“La riforma scolastica è una delusione. In particolare il potenziamento degli istituti è stato gestito male”. Marcello Pacifico, presidente nazionale dell’Anief, l’Associazione sindacale professionale impegnata nelle vertenze scolastiche, critica duramente l’applicazione della “Buona scuola”, che avrebbe generato numerosi scompensi nell’avvio del nuovo anno didattico. Continua a leggere.
Presidente, cosa non vi convince di questa procedura? Si tratta pur sempre di 48mila precari immessi un ruolo.
“Il potenziamento secondo quanto previsto dalla legge – dice Pacifico in esclusiva a La Discussione - sarebbe dovuto avvenire dopo la definizione del piano triennale dell'offerta formativa nel mese di ottobre ma il Miur ha fatto esattamente il contrario rinviandone a gennaio l'approvazione e tradendo così il fabbisogno espresso dalle scuole che ora si ritrovano a costruire lo stesso piano in base all'organico ricevuto, con l'aggravante che lo stesso personale cambierà istituto il prossimo anno a seguito della chiamata diretta estiva e delle operazioni di mobilità. Più caos di così non si poteva creare, già la legge era irragionevole per via dell'iter accelerato con cui è stata approvata e dei diversi emendamenti accolti a volte incoerenti, poi il Miur ha combinato il pasticcio”.
Considerando che non si ricordava da anni un’assunzione così massiccia di docenti, perché continuate a valutare negativamente la “Buona Scuola”?
“Alla fine 85mila assunzioni di cui 48mila in organico potenziato sono poco poi delle 61mila assunzioni di Berlusconi e meno delle 150mila con cui si era impegnato Prodi al netto di quelle assenti per il personale Ata e tutte e tre per la stessa ragione: il rispetto della direttiva Ue sui contratti a termine. Prodi aveva previsto la stabilizzazione nella Pa nel triennio successivo dopo le sentenze per il privato, Berlusconi aveva aperto a un piano straordinario sulla scuola dopo il deposito dei primi ricorsi Anief, ci saremmo aspettati da Renzi la stabilizzazione di migliaia di precari dopo la sentenza della Corte di giustizia Ue come lui stesso aveva annunciato nel settembre 2015: un piano di 105mila assunzioni alla fine ne ha realizzato la metà e i ricorsi continuano a essere depositati nei tribunali”.
Siete intervenuti anche sul calo delle retribuzioni medie annue degli insegnanti. Non pensa che i problemi di copertura finanziaria siano per il momento irrisolvibili?
“Penso che nel settore privato gli stipendi sono aumentati del 20% negli ultimi dieci anni, tanto quanto l'inflazione. Se le aziende hanno dovuto pagare questo per non chiudere, perché lo Stato continua a trattare così i suoi dipendenti e quelli della scuola dove gli stipendi sono la metà di quelli tedeschi? Si tratta di salario minimo se vuole o anche di rispetto di quell'articolo della Costituzione dove il lavoro non deve svilire la propria dignità perché è per il progresso della nazione e non per la mortificazione dell'individuo. C’è stata una sentenza nel luglio scorso, va rispettata e subito deve essere corrisposta l'indennità di vacanza contrattuale aggiornata ai valori persi in questi anni, il 10% nelle buste paghe in più netto al mese da settembre. Chiederemo ai giudici di far rispettare la legge”.
Qual è la “Buona Scuola” che avreste voluto?
Una Buona scuola che ripristina il tempo scuola curriculare tagliato (un settimo di quello attuale), il tempo pieno e prolungato come le compresenze nell'elementare, che assegna allo Stato l'obbligo dell'istruzione prescolare, che anticipa a cinque anni l'obbligo scolastico fino al 18 anno di età, che valorizza il titolo di studio e non lo mortifica o lo annulla, che garantisce l'assunzione di tutti i precari al di là dell'abilitazione posseduta e che valorizza il personale Ata, che riconosce la peculiarità dell'insegnamento anche in termini di stipendio, progressione di carriera e pensione, che ripristini l'autonomia tagliata a un quarto delle scuole, che dia risorse e organici in base al territorio e che rispetti i diritti di tutti gli alunni all’apprendimento a partire da quelli con handicap o bisogni educativi. Tutto questo abbiamo chiesto e continueremo a chiedere nelle aule dei tribunali fino a quando un governo non ci ascolterà. Soltanto così si rilancia il Paese, lo hanno capito Germania e Usa”.