ROMA – I cinquemila della scuola in piazza Santi Apostoli, nel centro di Roma, convocati da sindacati uniti dopo sette anni, sono sì contro la Buona scuola di Matteo Renzi e Stefania Giannini, ma soprattutto sono contro l'indifferenza che questo governo ha mostrato nei confronti del sindacato.
A partire dal rinnovo del contratto, fermo da sette anni. Così un librone, "La buona scuola", gradito a inizio settembre, è diventato un disegno di legge malsopportato a metà marzo e ora vacilla sotto il peso della contestazione di "unions" che, umiliate, hanno alzato il tiro: «Fermeremo gli scrutini se sarà necessario», urla il normalmente moderato professor Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda: «Il 5 maggio tutte le scuole d'Italia dovranno essere chiuse».
Giannini, oggi, tra molti docenti fa rima con Gelmini e oggi come il 30 ottobre 2008 si annuncia sciopero generale contro l'ultimo ministro e contro il premier. Il prossimo 5 maggio, appunto. Di più, spinti da una base impaurita dal preside padrone che può trasferire e licenziare o più semplicemente dall'idea di una riforma quale che sia, i sindacati della scuola ora sfogliano concitati il calendario per fare a chi paralizzerà di più il settore. Il gruppo Cobas affiancato dai siciliani di Anief (otto sigle in tutto) aveva già prenotato la giornata di sciopero più corteo romano il 24 aprile, venerdì prossimo, subito dopo l'inizio della discussione in Parlamento sul disegno di legge. La triplice confederale più Gilda e Snals ha rilanciato il 5 maggio, ma i Cobas stanno chiedendo al gruppone — definito fino a ieri «collaborativo con il governo» — di spostare tutto una settimana più avanti per consentire agli studenti anti-quiz Invalsi di partecipare il 12 maggio a una giornata di marcia affollata.
Ieri Susanna Camusso, dal palco, ha invitato a «procedere unitariamente». E Annamaria Furlan, segretario generale Cisl, ha chiesto un decreto legge per velocizzare l'assunzione dei precari della scuola: 101mila che, comunque, il governo stabilizzerà. Domenico Pantaleo, segretario Cgil scuola: «Chiediamo al presidente della Repubblica di intervenire». Da Lucca il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, ha detto: «Rispetto chi protesta ma la nostra è una riforma culturale rivoluzionaria». La responsabile scuola del Pd, Francesca Puglisi, dice invece: «Uno sciopero ingiusto perché l'esecutivo Renzi stabilizza 100mila precari, stanzia 200 milioni per il merito, investe 40 milioni per la formazione, destina 500 euro agli insegnanti per i consumi culturali».
Domani si chiude la presentazione degli emendamenti in commissione, la relatrice Maria Coscia — per contingentarli — ha detto che dovranno essere valutati con lei. Insurrezione di cinque minoranze, che hanno trovato un alleato nella presidente della Camera Laura Boldrini: «I provvedimenti saranno discussi in profondità», ha detto. La maggioranza è pronta a cambiare due punti: ai supplenti che hanno accumulato più di 36 mesi di insegnamento sarà consentito di continuare nelle sostituzioni fino al concorso 2016 e chi ha fatto tirocini a pagamento — Tfa e Pas — ma non è entrato tra i prossimi assunti avrà punteggi da spendere nello stesso concorso.