Tra contestazioni, polemiche e ricorsi, sta per concludersi faticosamente la procedura del vecchio concorso: ma il regolamento per il nuovo non è ancora pronto.
Mancano più di mille presidi nelle scuole, tra posti vacanti (500) e istituti sottodimensionati, che non prevedono una dirigenza. Un numero che però rischia di aumentare vertiginosamente, al ritmo di 600-700 all'anno, perché il nuovo bando per il concorso presidi non arriverà prima dell'autunno, e i nuovi dirigenti ottimisticamente potranno prendere servizio il 1° settembre del 2016, ma più realisticamente il 1° settembre del 2017. «Un'escalation pericolosa», sintetizza il presidente dell'Associazione presidi, Giorgio Rembado. «La Buona scuola punta sui presidi e una scuola su 4 l'anno prossimo resta senza preside», tuona l'Anief. In attesa di concludere le procedure sospese del vecchio concorso per tre regioni (Campania, Toscana e Lazio), il ministero dell'Istruzione è infatti ancora al lavoro sul regolamento che cambierà le regole del gioco: il nuovo percorso che dovrebbe assumere 1000 dirigenti scolastici prevede un corso-concorso, con una prova preselettiva, una prova scritta e un'altra orale, per concludersi con una graduatoria finale. Ma tra intoppi e dettagli da definire, i tempi si allungano pericolosamente.
I passaggi tecnici
I passaggi perché la procedura venga portata a termine sono ancora molti: dopo aver superato un primo vaglio del ministero delle Finanze, il regolamento è passato sul tavolo dei tecnici del Miur. Poi dovrà tornare al Mef, ricevere il via libera del Consiglio di Stato e delle commissioni parlamentari, e solo alla fine il Mef e la Funzione pubblica potranno ricevere l'autorizzazione a emanare il bando.
I posti da coprire
Il vero nodo restano i posti. Secondo una stima di Rembado, attualmente sono 500 le dirigenze scolastiche scoperte, a cui vanno aggiunte altre 600 reggenze, ovvero presidi costretti a fare la spola tra più istituti perché le scuole sottodimensionate non hanno diritto ad un proprio preside. Nonostante una sentenza della Corte costituzionale del 2012 abbia ritenuto «illegittimo» l'accorpamento negli istituti comprensivi, che ha cancellato circa 2 mila scuole autonome, come rileva l'Anief, sembra che le reggenze non verranno abolite. «La reggenza è di per sé una cosa negativa -spiega Rembado - perché per un preside è difficile riuscire a seguire più istituti, con migliaia di studenti, tanti professori e collaboratori da gestire: ma se da transitoria e d'emergenza diventa sistematica per la mancanza di concorsi, che dovrebbero essere banditi per legge ogni anno, allora la situazione diventa drammatica». Il rischio concreto? Che quando arriverà il nuovo bando, che non assicurerà più di 1000 posti, sarà già «datato» rispetto alle reali esigenze della scuola, per i pensionamenti che camminano al ritmo di 600-700 all'anno. E che quindi sarà insufficiente a coprire tutte le necessità.
I ricorsi pendenti
Attualmente sono 7777 i dirigenti scolastici in tutta Italia. Ma i posti disponibili sono legati anche ad un'altra grossa incertezza, quella che riguarda il vecchio concorso per presidi, che vede almeno tre regioni indietro sulla chiusura del concorso: Campania, Toscana e Lazio. In Campania, per un errore materiale nelle graduatorie, si sta procedendo a tutte le verifiche. In Toscana, è finita da poco la ricorrezione delle prove scritte dopo i ricorsi per la composizione della commissione. Gli orali sono stati fissati per il 18 giugno, e i vincitori dovrebbero esserci per la fine di giugno. Infine, nel Lazio sono stati risolti tutti i contenziosi in favore del Miur, ma ci sono 16 idonei da assorbire. I tempi in generale dovrebbero coincidere con l'uscita del nuovo bando, per evitare conflitti di interessi.
La prova
Per diventare presidi, sarà necessario sottoporsi ad una prova preselettiva, poi ad una prova scritta e ad una orale: alla fine di questo percorso un numero di aspiranti presidi maggiorato del 20% sarà ammesso al corso-concorso, che durerà in tutto sei mesi, di cui due di tirocinio. Solo chi supera anche questa prova potrà essere considerato vincitore e quindi accedere alla posizione di preside. Potranno partecipare tutti i docenti, ma senza il limite dell'anzianità di servizio (i cinque anni previsti per il vecchio concorso).