Scuola: Aggiornamenti in progress - giovedì 3 febbraio 2011

° Pubblicato il Regolamento della formazione degli insegnanti (elaborato 5 mesi fa)
Il Decreto n. 249 datato 10 settembre 2010 è pubblicato sulla GU del 31 gennaio
Reca l’intestazione: «Definizione della disciplina dei requisiti e delle modalita' della formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell'infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado, ai sensi dell'articolo 2, comma 416, della legge 24 dicembre 2007, n. 244». Le norme,in vigore il 15 febbraio. Per insegnare nella scuola dell’infanzia e primaria occorrerà la laurea magistrale (con tirocinio a partire dal II anno); per diventare insegnante nella scuola secondaria, dopo il corso di laurea triennale occorrerà superare una selezione (numero programmato in funzione dei posti effettivamente disponibili) con cui si accede al biennio di laurea magistrale, e poi effettuare l’anno di tirocinio (TFA).

 
° Gli UU.SS.RR. indicono i concorsi personale ATA
Indizione, per l’anno scolastico 2010/2011, dei concorsi per titoli per l’accesso ai ruoli provinciali, relativi ai profili professionali dell’area A e B del personale ATA.
Con la circolare del 20 gennaio 2011 prot. n. 402 il MIUR invita i Direttori Generali di ciascun Ufficio Scolastico Regionale ad indire, nel minor tempo possibile, i concorsi per soli titoli per i profili professionali ATA dell’area A e B, ai sensi dell’art. 554 del D.Lvo 297/94 e in base alla O.M. 23.02.2009, n. 21. Gli aspiranti dovranno presentare domanda tramite procedura on-line.

 
° Contenti e gabbati
Il “recupero” didattico a vantaggio degli studenti in difficoltà si fa a costo zero. I fondi ministeriali appositi, che nel 2007 ammontavano a 210 milioni, sono scesi a 43,5 milioni.
L’accreditamento alle scuole per i corsi di recupero (per chi fa segnare insufficienze allo scrutinio intermedio) sono venuti via via decrescendo: dai 210 milioni del 2007 ai 43,5 dello scorso anno. In mancanza di fondi sufficienti e poiché organizzare l’attività di recupero è un obbligo di legge, le scuole (che in passato organizzavano il recupero in orario pomeridiano, pagando con appositi fondi gli insegnanti, interni o esterni, impegnati) inseriscono le relative lezioni al mattino, al posto delle lezioni curricolari: ipocritamente si organizza un servizio didattico per alcuni con un espediente che rischia di risultare illegale; infatti, a parte il danno didattico per gli studenti che non fruiscono delle lezioni di “recupero” resta il fatto che queste non potrebbero essere computate nel tempo scuola minimo obbligatorio per la validità legale dell’anno scolastico. Ovviamente si inseriscono nel calcolo delle ore le attività didattiche (“approfondimento” !?) organizzate a favore degli alunni che non hanno bisogno di “recupero”.
(Fonte: Il Giornale – 1 febbraio 2010)

 
° Niente giochetti a danno dei supplenti temporanei che sostituiscono i titolari fino a fine dell’anno scolastico
La disposizione c’era già (CM del 10 giugno 2009, prot.9038), ed era chiara ma qualche d.s. non l’aveva capita o non la conosceva
Se sostituiscono fino alla fine delle lezioni titolari la cui assenza si protragga anche alla data degli scrutini finali (ed eventualmente agli esami), i supplenti hanno diritto alla proroga del contratto, senza interruzione per le giornate intercorse tra la conclusione delle lezioni e le operazioni di scrutinio, esame e valutazioni finali. Lo si è ribadito, in sede di conciliazione all’USP di Caserta, lo scorso 3 gennaio.

 
° E’ il tempo di dimostrare amicizia verso le donne. In un momento politico….
"Se non ora quando?". Con questo slogan, un gruppo di personalità si appella a tutte le donne perché partecipino ad una giornata di mobilitazione nazionale che si terrà domenica 13 febbraio in molte città d’Italia. Riportiamo un passaggio dell’appello.
“… Una cultura diffusa propone alle giovani generazioni di raggiungere mete scintillanti e facili guadagni offrendo bellezza e intelligenza al potente di turno, disposto a sua volta a
scambiarle con risorse e ruoli pubblici. Questa mentalità e i comportamenti che ne derivano stanno inquinando la convivenza sociale e l’immagine in cui dovrebbe rispecchiarsi la coscienza civile, etica e religiosa della nazione. Così, senza quasi rendercene conto, abbiamo superato la soglia della decenza. Il modello di relazione tra donne e uomini, ostentato da una delle massime cariche dello Stato, incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni….”.
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