Nelle elezioni per il CSPI Anief e Cobas hanno superato il 5%, una delle condizioni per essere considerati 'rappresentativi'. Ma ne ce sono altre.
"Sono stati emessi in queste ore i risultati sul rinnovo del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, derivante dai voti espressi in tutte le scuole italiane da oltre 450mila lavoratori della scuola chiamati alle urne lo scorso 28 aprile: i dati definitivi premiano l'azione dell'Anief, che a soli due mesi dell'individuazione triennale delle Rsu d'Istituto, ha praticamente raddoppiato i consensi dei docenti. Raggiungendo, nelle scuole medie e superiori, oltre l'8 per cento delle preferenze". Lo afferma in una nota il sindacato Anief, che ha ottenuto "una buona affermazione anche nella scuola primaria, dove la lista è stata sub iudice fino a pochi giorni dal voto. E pure per il personale Ata, con valori sopra il 3 per cento. Esordio discreto pure nella lista dirigenti, con 60 preferenze per l'Anief. In tutto, sono quasi 23 mila i voti espressi per l'Anief, per la prima volta presente a queste elezioni, rispetto ai 450 mila voti espressi a livello complessivo all'interno degli 8.500 istituti scolastici autonomi sparsi per il territorio nazionale. I sindacati rappresentativi perdono, invece, quasi il 15 per cento dei voti raccolti pochi giorni prima - prosegue l'Anief -. Il sistema previsto per l'individuazione del Cspi, che premia il voto nazionale, chiedendo al lavoratore di individuare la lista sindacale e non i candidati in ciascuna scuola, invece previsti per le Rsu, garantisce quindi una maggiore democrazia. Ma non basta. Perchè altri due sindacati (Anief e Cobas, ndr), al di là dei dati certificati dall'ARAN, potrebbero vantare a giusto titolo il diritto a essere considerati rappresentativi in base ai voti ricevuti".
Ma non contano solo i voti. Un altro parametro è il numero degli iscritti con delega rilasciata al sindacato per le ritenute sullo stipendio.