Respinto il ricorso del ministero dell’Istruzione contro il pronunciamento del Tar del lazio che aveva ammesso al concorso anche docenti non di ruolo.
È possibile passare direttamente dallo status, spesso desolante, di precario della scuola a preside? Finora, questo è stato il sogno di migliaia di supplenti sbattuti ogni anno da una scuola a un’altra. Ma dal prossimo anno il sogno potrà diventare realtà. Con due storiche ordinanze cautelari dello scorso 7 dicembre, il Consiglio di stato ha respinto il ricorso del ministero dell’Istruzione contro il pronunciamento del Tar Lazio che aveva ammesso al concorso a preside, partito lo scorso settembre, anche alcuni docenti precari. Ergo: alle diverse fasi della selezione in corso per ricoprire la carica di dirigente scolastico potranno continuare a partecipare anche i precari della scuola con cinque anni di servizio. E i più bravi potranno sedere sulla poltrona di dirigente scolastico.
Il bando del concorso che ha visto ai nastri di partenza 34 mila aspiranti presidi richiedeva, come titoli di accesso, la laurea e cinque anni di servizio di ruolo. Ma ad agosto 500 docenti patrocinati dall’Anief si sono rivolti al giudice amministrativo chiedendo che venisse applicata la normativa europea, che equipara il servizio prestato in qualità di precario a quello prestato in qualità di insegnante di ruolo. Per questa ragione, quattro mesi fa, il Tar ha ammesso alla preselezione sia supplenti con cinque anni di servizio sia docenti di ruolo con cinque anni di servizio, tra ruolo e supplenze. Una decisione contro la quale il ministero si è subito appellato. Ma che, adesso, il Consiglio di stato conferma, in attesa di pronunciarsi nel merito, che anche i precari potranno partecipare al concorso.
"Respinto l’appello del Miur che non è riuscito a dimostrare la ragionevole discriminazione del servizio prestato da precario né la diversa professionalità esistente tra personale docente e precario, al fine di superare quanto disposta dalla direttiva 1999/70/CE", commenta Marcello Pacifico, presidente dell’Anief. Una parte dei 500 ricorrenti ha già superato la controversa preselezione svoltasi lo scorso 12 ottobre 1 e si accinge ad affrontare il 14 e 15 dicembre le due impegnative prove scritte previste dal bando. Coloro che riusciranno a superare anche questo scoglio affronteranno il colloquio che varrà uno dei 2.386 posti in palio. Ma prima della definitiva consacrazione, i vincitori di concorso saranno sottoposti a un periodo di formazione.
Fonte: La Repubblica