ROMA «Manterremo l'impegno a garantire le nuove assunzioni nella scuola, a cominciare dai vincitori di concorso del 2012 e a partire dal primo settembre. Ci sono i tempi perchè questo possa avvenire attraverso l'approvazione da parte del Parlamento della riforma della scuola presentata dal governo». Lo ha assicurato alla Camera il ministro Maria Elena Boschi, alla vigilia della riunione del Consiglio dei ministri che avrà sul tavolo il ddl Scuola.
Tempi un po' stretti
Boschi ha parlato di «una collaborazione e una responsabilità reciproca» da parte del governo e del Parlamento. Quest'ultimo «visto che siamo a marzo, dovrà garantire l'approvazione del provvedimento in tempi utili, perchè tecnicamente ci sono, per poter iniziare la scuola con tutti i docenti necessari». A queste condizioni il governo conferma la modalità del disegno di legge. Ma sulle assunzioni dei precari si saprà solo oggi qual è la strada scelta. L'ipotesi più accreditata è uno "spalmamento" su due anni: subito un primo pacchetto consistente di assunzioni per coprire il turn over in maniera abbondante (atto possibile come semplice autorizzazione del ministero dell'Economia). Si parla di circa 50.000 assunzioni, ma certamente più di quelle fatte negli anni passati allo stesso fine, per risolvere il problema delle supplenze annuali. Una seconda tranche di assunzioni verrebbe poi incardinata nel ddl.
Il dissidio sulle paritarie
Altro nodo da sciogliere è quello della possibilità di una detrazione fiscale per le famiglie che iscrivono i figli alle scuole paritarie. Questione delicata che contrappone coloro che chiedono l'applicazione senza esitazioni del dettato costituzionale - che all'articolo 33 assegna ai privati il diritto «di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato» - e coloro che, considerando la scuola paritaria parte del sistema di "istruzione pubblico", rivendicano finanziamenti ad hoc «per consentire la libera scelta educativa». Con il ddl sarà il Parlamento a pronunciarsi. Il testo conterrà anche un rafforzamento dell'alternanza scuola-lavoro e dell'autonomia scolastica.
"Soluzione sbagliata e nodo irrisolto"
«Li ha invitati tutti a cena a casa?». Così Susanna Camusso, leader della Cgil, ha commentato ironicamente le rassicurazioni del premier Renzi nei confronti dei precari nella scuola. «Non capisco come faccia a dire che tutto sarà risolto - ha aggiunto - quando ci sono moltissimi precari, con tipologie differenti, ed è un anno che il governo promette la stabilizzazione e poi la rinvia». Secondo l'Anief il governo si sta avviando su «prospettive inapplicabili» e si sta prendendo «la responsabilità di sbagliare tutto su tempi, numeri e soluzioni». «Il disegno di legge ha tempi lunghi - sottolinea l'Anief - con il rischio che slittino la maggior parte delle assunzioni: 50 mila a settembre e il resto nel 2016. Si parla poi di un numero complessivo fortemente ridotto: dalle 150 mila iniziali a non più di 100 mila. Con la possibilità che tra gli esclusi figurino anche migliaia di candidati risultati idonei a seguito del concorso a cattedra, bandito dall'ex ministro Profumo».
Gli studenti tornano in piazza
«Non chiediamo solo il ritiro della "Buona Scuola", ma proponiamo come alternativa un'Altra Scuola». Studenti in piazza in 40 città in difesa del diritto allo studio e della scuola pubblica. «Pochi studenti hanno partecipato alla consultazione della "Buona Scuola" - sottolinea l'Uds - vogliono calarci dall'alto una riforma che risponde alle esigenze dell'impresa e dei poteri forti. A confermarlo ci sono le agevolazioni per le scuole private».