° Il ministro Gelmini conferma i tagli agli organici, anche per il prossimo settembre
Il taglio, programmato nella finanziaria triennale del 2008 come terza trance, sarà di 20mila posti: solo così, non assumendo i giovani, il Governo finanzierà la progressione di carriera del personale in servizio.
Con ciò si sarà centrato l’obiettivo di un risparmio, nel triennio, di otto miliardi di euro. Ma per riconoscere la progressione di carriera in busta paga, il ministro Tremonti, come San Tommaso, vuol vedere e toccare con mano. I risparmi per il 2010 sono stati certificati, e dunque ha riconosciuto gli scatti al personale che nell’anno 2010 ha maturato la progressione di carriera; invece, osservando i cedolini di gennaio 2011 si nota che, a chi con questo mese di gennaio avrebbe avuto diritto al riconoscimento, Tremonti ha congelato il passaggio al gradone stipendiale successivo. L’Anief si ribella, con una dura presa di posizione del presidente Marcello Pacifico; altri sindacati, invece, si contentano della promessa secondo cui la progressione si avrà in seguito alla certificazione delle risorse risparmiate nel 2011 e 2012. C’è da notare che, in atto, vige il blocco della progressione stipendiale in tutto il pubblico impiego salvo che nel comparto Scuola, fino a tutto il 2012. Di nuovi contratti neanche a parlarne, ovunque.
° Convegno: "La Convenzione ONU sui diritti della persona con disabilità. Il lavoro: un diritto esigibile, un dovere inderogabile"
Il convegno si terrà il prossimo sabato, 29 gennaio 2011 alle 9.00, presso l'Istituto Don Bosco - Via Borremans, 8 - a Caltanissetta. Maggiori ragguagli su Infohandicap - NEWSLETTER - ANNO VI - N. 05 DEL 25/01/11
° Sempre più stretti i margini della contrattazione decentrata
Oggi giorno si grida “al lupo, al lupo”, perché la democrazia sarebbe, nel nostro Paese, in pericolo, ma pochi parlano della stretta che il ministro Brunetta sta studiando, dei diritti sindacali nella P.A. Ce la spiega, con la consueta chiarezza, la commentatrice di Italia Oggi, Alessandra Ricciardi; riportiamo passi dell’articolo in cui spiega come, con un testo di legge che modifica il d.lgs n.150/2009, il ministro Brunetta abbia proposto al CdM nuovi poteri del d.s. sul personale, da introdurre al più presto, “salvo intese” con il ministro dell’Economia. La Gelmini chiede a Brunetta se tali novità siano opportune, ove introdotte nella Scuola.
Venerdì scorso il CdM ha esaminato il provvedimento che corregge il decreto legislativo n.150/2009…. Obiettivo dichiarato: sottrarre alle sentenze dei tribunali l’applicazione della riforma sul fronte dei contratti integrativi, in particolare per quanto concerne i rapporti tra datore di lavoro e dipendenti, evitando confusione e disorganizzazione. Questo significa che i dirigenti potranno gestire direttamente uffici e personale, senza dover più trattare con i sindacati, da subito, ovvero senza attendere il rinnovo dei contratti collettivi. Già, perché nel frattempo che la manovra sui conti pubblici ha congelato i contratti per tre anni, alcuni tribunali, a cominciare da quello di Torino, hanno ritenuto che la Riforma Brunetta per la contrattazione integrativa scatti solo dopo il rinnovo delle intese nazionali. E dunque i nuovi poteri dei dirigenti nell’organizzazione del lavoro, che finora era materia di contrattazione con le rappresentanze sindacali, restano anch’essi al palo per tre anni… Ecco che Brunetta, a caccia di risultati, ha tentato di risolvere alla radice il problema con un nuovo decreto. Che recita:”Hanno comunque immediata applicazione, ai sensi degli artt. 1399 e 1419, secondo comma, cel CC le disposizioni di cui all’art.33 modificato dell’art.2 del d.lgs. n.165 del 2001, all’articolo 5, comma2, del d.lgs n.165 del 2001 e all’art. 54, comma1 del d.lgs. n.165/2001, nonché le disposizioni in materia di contrattazione integrativa”. Se il decreto dovesse essere licenziato, dopo l’ok dell’Economia, potrebbe avere effetti immediati nella scuola, su materie tipiche della contrattazione di istituto pre-Brunetta: dall’assegnazione degli insegnanti alle classi e ai plessi, alla daterminazione dei criteri per la disposizione dell’orario di lavoro….. Dubbi, perché le scuole non sono uffici, sono stati sollevati anche dal ministro Gelmini. Che ha chiesto a Palazzo Vidoni di sciogliere i nodi con una nota. Ma il Dipartimento non ha mai risposto e quindi la questione resta aperta…. C’è tempo perché i dubbi sulla scuola possano essere affrontati.
(Fonte: ItaliaOggi – 25 gennaio 2010)