Nella Capitale manifestazione con partenza dal Colosseo e conclusione a Piazza Farnese con una "notte bianca". Il coordinatore del Gilda, Rino Di Meglio: "Se il ddl non verrà fermato al Senato, a settembre paralisi dell'amministrazione scolastica: prossima settimana sciopereremo con il blocco degli scrutini". Non ha dubbi Marcello Pacifico, presidente dell'Anief: "Compiono un atto illegittimo i dirigenti che indicono gli scrutini di domenica, per recuperare quelli non svolti a causa dello sciopero".
Fiaccolate e "notte bianca" contro la riforma della scuola. Dopo lo sciopero dello scorso 5 maggio torna in piazza, in 70 città italiane, la protesta dei sindacati Cgil, Cisl, Uil scuola, Gilda e Snals. L'obiettivo è sempre lo stesso: cambiare il testo del provvedimento ora in discussione al Senato.
Nella Capitale è stata organizzata una manifestazione con partenza dal Colosseo e conclusione a Piazza Farnese dove fino alle 24 è prevista una "notte bianca" con interventi, spettacoli, teatro, balli e musica di strada, intrattenimenti vari. A Milano appuntamento all'arco all'arco della Pace. A Catania il dissenso in piazza del teatro Massimo: "La serata sarà l'occasione per proporre un'idea di scuola come comunità educante con interventi dal palco, rappresentazioni musicali e creative". Firenze, che la fiaccolata l'ha già fatta contro il ddl, contribuisce all'iniziativa con un concerto in Piazza Santissima Annunziata e uno speaker's corner. In Puglia fiaccolate a Bari, Foggia, Lecce, Taranto.
"Se questo folle disegno di legge non verrà fermato al Senato, a settembre - avverte il coordinatore della Gilda, Rino Di Meglio - assisteremo a una paralisi dell'amministrazione scolastica. Noi continueremo a lottare: 'accenderemo' le piazze e la prossima settimana sciopereremo con il blocco degli scrutini. La partita a Palazzo Madama e' aperta, perche' le proporzioni sono diverse dalla Camera: moltissimi senatori non condividono il ddl e quindi un loro voto contrario farebbe saltare tutto".
A questo proposito un passaggio decisivo sarà certamente la direzione del Pd in programma per lunediì. Il ministro Giannini si mostra ottimista. "Siamo all'ultimo miglio" della riforma della scuola e "sono molto fiduciosa" sul suo passaggio in Senato, ha detto. E ha aggiunto che "la scuola non è terreno di trattativa" rispondendo a chi le chiedeva se la riforma della scuola potesse diventare terreno di negoziato e scontro con la sinistra dem. Nelle ultime ore c'è chi è arrivato anche a ipotizzare (ma fonti renziane hanno già bollato la tesi come assai improbabile) che, a fronte dell' inevitabile rallentamento del ddl, possa esserci un'apertura per un decreto che metta in sicurezza le assunzioni.
Ma è guerra sugli scrutini. Nelle scuole superiori, che devono per forza finire gli scrutini entro il 15 giugno in vista della maturità, diversi presidi stanno pensando di far lavorare gli insegnanti sabato 13 e domenica 14. Eventualità, questa, che ha scatenato un "botta e risposta" tra sindacati e dirigenti scolastici: i primi dicono che l'anticipo degli scrutini è una cosa illegittima, perché gli studenti devono poter recuperare i loro livelli di preparazione fino all'ultima ora dell'ultimo giorno, i secondi affermano che gli scrutini prima della fine della scuola non sono impugnabili se il numero minimo di ore di lezione è stato completato. Non ha dubbi Marcello Pacifico, presidente dell'Anief: "Compiono un atto illegittimo i dirigenti che indicono gli scrutini di domenica, per recuperare quelli non svolti a causa dello sciopero".