° E’ necessario un ponte ben strutturato, tra Istruzione e lavoro
Ripetutamente l’ANIEF ha preso posizione, anche avanzando una proposta, per uno stretto collegamento tra istruzione e lavoro. Diamo conto delle risultanze – alcune confermano la nostra opinione - dell’Ottavo Rapporto Generale Fon-dirigenti e LUISS: “Generare classe dirigente. Tra Istruzione e Lavoro, un passaggio da ricostruire”.
Il Rapporto 2014 (Fondirigenti e Luiss) è stato elaborato da Pietro Fiorentino e Giovanni Lo Storto (responsabili del Progetto) e da studiosi di: Università di Trento, La Sapienza, Università del Molise, Università della Tuscia, Fondazione ISTUD, Fondirigenti, Università LIUC Carlo Cattaneo di Castellanza, Università LUISS “Guido Carli”. I curatori dell’Indagine si sono avvalsi anche di dati, da questionari somministrati agli alunni dei seguenti istituti: I.T. “Carlo Antonio Pilati”, Cles (Trento); I.I.S. “Leonardo da Vinci”, Arzignano (Vicenza); I.T.T. “Alessandro Volta”, Perugia; -- I.I.S. “Celestino Rosatelli”, Rieti; I.T. “Galileo Galilei”, Salerno. Questo è il sommario del Rapporto: Prefazione (Emma Marcegaglia, Presidente LUISS Guido Carli); Considerazioni introduttive e di sintesi (Nadio Delai, Stefano Manzocchi). Parte I “Quattro paradigmi per affrontare il passaggio alla vita attiva”: Capitolo 1 “L’analisi dei punti di vista di giovani, docenti, genitori” (Nadio Delai); Capitolo 2 “L’interpretazione delle “conversazioni” sui media” (Salvatore Iaconesi); Capitolo 3 “Apprendimento, motivazione e sistemi di giunzione, in Francia, Germania e Regno Unito” (Nadio Delai, Maria Grazia Galantino e Giorgio Neglia); Capitolo4 “Difficoltà dei giovani: Italia ed Europa a confronto” (Giulio Azzolini e Giorgio Neglia). Parte II “Una visione di sistema”: Capitolo 1 “Più autonomia e più responsabilità: evitare un ritorno al centralismo nella scuola, per favorire crescita e occupazione” (Stefano Manzocchi e Giovanna Vallanti); Capitolo 2 “Le strategie educative delle classi dirigenti italiane (Carlo Barone e Giulia Assirelli); Capitolo 3 “Giovani, mondo del lavoro e mobilità internazionale” (ricercatori della Fondazione ISTUD); Capitolo 4 “Il rischio di uno scarico di responsabilità tra istituzioni e aziende (Gianfranco Rebora); Capitolo 5 “Le diverse componenti delle politiche del lavoro e lo sbilanciamento verso quelle passive (CeLEG-LUISS). All. 1 “Le diverse metodologie utilizzate”; All. 2 alcune tabelle di dettaglio dell’indagine sugli studenti; il profilo degli autori. Nella Presentazione, il presidente Fondirigenti, Renato Cuselli sottolinea i dati poco confortanti che “fotografano impietosamente il crescente disagio dei giovani nella transizione verso il lavoro… un problema non solo italiano.… Nel Rapporto ci si è interrogati sulle possibili azioni da intraprendere per segnare una soluzione di continuità allo stallo attuale che rischia di segnare ‘il fallimento’ di un’intera classe dirigente”. Bisogna avere una visione di sistema e agire, sia sul lato dell’education puntando su autonomia, responsabilità, efficienza e qualità”. Si sofferma, quindi, sulle criticità del rapporto tra formazione e mercato del lavoro. E’ proprio quest’ultimo aspetto che vogliamo, in questa sede rimarcare, anche facendo riferimento alle nostre ripetute prese di posizione in favore di un più stretto collegamento tra istruzione e lavoro, che culminano nella memoria presentata dall’ANIEF lo scorso maggio, in audizione presso la VII Commissione del Senato. Il collegamento scuola/lavoro va inteso non soltanto nelle forme dell’apprendistato e degli stage ma come alternanza nel biennio conclusivo di tutti i corsi di studio secondario di II grado, di concerto tra scuole e aziende, teatri, biblioteche, Istituzioni regionali, Confindustria, ABI, Unioncamere ecc. (accettati come partner di diritto della Scuola). Il diritto-dovere all’istruzione e formazione andrebbe esteso al biennio professionalizzante terminale dei corsi, organizzato e gestito facendo saldamente perno nel sistema scolastico. Riportiamo alcuni passi del Rapporto Fondirigenti-Luiss che concernono questo argomento. Introduzione: I processi di giunzione … sono molteplici e possono riguardare…: i rapporti formazione/formazione, con le scelte da fare o da riconsiderare in corso d’opera; i rapporti formazione/lavoro, con la necessità di avvicinare già durante il corso i studi le realtà aziendali e organizzative che si dovranno poi affrontare con il successivo inserimento; i rapporti delicati del periodo intermedio, quando si è usciti dalla dimensione formativa ma non si è ancora pienamente inseriti in quella lavorativa…; i rapporti lavoro/lavoro, quando si deve cambiare attività professionale e relative attività di orientamento, qualificazione, formazione, flexecurity.
Parte Prima: Viene ribadita la debolezza dell’apprendimento (povero sotto il profilo delle competenze trasversali e di quelle di cultura generale) e l’inadeguatezza dei sistemi di giunzione che diventano ancora più “opachi”… Il passaggio al lavoro dei giovani ha bisogno di avvalersi di un rafforzamento deciso delle politiche attive che sappia far convergere risorse, competenze e soggetti in modo da realizzare l’accompagnamento appropriato e promozionale dei giovani sin dal momento in cui essi sono presenti all’interno delle strutture formative.
Parte seconda. 1) bisognerebbe facilitare l’inserimento nel lavoro molto prima rispetto ad oggi facendo rispettare i giusti tempi di percorrenza, rendendoli però flessibili a seconda si tratti di studenti a pieno tempo o di lavoratori-studenti (e a tale proposito anche il sistema delle tasse universitarie dovrebbe essere utilizzato come una leva di premio/penalizzazione); 2) ma l’equità deve anche farci ricordare che non è giusto richiedere flessibilità ai giovani che entrano nel mondo del lavoro, senza che diventino flessibili in parallelo anche i sistemi di collocamento, di formazione, di protezione sociale e gli stessi sistemi di giunzione; 3)… non è più rimandabile la costruzione lucida e trasparente di un vero “sistema di giunzioni”: esso deve collegare il sistema formativo, da un lato e il sistema lavorativo, dall’altro, con una propria organizzazione, un proprio personale e proprie risorse…: non si può rimandarsi reciprocamente le responsabilità tra scuola e azienda e non si può nemmeno accontentarsi delle tante e spesso anche pregevoli (ma inevitabilmente frammentate) esperienze maturate nel campo dell’orientamento, degli stage, dei tirocini, delle esperienza di alternanza scuola/lavoro…