LAVORO da tanti anni ma il Piano Renzi mi lascia a casa: sono delusa". C. F., 46 anni, insegna come docente di sostegno presso una scuola elementare in provincia di Prato e non riesce a darsi pace di essere rimasta fuori dal mega-piano di assunzioni previsto dalla Buona scuola di Renzi.
Ma pensa che neanche la sentenza della Corte di giustizia europea di ieri possa farle giustizia.
Da quanti anni lavora nella scuola?
"Dal 1998 nella scuola primaria, mi occupo del sostegno. Non sono riuscita mai ad inserirmi nelle graduatorie ad esaurimento perché non ho l'abilitazione all'insegnamento".
Come mai?
"Non ho partecipato al concorso a cattedre del 1999 perché avevo i figli piccoli e quando c'è stata la possibilità di partecipare all'abilitazione riservata mi mancavano pochi giorni ai 360 necessari per partecipare. Ma lavoro da sei anni con incarichi dei presidi perché ho il diploma magistrale e la specializzazione per il sostegno".
Qual è stata la sua reazione quando il presidente del Consiglio ha illustrato la sua Buona scuola?
"Ci ho sperato che Renzi potesse assumere me e le colleghe nelle mie stesse condizioni. Siamo in tante e per anni abbiamo tappato tanti buchi, quella di rimanere fuori dalle assunzioni del Piano Renzi mi sembra davvero una profonda ingiustizia. Anche perché nelle graduatorie ad esaurimento, che verrebbero svuotate, sono inclusi precari che non hanno neppure un giorno di supplenza all'attivo. Non sono più giovanissima, ho bisogno di lavorare e mi basterebbe farlo anche in questo modo se mi chiamassero ogni anno, ma l'assunzione mi darebbe la tranquillità che cerco".
La sentenza della Corte di giustizia europea sostiene che lei deve essere assunta.
"Sì, ma non mi fa stare tranquilla perché penso che troveranno qualche cavillo per non assumerci. Anche se io potrei rientrarci: lavoro continuativamente da sette anni. Per tre anni ho avuto l'incarico da settembre- ottobre fino al termine delle lezioni, poi un anno sono stata in maternità e negli ultimi tre anni sono stata nuovamente chiamata per tutto l'anno dal dirigente scolastico. Negli anni precedenti lavoravo per qualche giorno a settimana".
Perché allora è così pessimista?
"Non ci credo molto, se i trentasei mesi cui fa riferimento la sentenza della Corte di giustizia europea devono essere continuativi io non ce la faccio. Farò comunque ricorso attraverso l'Anief per ottenere l'immissione in ruolo e incrocerò le dita".