ROMA - Per sanare il problema non bastano le rassicurazioni fornite nelle ultime ore dal Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, secondo cui l'operazione di confluenza dell'Inpdap nell'Inps sta avvenendo senza problemi perché "la previdenza legata ai dipendenti pubblici è a carico dello Stato", quindi "il problema non si pone".
Lo stesso neo presidente dell'Inps, Tito Boeri, ha ammesso che appena il suo ruolo diventerà operativo l'obiettivo è "liberare risorse per 4 miliardi di euro. Un risparmio annuale utile a risolvere in modo strutturale e definitivo il problema degli esodati - rimasti senza lavoro e senza pensioni - e del pensionamento degli insegnanti della cosiddetta Quota 96 scuola, costretti a rimanere in cattedra". Il problema, sottolinea il sindacato della scuola, Anief, è che rimane inalterato il buco di 23 miliardi nel bilancio Inps, legato all'incorporazione dell'Inpdap e della sua passività patrimoniale: il deficit è tale che pongono ad alto rischio le future pensioni di centinaia di migliaia di lavoratori pubblici. Ad iniziare da quelle dei precari, a seguito del mancato pagamento dei contributi pensionistici da parte dello Stato nei confronti dei suoi dipendenti a tempo determinato. Inoltre, nonostante le variazioni tecniche, non risultano stati assegnati finanziamenti adeguati per coprire l'enorme "buco" sui TFR degli statali: tanto è vero che i lavoratori pubblici continuano a rimane illegittimamente esclusi perché lo Stato non ha mai versato in solido i contributi. "La situazione è poco allegra anche per chi è a metà del suo percorso lavorativo professionale