I primi effetti pratici della storica sentenza della Corte di Giustizia europea sulla reiterazione dei contratti a termine nel territorio italiano.
Arrivano i primi effetti pratici della storica sentenza della Corte di Giustizia europea sulla reiterazione dei contratti a termine nel territorio italiano: a Napoli il giudice del lavoro Paolo Coppola, prendendo atto della pronuncia emessa dai giudici di Lussemburgo, in Rue du Fort Niedergrunewald lo scorso 26 novembre, attraverso la sentenza 521/2015 ha accolto ieri il ricorso della docente precaria Raffaella Mascolo, patrocinato dai legali Anief De Michele e Galleano, procedendo alla sua immissione in ruolo con acclusa ricostruzione di carriera.
La sentenza sulla docente di Ischia arriva a distanza di cinque anni da quando l'Anief denunciò «il danno prodotto ai precari italiani», costituendosi in Corte Costituzionale, cui seguirono migliaia di ricorsi presentati nei tribunali del lavoro italiani, che si vanno a sommare alla miriade di denunce pervenute alla Commissione Europea. Si fa perno sulla incompatibilità della normativa nazionale rispetto alla direttiva 1999/70/CE del Consiglio del 28 giugno 1999 relativa«all'accordo quadro Ces, Unice e Ceep sul lavoro a tempo determinato». Il sindacato, che ha sempre sostenuto l'illegittimità dello Stato italiano nel rinnovare i contratti a tempo determinato per provvedere alla copertura di posti vacanti nella pubblica amministrazione. Il limite stabilito è trentasei mesi di precariato. Chi ne ha fatto di più può ricorrere impugnando la legge europea. Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, «a questo punto tutti i tribunali italiani si dovranno adeguare alla sentenza delle Corte europea, come ha fatto il giudice di Napoli. Ma vinta questa battaglia l'Anief non si fermerà: oltre all'assunzione, i precari hanno diritto a percepire gli scatti di anzianità da precari, al pagamento delle mensilità estive, alla riconoscimento pieno del periodo pre-ruolo anche ai fini della mobilità».
«E' evidente che anche il nuovo contratto di lavoro - conclude il sindacalista Anief-Confedir - dovrà contenere la validità del servizio svolto dai precari ai fini di tutto quanto stabilito nei tribunali, italiani e non. Il rispetto dalla dignità dei lavoratori, di ruolo e non di ruolo, non può continuare ad essere calpestato. Anche per questo, fino al 6 febbraio, il sindacato Anief chiede ai lavoratori della scuola di presentare le proprie liste di candidati in tutti gli ordini scolastici». Entusiasti della sentenza del giudice Coppola anche gli altri sindacati. «Siamo soddisfatti dell'esito di questa battaglia che porteremo avanti fino a quando il governo non avrà reso giustizia a tutti i precari», ha affermato la Flc-Cgil, sottolineando che questo significa la stabilizzazione dei precari della scuola con più di 36 mesi di servizio. «Si tratta del primo pronunciamento dopo la sentenza della Corte Europea che - sottolinea la Flc - trasforma il rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato e riconosce l'anzianità pregressa». Per la federazione Gilda-Unams gli insegnanti stabilizzati dal giudice sono tre. Oltre alla docente di Ischia ci sono anche Alba Forni e Immacolata Racca. «La sentenza emessa dal Foro di Napoli - spiega in una nota - dispone l'assunzione a tempo indeterminato a partire dal primo giorno del 37esimo mese di servizio e riconosce il risarcimento del danno per i periodi di interruzione del lavoro intercorsi dal 36esimo mese fino all'effettiva immissione in ruolo».