In 100 mila dovranno decidere se presentare domanda o meno - Per le assunzioni nel mondo della scuola inizia una "settimana di passione": secondo l'associazione sindacale Anief, infatti, entro venerdì 100 mila aspiranti prof "devono decidere se aderire al piano sfascia-famiglie. E chi vuole mettersi in gioco rimane fuori".
"Per almeno 100mila docenti precari - spiega una nota - iniziaoggiuna vera settimana di passione: entro le ore 14.00 di venerdì prossimo, 14 agosto, tutti gli i docenti abilitati, ancora non di ruolo, inclusi nelle graduatorie dell'ultimo concorso ed in quelle ad esaurimento, dovranno decidere se presentare la domanda di partecipazione alle fasi b) e c) del piano straordinario di assunzioni che prevede l'assegnazione di 48.812 cattedre su posto comune, 6.446 per il sostegno, più diverse migliaia di posti non assegnati nelle fasi precedenti per mancanza di candidati. Secondo quanto dichiarato pochi giorni fa dal ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, solo 30 mila docenti avrebbero prodotto domanda con il sistema telematico Istanze on line. Tutti gli altri decideranno all'ultimo". Il "dilemma", spiega l'Anief, è se "accettare il ricatto della candidatura al buio, che viola le regole d'accesso al pubblico impiego, e l'assunzione tramite chiamata diretta incostituzionale, contro cui non a caso abbiamo fatto ricorso. Mentre tanti di coloro che vorrebbero rischiare di essere assunti anche a centinaia di chilometri di distanza, vengono illegittimamente lasciati fuori delle immissioni in ruolo: sono gli abilitati Tfa, Pas, in Scienze formazione primaria, all'estero e magistrali, per i quali sempre più giudici stanno ordinando l'inserimento d'ufficio nelle graduatorie ad esaurimento. Tra le esclusioni illegittime anche quelle degli Ata: eppure la Legge 107/15 prevede la loro inclusione nel potenziamento". "Governo e Miur - spiega Marcello Pacifico, presidente Anief - hanno prodotto delle norme pensando a dei numeri, non alla realtà fatta di docenti del Sud non più giovanissimi, con figli da accudire, congiunti con problemi di lavoro e genitori non autosufficienti. Per non parlare del problema di come arrivare a fine mese lontano da casa con lo stipendio da prof più basso d'Europa dopo quello dei colleghi delle Grecia. È un dilemma più che comprensibile, anche perché, in caso di rinuncia, l'amministrazione vuole tagliarli fuori dalle graduatorie". Il problema è che attraverso il decreto 767 del 17 luglio, il Miur ha chiesto ai precari di inserire la domanda di accesso al ruolo indicando "l'ordine di preferenza tra tutte le province, a livello nazionale". Ma, spiega il sindacato, per la "maggior parte dei docenti interessati, si tratta di una scelta complicata, un vero dilemma. Perché, come ha rilevato subito l'Anief, stiamo parlando di una candidatura al buio, che nega le regole d'accesso al pubblico impiego". "Sono tutte storie personali che incidono pesantemente nella scelta se fare o meno domanda. La verità è che questo cambio in corsa delle regole sul personale da assumere - continua Pacifico - è stata gestita male, perché Governo e amministrazione hanno agito pensando ai precari come se fossero dei numeri. Invece sono persone, in carne e ossa, che meritano rispetto. A questi docenti, che fanno gli insegnanti anche da decenni, non si può dire: il vostro futuro professionale e della vostra famiglia è affidato ad un cervellone elettronico, da cui può uscire come sede di destinazione per l'immissione in ruolo Caltanissetta come Pavia. E da quel momento, da quando sarà nota la provincia, avete dieci giorni di tempo per decidere se accettare o se lasciare l'insegnamento. Perché, in caso di rinuncia, l'amministrazione ha anche deciso di tagliarli fuori dalle graduatorie. Tutto questo - conclude il sindacalista autonomo - è davvero assurdo"