuttoscuola.com - 05/07/2014). Con Toccafondi, il PD Allerchino tocca le vette. Ma non è come Toccafondi dice: la vicenda Berlinguer fu molto, molto più complessa di quanto il sottosegretario ricorda. Questione di età ? Se lo faccia raccontare dallo stesso Luigi Berlinguer (“Berlinguer, 14 anni dopo, cambia idea? La questione del finanziamento del sistema nazionale di istruzione è tornata di stretta attualità dopo il recente convegno dell’associazione Treellle ad essa dedicato ("Scuole pubbliche o solo statali?", Roma, 25 giugno 2014). Nel suo intervento al convegno, lo stesso ex ministro Berlinguer, promotore della legge n. 62/2000 sulla parità, pur riconoscendo la natura di servizio pubblico dell’attività svolta dalle scuole paritarie aveva anche ribadito l’interpretazione restrittiva dell’art. 33 comma 3 della Costituzione ("Enti e privati hanno diritto di istituire scuole ed istituti di educazione senza oneri per lo Stato"). Ripetutamente abbiamo detto: Questo accollare sulle spalle di tutta la collettività la scelta di alcuni che preferiscono la scuola paritaria cattolica alla scuola statale è ingiustificabile e incostituzionale. Moralmente è inqualificabile. Dal “giovane” Renzi ci attendiamo schiena dritta: mantenga la collocazione politica nella quale s’è collocato “rottamando” la vecchia politica compromissoria e strumentale (ricordiamo, ad esempio, le parole pronunciate, 20 anni addietro, dall’ex presidente della Repubblica Scalfaro) che aveva dimezzato il consenso al P.D.
° Una questione da non sottovalutare
C’è correlazione tra la percentuale di insegnanti laureati in matematica e il livello di efficacia didattica con cui la materia è impartita nelle scuole?
Non è interrogativo di risposta facile. Ci limitiamo a riportare alcuni dati dal Corriere della Sera.
- Solo il 5% dei laureati in matematica sceglie la carriera docente.
- Alle medie il 70% dei prof viene da Biologia o Scienze naturali; da Matematica viene il 13%.
- Al biennio del liceo e negli istituti tecnici possono insegnare anche architetti e ingegneri.
- Nelle Secondarie superiori, scrive Carola Traverso Sainate, regna grandissima confusione: “Attualmente possono ambire a diventare prof di matematica nel biennio dei licei e nei 5 anni degli istituti tecnici (classe di concorso A047) i laureati provenienti da oltre 20 corsi di laurea, che spaziano da Architettura a Scienze dell’Universo, da Fisica a Ingegneria…. Nel triennio: l’ora di matematica (scorporata da quella di fisica) può essere tenuta anche da un prof della classe A047 così come un laureato in Ingegneria, pur con alcuni caveat, può accedere alla classe di concorso A049”. (Fonte: Carola Traverso Saibante- www.corriere.it – 30 giugno 2014)