Nuovi corsi abilitanti, per l’Anief il silenzio del Miur è assordante

È un silenzio assordante quello con cui il Ministero dell’Istruzione sta trattando i tirocini formativi attivi di primo e secondo livello, attraverso cui decine di migliaia di laureati attendono da anni di acquisire l’abilitazione all’insegnamento. La situazione è diventata ancora più paradossale dopo le indiscrezioni di stampa delle ultime ore, secondo le quali i posti per le lauree magistrali e per i Tfa sarebbero meno della metà di quelli dichiarati dalle Università”.

A sostenerlo è Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, che ha oggi così commentato le notizie insistenti sulla volontà del Miur di più che dimezzare, da circa 32.500 a 13.500, il fabbisogno di posti riservati ai cittadini che intendono avviarsi alla professione di insegnante. Una scelta dovuta all’esigenza di coprire i posti liberi non più tramite nuovi docenti, ma con i sovrannumerari di ruolo. In tal caso i più penalizzati sarebbero i candidati a coprire una cattedra della scuola secondaria superiore, dove il negativo rispetto a quanto comunicato dagli atenei sarebbe di addirittura di 14.000 posti.

Se ciò dovesse verificarsi – sostiene il presidente dell’Anief – il Miur ancora una volta vanificherebbe le aspettative dei tantissimi laureati che in questi anni si sono laureati per diventare professionisti in un comparto, quello della scuola, dove l’età media dei docenti è già tra le più alte al mondo. Chiediamo quindi al Ministro Gelmini di pubblicare il decreto contenente il numero programmato di posti per acquisire l’abilitazione, assieme a quello sulle modalità per la gestione dei tirocini formativi, con i numeri indicati nelle scorse settimane dalle Università”.

Secondo l’Anief, che nei prossimi giorni avvierà in 12 città i corsi preparatori al concorso di accesso ai Tfa, nella selezione dei candidati il Ministero dell’Istruzione dovrà necessariamente tener conto dei docenti che hanno svolto supplenze per almeno 360 giorni: “considerare questo requisito – conclude il sindacalista – eviterebbe al Miur di evitare un nuovo contenzioso dagli esiti scontati”.