La sentenza che ha fatto assumere la prof di Ischia. Il sindacato: i giudici devono adeguarsi.
Sono già oltre 10mila i ricorsi pendenti nei tribunali italiani dopo la sentenza del tribunale di Napoli che ha decretato l'assunzione in ruolo di una docente precaria prendendo atto della sentenza della Corte di Giustizia europea. «Tutti i tribunali italiani - spiega Marcello Pacifico presidente dell'Anief - si dovranno adeguare come ha fatto nei giorni scorsi il giudice Paolo Coppola di Napoli nei confronti di Raffaella Mascolo, la prof di Ischia». In pratica chiunque abbia un giorno più di trentasei mesi può, secondo la corte europea, ricorrere. «Ma vinta questa battaglia - annuncia Pacifico - l'Anief non si fermerà: oltre all'assunzione, i precari hanno diritto a percepire gli scatti di anzianità da precari, al pagamento delle mensilità estive, alla riconoscimento pieno del periodo pre-ruolo anche ai fini della mobilità». La sentenza sulla docente di Ischia, ricorda Pacifico, arriva a distanza di cinque anni da quando l'Anief denunciò il danno prodotto ai precari italiani, costituendosi in Corte Costituzionale, cui seguirono migliaia di ricorsi presentati nei tribunali del lavoro italiani, che si vanno a sommare alla miriade di denunce pervenute alla Commissione Europea.
Ora i magistrati non potranno che dare il via libera e Napoli ha fatto da apripista. Il sindacato ha sempre sostenuto l'illegittimità dello Stato italiano nel rinnovare i contratti a tempo determinato per provvedere alla copertura di posti vacanti nella pubblica amministrazione: ciò è avvenuto senza ragioni oggettive e con il solo scopo di lucrare un risparmio di spesa in danno di un'intera generazione di lavoratori. Già nel 2011 arrivarono congrui risarcimenti danni a favore dei precari ricorrenti, con indennizzi fino a 30mila euro. «È evidente che anche il nuovo contratto di lavoro - conclude Pacifico - dovrà contenere la validità del servizio svolto dai precari ai fini di tutto quanto stabilito nei tribunali, italiani e non. Il rispetto dalla dignità dei lavoratori, di ruolo e non di ruolo, non può continuare ad essere calpestato. Anche per questo, fino al 6 febbraio, l'Anief chiede ai lavoratori della scuola di presentare le proprie liste di candidati in tutti gli ordini scolastici».