Adesione massiccia al blocco degli scrutini, ma alcuni insegnanti denunciano il 'boicottaggio' dei dirigenti. E intanto sono sempre più a rischio le 100mila assunzioni promesse dal governo.
Picchi altissimi, in alcune zone e scuole d'Italia anche al 100%, per l'adesione allo sciopero degli scrutini, ennesima protesta contro la riforma Renzi. "Una astensione che dimostra la netta contrarietà dei docenti verso una riforma che offende la loro dignità professionale", dichiara Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, che critica duramente la condotta di numerosi dirigenti scolastici. "Ci amareggia profondamente il boicottaggio che molti di loro hanno messo in atto con varie e bizzarre iniziative, come lo spostamento degli scrutini alla domenica e lo slittamento in coda nella stessa giornata, fino al caso grave di un liceo di San Donà di Piave dove il preside ha denunciato gli insegnanti. Si tratta - commenta Di Meglio - di comportamenti con cui si alimentano conflitti su una protesta legittima che, contrariamente a quanto si è voluto far credere, non penalizza in alcun modo studenti e famiglie.Lunedì, se il calendario dei lavori non subirà modifiche, la VII Commissione del Senato inizierà il voto degli emendamenti e ci auguriamo che a Palazzo Madama il testo del ddl, da noi comunque ritenuto inemendabile, venga radicalmente modificato".
Per un'altra organizzazione sindacale, quella dell'Anief "l'allungamento dei tempi per l'approvazione della riforma della scuola, sta mettendo a serio rischio l'attuazione delle 100mila assunzioni previste. Qualora, infatti, il testo dovesse inciampare di nuovo, come è accaduto un paio di giorni fa in commissione Affari costituzionali, ci troveremmo davanti a un disegno di legge sfiduciato dal personale, dagli studenti, dalle famiglie, dalla piazza, e ora anche dai parlamentari. Con il fondato rischio che, dopo averle annunciate a gran voce, le 50mila assunzioni, da spalmare sulle scuole per la creazione dell'organico funzionale, possano sfumare all'ultimo momento". Anief, che chiede da mesi un decreto legge che scongiuri questa eventualità "dal sapore della beffa annunciata", ricorda a Governo e parlamentari che "a questo punto diventa ancora piú impellente allestire delle graduatorie dei precari corrette, formulate sulla base degli effettivi titoli di studio e servizi svolti dal personale che sta chiedendo di esservi collocato.
Sarebbe stato necessario avere questa certezza, anche in caso di attuazione del piano straordinario di stabilizzazione predisposto dal Governo, perché a dispetto di chi dice che 'e' finita l'era della supplentite a settembre nella migliore delle ipotesi verranno comunque chiamati 80mila docenti a tempo determinato, fino al 30 giugno, e 30mila Ata precari; figuriamoci ora, che le percentuali di insuccesso del piano cominciano a salire".
Quindi, secondo il sindacato, per oltre 100mila precari "il 2015/16 si aprirà come gli altri anni scolastici: sperando di portare a casa una supplenza annuale o fino al termine dell'anno scolastico. E come in passato, tanti di loro verranno chiamati non da graduatoria ad esaurimento, ma da quella d'istituto".