° La prova preselettiva del secondo TFA. Ancora una volta, polemiche.
Giunge dopo preselezioni per nulla commendevoli e dopo che il MIUR ha tentato di perfezionare le procedure e gli strumenti ma è il criterio che non funziona
Lo scorso mese, i candidati al II ciclo dei corsi TFA per l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole secondarie di I e II grado hanno affrontato i test della preselezione (22.478 posti nei corsi, più, quando sarà, 6.602 posti per la specializzazione sul Sostegno). Li ha predisposti, diversi per ciascuna classe di abilitazione, una Commissione nazionale nominata dal MIUR: 60 quesiti cui rispondere in 2 ore. Non pochi dei 147.000 candidati, rimasti perplessi della prova, si sono messi in contatto con le testate professionali e con i centri studio sindacali chiedendo pareri in ordine a qualche quesito, e ancor più chiedendo sostegno per uscire bene da un passaggio cruciale della ricerca del lavoro. Analizzando gli interrogativi fattici pervenire, siamo giunti alla conclusione che la qualità, sotto il profilo docimologico, dell’ennesima operazione quiz preselettivi non sia migliore rispetto alle precedenti ingloriose esperienze. Il riferimento è, ovviamente alle preselettive di: - Concorso D.D.G. 13 luglio 2011, a 2386 posti di dirigente scolastico (nell’esercitatore-simulatore pubblicato a settembre, con 5750 quesiti, il MIUR stesso cassa, pochi giorni prima della prova, 975 quesiti che riconosce errati o improponibili docimologicamente); - Corsi di formazione, a numero programmato, per il conseguimento della specializzazione al Sostegno (i candidati, tutti docenti provvisti di abilitazione all’insegnamento, vengono sottoposti, tra altro, a giochetti da risolvere in pochi minuti e in situazione di stress, miranti ad accertarne le competenze logico-linguistiche e la comprensione di testi in lingua italiana, quasi si possa dubitare che le abbiano acquisite con gli studi); - Percorsi abilitanti TFA I ciclo - D.D.G. n.74, 23 aprile 2012 (anche in questo caso quesiti nozionistici, adatti ai cultori di enigmistica; un certo numero sono volti a verificare le competenze in lingua italiana, anche con riferimento alla comprensione di testi scritti; questa volta, almeno, sono presenti quesiti inerenti alle discipline di insegnamento disciplinare specifico, e il tempo assegnato (3 ore) è congruo; Concorso a 11.542 cattedre e posti - D.D.G. n. 82 -24 settembre 2012 (il Ministro dispone che la prova preselettiva si svolga mediante una batteria di test uguale per tutte le classi di concorso, ma almeno predispone 2.520 aule attrezzate con postazioni informatiche che consentono ai candidati di ricevere il test, rispondere nel tempo stabilito (50 minuti), inviare l’elaborato, e conoscerne subito l’esito. Nessuno dei 50 quesiti riguarda conoscenze o competenze disciplinari; i più sono intesi a valutare competenze e capacità logiche, interpretative e linguistiche; altri sono di informatica e di lingua straniera). Secondo l’ANIEF, i test strutturati a risposta multipla sono inadeguati, troppo esposti all’alea della casualità ed efficaci nel verificare solo livelli tassonomici di padronanza (mastery) e non quelli di “competenza” essenziali alla professionalità docente e alle funzioni dirigenziali. Prescindendo dagli errori di contenuto, cui sono soggetti coloro che predispongono i test a risposta multipla, e a parte i sempre possibili refusi ortografici e di punteggiatura, esiste una gamma di errori nei quali gli esperti-valutatori incorrono inavvertitamente, a cominciare dal fatto che formulando i quesiti in modo astruso e prolisso, condizionano il tempo assegnato alla prova e il Rate of speed (che influisce sull’esito dei test). I quesiti che più danno luogo ad equivoci sono quelli in cui, nel formulare gli item, il valutatore interviene nel registro lessicale e sintattico, com’è necessario per i test a risposta multipla (ma, esistono tipi di test “strutturati” che minimizzano questo intervento). In certi casi, i valutatori predispongono risposte delle quali più d’una può apparire plausibile a seconda dei convincimenti del candidato (ad es., nei test di geografia politica, i convincimenti ideologici), sicché la individuazione della risposta corretta resta discrezionale. Accade anche che certi quesiti siano privi dei riferimenti contestualizzanti imprescindibili perché il candidato individui la risposta corretta. Volendo esemplificare su sviste accidentali verificatesi in questa recente prova preselettiva, segnaliamo che un valutatore iellato ha chiesto chi fosse l’autore di un certo libro il cui titolo, giusto giusto, è identico in due diversi autori; quanto a sviste prodotte dalla fretta (per formulare un solo quesito occorrono non meno di 20 minuti), segnaliamo che un valutatore è riuscito a confondere le idee ai candidati, nel proporre quesiti su eventi arcinoti di storia medievale. Com'è possibile che il MIUR, dopo essere stato, per un lustro intero, tempestato di proteste e sentenze avverse dei giudici amministrativi si sia imbarcato in un'altra preselezione di qualità discutibile ? Gli ultimi tre ministri della Istruzione, ex rettori, non ci sembra abbiano adottato provvedimenti risolutivi, eppure siamo certi che non abbiano in gran pregio i test a risposta multipla. Della Giannini, ne siamo certi perché lo ha dichiarato in un’intervista: «Non considero un giusto metodo di selezione per una vita professionale così delicata, stiamo parlando dei futuri medici, quello fondato su 68 domandine, talvolta perfino ridicole, alle quali bisogna rispondere in due ore». E se i test non sono idonei a selezionare efficacemente i migliori candidati matricole di Medicina, figuriamoci se sono proponibili nel caso di docenti e dd.ss.