Il Governo vuole il merito ma stipendi in calo dal 2011.
«Tanta è l'insistenza del Governo nell'introdurre il merito professionale ad una ristretta porzione di docenti, non più del 10 per cento, tanto poco è l'interesse dell'Esecutivo per la perdita di potere degli stipendi di tutto il personale. Una perdita sempre più sensibile, confermata dell'Istat attraverso il "Rapporto annuale 2015", che tra le varie analisi è andata a verificare i conti delle Amministrazioni Pubbliche, per il periodo 1995-2014 elaborando i dati in conformità alle regole comunitarie». Lo afferma l'Anief in una nota.
Da un approfondimento del documento, realizzato dall'Ufficio Studi dell'Anief, emerge che «nell'ultimo quadriennio nella P.A. i redditi da lavoro dipendente sono risultati in deciso calo: «risulta che per le buste paga dei lavoratori pubblici nel 2011 erano stati spesi 169.615 milioni di euro, ma l'anno successivo la medesima spesa è scesa a 166.130 milioni (-2,1%); nel 2013 si è registrato ancora un calo, con la quota complessiva ridotta a 164.910 milioni (corrispondenti ad un ulteriore -0,7%); dato confermato nel 2014, quando la spesa è passata a 163.874 milioni (-0,6%) - prosegue il sindacato - Il rapporto dell'Istituto nazionale di statistica evidenza che "sono ancora numerose le trattative contrattuali non concluse. Il rallentamento della crescita delle retribuzioni contrattuali deriva dall'aumentare dell'incidenza di contratti non rinnovati". Inoltre, il blocco delle retribuzione orarie per i dipendenti dello Stato non trova riscontri in altri comparti».