(Teleborsa) - Il decreto pensioni approntato dal Governo per per ottemperare alla sentenza della Consulta che ha bocciato il blocco delle indicizzazioni stabilito dal governo Monti è una beffa: non solo restituisce un forfait, ma i beneficiari dovranno pure ridare indietro il 20% al fisco.
Da uno studio dell'Anief è emerso infatti che lo Stato darà indietro ai pensionati una piccola parte di quanto non corrisposto illegittimamente negli anni 2012 e 2013, ma anche che poi recupererà una bella fetta del rimborso attraverso una iper-tassazione. Le somme saranno corrisposte esclusivamente ai pensionati danneggiati che percepiscono un assegno di quiescenza compreso tra le 3 e le 6 volte il trattamento minimo, quindi tra 1.500 e 3 mila euro circa lordi al mese (che corrispondono ad un range che va 1.200 e 2.400 euro circa, al netto delle tasse). Al contrario, i pensionati che percepiscono un assegno Inps superiore ai 3 mila euro lordi, non vedranno incrementare il loro assegno mensile nemmeno di un centesimo. Inoltre sui mancati aumenti degli anni scorsi verrà applicata una tassazione separata. Ciò vuol dire che su tali somme sarà applicata l'aliquota media Irpef (la stessa che viene utilizzata per calcolare l'imposta sugli emolumenti arretrati, redditi percepiti in anni passati con una maturazione di imposta successiva separata), pagata dal pensionato nel biennio precedente; mentre per gli aumenti di pensione che saranno liquidati a partire dal 2016, grazie al ricalcolo degli assegni effettuato per tenere conto delle rivalutazioni del 2012 e 2013, il pensionato pagherà la sua aliquota marginale iperf (si intende l'applicazione di una percentuale legale su un'eccedenza di scaglione o di reddito in generale). Tutto ciò significa che il 20% di quanto restituito dalle casse pubbliche rientrerà in quelle del fisco. "Il bonus doveva essere distribuito in proporzione a quanto indebitamente trattenuto. Mentre è stata scelta la via dell'assegnazione di un importo una tantum, senza possibilità di consolidare in misura piena gli arretrati non percepiti. E ora ci mancava la beffa. Il sindacato non ha scelta: contro questa doppia penalizzazione dei pensionati ricorrerà in tribunale", annuncia Marcello Pacifico, presidente Anief, segretario organizzativo Confedir e confederale Cisal.