Gli insegnanti italiani guadagnano poco, ma lavorano molto meno della media Ocse. A sostenerlo l’Economist, che ha riunito in un grafico interattivo le ore di lavoro e gli stipendi dei professori delle scuole secondarie. Con qualche sorpresa: i miglior risultati degli studenti non sono legati ai salari più alti.
PROF ITALIANI LAVORANO POCO- Secondo lo studio dell’Economist, gli insegnanti italiani non guadagnano tanto, ma nemmeno poco: con i loro 36mila dollari all’anno si trovano esattamente a metà tra chi viene pagato di più (Olanda e Canada, 66 mila dollari all’anno) e chi viene pagato di meno (Estonia e Slovacchia, rispettivamente 13mila e 15mila dollari all’anno).
Per quanto riguarda la media di ore di lavoro settimanali, l’Italia è il Paese, insieme al Cile, in cui gli insegnanti lavorano meno con una media settimanale di 29 ore. In media, la maggior parte dei Paesi Ocse lavora 38-39 ore alla settimana, mentre in Giappone gli insegnanti arrivano fino a 54 ore settimanali.
IL RENDIMENTO DEGLI STUDENTI NON E’ LEGATO AI SALARI PIU’ ALTI – Nei paesi dove i salari sono più alti (Canada e Olanda) la risposta degli studenti non è così brillante come ci si aspetterebbe. L’Estonia, dove si guadagna cinque volte di meno lavorando più o meno lo stesso numero di ore, prepara in maniera migliore i propri giovani.
I giovani del Giappone e della Corea del Sud hanno risultati molto simili, quando nel primo Paese gli insegnanti lavorano 54 ore alla settimana a fronte delle 37 dei loro cugini asiatici. La Finlandia, i cui ragazzi hanno da sempre punteggi tra i più alti nei test internazionali, paga i suoi insegnanti poco di più rispetto all’Italia (lavorando anche più ore).
COSA FARE SE SI E’ UN INSEGNANTE? – I due terzi dei professori degli Stati presi in esame trarrebbero vantaggio dal trasferirsi in Olanda, dove lavorerebbero di meno e guadagnerebbero di più. Un portoghese si potrebbe trasferire in Italia e guadagnare lo stesso salario, pur lavorando tre ore in meno al giorno. Un inglese aumenterebbe del 41% il proprio salario andando in Canada, del 29% in America o del 19% in Australia.
MA E’ PROPRIO VERO CHE LAVORANO MENO? – Secondo sindacati e associazioni di docenti, l’orario dei professori italiani è nettamente maggiore e comprende anche attività collaterali all’insegnamento. A sostenerlo Marcello Pacifico dell’Anief: i prof italiani “svolgono un orario settimanale in linea con la maggior parte dei paesi europei: l’Ocse ci dice che nella scuola primaria le 22 ore di insegnamento superano la media europea, pari a 19,6 ore; alle medie i nostri docenti stanno dietro la cattedra 18 ore a settimana, contro le 16,3 Ue; alle superiori l’impegno si equivale”.
E ancora: “Il problema, semmai, sono le attività funzionali alla qualifica che non vengono conteggiate: come la preparazione delle lezioni, la programmazione delle attività, la correzione dei compiti e via dicendo. La vera differenza rispetto all’area Ocse non sta nell’impegno di ore profuse dai docenti per le loro attività lavorative, ma nel fatto che a fine carriera i docenti italiani prendono tra i 6 mila e gli 9 mila euro in meno rispetto ai colleghi d’oltre confine”, ha concluso Pacifico.