Roma - Trentamila precari non vengono pagati da settembre per intoppi burocratici e fondi insufficienti. Una situazione a macchia di leopardo tra inefficienze e ritardi a seconda della zona d’Italia in cui ai 90 mila nuovi prof è capitato di salire in cattedra. Bufera «a geometria variabile» che si protrae da mesi con condizioni differenziate da una provincia all’altra finché ieri il governo ha assicurato la «certezza della retribuzione». Lena Gissi, leader della Cisl Scuola documenta: «Sappiamo di istituti dove i presidi o le segreterie anticipano di tasca propria i soldi perché insegnanti non arrivano a fine mese. C’è gente che si rivolge alla Caritas: parliamo di docenti qualificati, non di barboni».