Dopo l’avvicinamento dialettico sulle immissioni in ruolo, arriva la risposta piccata del presidente degli educatori in formazione, Marcello Pacifico, alla decisioni del sindacato di Mimmo Pantaleo di rivolgersi sempre più spesso ai giudici: il nostro modo di fare sindacato fa tendenza, peccato che ci seguano organizzazioni poco coerenti.Altro che avvicinamento.
Se le reazioni alle immissioni in ruolo sembrava dovessero avvicinare Flc-Cgil e Anief, con le dichiarazioni dei due rispettivi leader sindacali, Pantaleo e Pacifico, entrambe orientate ad esaltare gli effetti positivi della strategia dei ricorsi “facili”, condotta con sempre maggiore spavalderia, nelle ultime ore le posizioni dei due sindacati sono tornate di nuovo a dividersi. Confermando quanto possa essere improbabile, come da noi segnalato un paio di giorni fa, che le organizzazioni sindacali alternative alle quattro firmatarie del Ccnl in vigore (Cisl, Uil, Snals e Gilda), possano coalizzarsi attorno ad una linea comune. A bene vedere i punti di contatti ci sarebbero. Solo che ognuno sembra fortemente intenzionato a percorrerli singolarmente.Una tendenza che sembrerebbe emergere anche da un comunicato dell’Anief, dopo aver recepito dai media che la Flc-Cgil si è fatta promotrice di iniziative legali molto simili a quelle prodotte dagli stessi educatori in formazione: la prima riguarda il diritto del riconoscimento del punteggio salva precari per gli Ata che chiedono di cambiare provincia; il secondo l’abuso che il Governo ha voluto perpetrare sul personale inidoneo, Itp e in esubero costringendolo alla riconversione professionale.
Questa tendenza dalla Cgil, a rivolgersi sempre più facilmente al Tar o al giudice del lavoro, conferma che si sta imponendo “sempre più – scrive l’Anief – il nostro modo di fare sindacato: fa riflettere che già l’anno scorso il più rappresentativo sindacato italiano abbia deciso di seguire la strada aperta dalla nostra organizzazione avviando una battaglia legale per la stabilizzazione dei precari della scuola sostenendo che nel nostro Paese ci si ostina ancora a non voler applicare una direttiva comunitaria entrata in vigore da 10 anni”.
“Ed oggi la storia si ripete – commenta il presidente Anief, Marcello Pacifico – con la Flc-Cgil che segue pedissequamente la strategia giudiziaria avviata dal sindacato autonomo degli educatori in formazione su due tematiche scolastiche di grande attualità. Guarda caso – continua Pacifico - anche in questo caso è stata scelta di percorrere la via giudiziaria inventata dal nostro sindacato. Il motivo comunque è molto semplice: in talune circostanze, come queste, quella dei tribunali è l’unica strada che può essere percorsa se si vuole far rispettare i diritti dei lavoratori”.
L’Anief, quindi, da una parte sembra compiacersi del fatto che il sindacato italiano che, almeno nella scuola, conta più deleghe, abbia sempre più spesso deciso di intraprendere la via dell’impugnazione in tribunale. Dall’altra, però, prende anche le distanze da chi, come lo stesso sindacato di Mimmo Pantaleo, disdegna il dialogo con l’amministrazione ma poi non si sottrae mai al confronto. E il fatto che quasi sempre la Flc-Cgil non sottoscriva contratti o accordi non sembra bastare all’Anief. Anzi, ne indebolirebbe la posizione.Per Pacifico, quindi, sarebbe bene che la Flc-Cgil prenda posizione una volta per tutte, “abbandonando quella contrattazione che non solo ‘partorisce’ ormai sempre più spesso norme fini a se stesse, ma che ormai risulta sistematicamente svilita dall’inefficacia dell’azione e dall’incoerenza dei suoi stessi interlocutori sindacali”. Fare contrattazione, sedersi al tavolo del confronto con l’amministrazione, rappresenta però uno dei tasselli base del sindacalismo tradizionale. E la Flc-Cgil difficilmente ne farà a meno.