Roma - La Camera approva la riforma della Buona scuola ma ora il cammino del ddl proseguirà tutto in salita. Con il via libera alla chiamata diretta da parte dei presidi e l'esclusione dei precari delle Graduatorie di Istituto dal piano di assunzioni si alza il livello di scontro con i sindacati e con tutto il mondo della scuola. Le modifiche introdotte a Montecitorio non hanno cambiato l'impianto del provvedimento che rivoluziona i rapporti di potere nella governance degli istituti scolastici.
Sulle barricate sono già saliti i Cobas che hanno proclamato due giorni di sciopero e blocco degli scrutini ma tutte le sigle sindacali (Cgil, Cisl, Uil, Snals) sono in mobilitazione e pronte ad aderire in massa all'astensione dal lavoro che bloccherà la consegna delle schede finali agli studenti ma non potrà riguardare le classi terminali dei cicli di istruzione. Anche l'Authority di garanzia per gli scioperi ribadisce che non si potranno far slittare gli scrutini di terza media e quelli propedeutici agli esami di Maturità. Ma i Cobas hanno pronto un «protocollo» di astensione dal lavoro già testato in passato che, pur rispettando le leggi vigenti, di fatto è in grado di far slittare la consegna delle schede per le classi che non devono affrontare esami. Dunque si prepara la battaglia in piazza con sindacati, professori e studenti ma anche in Senato dove la maggioranza renziana non ha i numeri certi che vanta invece alla Camera. Il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, difende la riforma che rappresenta, afferma, «un grande cambiamento culturale che mette al centro i principi di autonomia, trasparenza, responsabilità, valutazione e merito». Ma sono proprio i punti qualificanti della riforma che i sindacati vogliono cambiare. La figura del nuovo dirigente scolastico definito dalla Giannini «un leader educativo» visto che potrà scegliere «la propria squadra» anche se nell'ambito di albi territoriali per i sindacati va corretta a favore di una maggiore collegialità. Non basta secondo l'Anief «che siano il Collegio ed il Consiglio di istituto a decidere il bisogno dell'offerta formativa e quindi ad individuare gli organici perché rimarrà sempre il dirigente a scegliere chi assumere». Sul piano straordinario di assunzioni grazie al quale, sottolinea la Giannini, «ogni scuola, avrà l'8 per cento di docenti in più, in media 7 ad istituto». La Uil contesta l'esclusione degli abilitati con almeno 3 anni di servizio. Tra i principi introdotti e condivisi anche dal centrodestra l'alternanza scuola-lavoro e le detrazioni fiscali sulle rette scolastiche delle paritarie destinate alle famiglie. Il rapporto con il mondo del lavoro diventa strutturale e sostenuto da un finanziamento di 100 milioni annui, almeno 400 ore nel triennio dei tecnici e 200 per i licei. Stanziati 90 milioni per l'innovazione digitale. Poi il discusso fondo di 200 milioni annui per la valorizzazione del merito del personale docente che verrà assegnato dal dirigente. Un altro dei poteri dei presidi contestato dai sindacati. Potenziati gli insegnamenti di Musica, Arte, Lingue ed Economia.