La protesta indetta da Anief, Unicobas e Usb contro il disegno di legge di riforma all'esame del Parlamento. I sindacati: "Non va approvato". Una manifestazione parte alle 10 e arriva a Santi Apostoli. Previsto un rpesidio al Miur e uno alle 15.30 stto Montecitorio.
Giornata di sciopero venerdì 24 aprile con il corteo nazionale a Roma di docenti e personale scolastico Ata. "Basta tagli, le regole le cambiamo noi" è lo slogan dell'iniziativa di protesta promossa da Anief, Unicobas e Usb contro il disegno di legge di riforma della scuola attualmente all'esame del Parlamento. In concomitanza con l'astensione dal lavoro è prevista una manifestazione a Roma, con partenza alle 10 da piazza della Repubblica e arrivo a Piazza Sant'Apostoli e, dalle ore 15.00, un sit-in davanti Montecitorio.
Le strade chiuse. Il corteo dell'Anief, Ubs e Unicobas partirà alle 10 da piazza della Repubblica e percorrerà via delle Terme di Diocleziano, via Giovanni Amendola, via Cavour, largo Corrado Ricci, via dei Fori Imperiali, piazza Venezia, via Cesare Battisti con arrivo in piazza Santi Apostoli. Le linee degli autobus Atac H-5-14-16-30-40-44-46-50-51-60-60L 61-62-63-64-70-71-75-80-81-82-83-85-87-105-117-118-160-170-360-492-590-628-649-714-715-716-780-781-810-910-916 potrebbero deviazioni e o rallentamenti.
I motivi della manifestazione."A distanza di pochi giorni dallo sciopero dei precari, che lo scorso 17 marzo ha visto la partecipazione di un supplente su quattro, il 24 aprile il mondo della scuola si ferma per l'intera giornata, per dire no all'approvazione di quel disegno di legge 2994 con cui il governo vorrebbe riformare decisamente in peggio l'istruzione pubblica italiana: la protesta è trasversale, abbracciando tutto il personale, dai docenti agli Ata, dai dipendenti di ruolo a quelli precari, sino ai tanti supplenti che lo Stato continua a reputare invisibili malgrado fossero vincitori di concorso, abilitati e formati nelle università", fanno sapere gli organizzatori.
I dipendenti - spiega ancora l'Anief - "dicono no alle prospettive di mancato sblocco degli scatti stipendiali, di attribuzione al dirigente scolastico del potere di nomina, di trasferimento e di aumenti stipendiali del personale. Inoltre, il piano di assunzioni non risolve il problema del precariato".
Le altre proteste. Tre quindi gli appuntamenti previsti in città: il corteo che partirà alle 10 da piazza della Repubblica, il presidio del personale ex-Lsu Ata, sempre alle 10 sotto il Miur, e il sit-in davanti in piazza di Montecitorio, dalle 15 alle 18. La Usb Pubblico Impiego Scuola insieme ad altre organizzazioni del sindacalismo di base, e la Usb Lavoro Privato, con il personale ex-Lsu Ata addetto alle pulizie, sarà in piazza a Roma "per il ritiro dei provvedimenti sulla scuola e contro le politiche antisociali attuate dal governo Renzi sotto dettatura della Troika, che stanno toccando pesantemente la qualità dell'istruzione e dei servizi. Da un lato - spiega una nota Usb - con il progetto di controriforma 'La Buona Scuola' non si vuole 'far crescere il Paese', ma applicare alla scuola il modello dell'azienda privata. Viene assegnato un potere assoluto ai dirigenti scolastici, che potranno assumere e licenziare con grande discrezionalità e pianificare una didattica sempre più condizionata dalle compatibilità economiche, che varieranno tra singole strutture scolastiche a seconda dell'apporto dei privati e della capacità di attrarre finanziamenti dal 5xmille, determinando così disuguaglianze ingiustificabili. Precarietà per i docenti stabili, con l'assegnazione di incarichi triennali soggetti alla valutazione del dirigente scolastico; precarietà a vita per quelli già precari, di cui solo un'esigua parte sarà stabilizzata".
"Mai come in questa occasione, i sindacati sono determinati ad andare avanti, perché il ddl di riforma non va approvato - continua l'Anief - Se sarà necessario, qualora la protesta non dovesse portare i risultati auspicati, la protesta potrà continuare il mese successivo, anche in maniera unitaria se verrà approvata una piattaforma comune. Dal Governo, del resto, non sono giunti sinora sufficienti margini di dialogo - prosegue il sindacato -: a parte qualche lieve cambiamento, che sembra sia stato effettuato nelle ultime ore, l'intenzione del Governo rimane quella di blindare il testo. Soprattutto dopo il suo abbinamento al Documento di economia e finanza. Sarà approvato con pochissime modifiche, se non ci sarà una risposta forte del personale della scuola fin dai primi giorni della votazione degli emendamenti. Ecco perché risulta necessario cominciare la mobilitazione domani: per non rischiare di scioperare il 5 maggio, con il grosso degli emendamenti ormai già valutati"