"Quello che il Governo sta chiedendo al personale della scuola, attraverso la spending review, è un prezzo troppo alto: a questo punto solo delle modifiche al testo da attuare in Parlamento possono ristabilire equità. E se ciò non dovesse accadere ricorreremo in tribunale. A sostenerlo è il sindacato Anief, che in queste ore sta prendendo contatti con i parlamentari perché si attivino per impedire l’attuazione di provvedimenti fuori ogni logica.
Questi i punti del decreto che il sindacato contrasterà sino all’ultimo: la trasformazione d’ufficio in impiegati dei docenti in esubero, degli inidonei e dei tecnico-pratici, senza la dovuta riconversione quasi fossero dei pacchi postali e non degli insegnanti della scuola pubblica; la cancellazione di fatto della qualifica vice-dirigenziale e delle indennità di reggenza; l’abolizione dell’assegno mensile per le ferie non godute dal personale precario; il divieto di pensionamento nei confronti di chi, lavorando sino al prossimo 31 agosto, con i vecchi requisiti avrebbe potuto lasciare il lavoro nell’anno corrente".
Secondo il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, “non vi è alcuna ragionevolezza nell’applicare queste disposizioni. È allora giusto che una seria organizzazione sindacale e professionale, prima di annunciare ricorsi al giudice del lavoro o al tribunale amministrativo per riconoscere diritti palesemente violati, tenti il dialogo con le istituzioni così da assicurare giustizia ed equità”.
“Chiederemo emendamenti specifici ai parlamentari che hanno ancora a cuore la giustizia sociale. Se non riusciremo a cambiare il decreto – continua il presidente dell’Anief - siamo pronti a una nuova stagione di ricorsi. Sarà così il tribunale ad assicurare la parità di trattamento dei cittadini, a tutela dei diritti quesiti e di promozione del merito. Superando – conclude Pacifico - ogni logica distruttiva del nostro convivere civile imposta dai speculatori finanziari”.