Domani alle ore 15 incontro informativo per fare chiarezza sulla vicenda con i nostri esperti
Il decreto 66/2017 aveva già abrogato le disposizioni precedenti. Il caos era già evidente.
Il Tar Lazio, con sentenza n. 9795 del 14 settembre 2021, ha annullato il decreto Interministeriale (Istruzione ed Economia) numero 182 del 2020 recante l’adozione del modello nazionale di PEI e delle correlate linee guida, nonché modalità di assegnazione delle misure di sostegno agli alunni con disabilità per illegittimità.
Le motivazioni dell’annullamento per illegittimità sono descritte nella Sentenza in cui viene precisato:
- che sono state dettate norme generali innovative in materia di inclusione utilizzando lo strumento del Decreto anziché, come sarebbe dovuto avvenire, del regolamento, in osservanza alle norme procedimentali per la emanazione dei regolamenti;
- che è stata prevista una composizione del GLO diversa da quella contemplata dalla normativa primaria;
- che è stato previsto l’esonero dallo studio di discipline per alcune categorie di studenti con disabilità.
La Sentenza annulla anche tutte le nuove modalità di determinazione delle ore per il sostegno didattico, che era stato strutturato in base a range predeterminati e in base all’espressione “debito di funzionamento”.
In particolare il TAR ha osservato che l’amministrazione non avrebbe potuto emanare il nuovo modello di PEI senza la previa disciplina delle modalità di accertamento della disabilità e del profilo di funzionamento.
Ricordiamo che non si tratta ancora di una sentenza definitiva.
Dopo la sentenza del TAR, non si ritornerà al passato. Il nuovo PEI dovrà essere redatto comunque secondo il modello bio-psico-sociale e secondo i criteri della classificazione ICF previsti dall’art. 7 del decreto legislativo n. 66 del 2017.
I nostri formatori, in questi mesi, hanno evidenziato proprio le potenzialità dell’approccio ICF, sottolineando però come il decreto Interministeriale numero 182 del 2020 avesse però tradito la prospettiva bio-psico-sociale.
Durante l’incontro formativo cercheremo di rispondere a queste domande:
- Secondo quali criteri dovrà essere redatto il PEI?
- Quale ruolo avranno famiglie all’interno del GLO?
- Sarà più possibile esonerare l’alunno con disabilità da alcune discipline?
- Come saranno determinate le ore di sostegno?
Sin dalla pubblicazione del decreto ministeriale, le associazioni di genitori e di insegnanti avevano posto l’accento sulle incoerenze e sulle criticità presenti nel provvedimento, che pur dichiarando di voler migliorare l’intero sistema inclusivo, di fatto mostrava aspetti in netto contrasto (vedasi, per tutte, la questione dell’esonero).
Il Miur ora dovrà inevitabilmente inviare alle scuole una comunicazione in merito.
Per quanto concerne la scadenza del 31 ottobre, che non è perentoria ma indubbiamente caldeggiata (lo evidenzia l’espressione “di norma”), essa rimane. Il Consiglio di Stato, qualora si esprimesse, previa richiesta, dovrà comunque consentire l’operatività delle scuole che, nei fatti, era possibile ieri e lo sarà anche oggi e domani.
Nonostante la norma l’abbia abrogata (d.lgs. 96/19), la diagnosi funzionale resta documentazione presente e da utilizzare. Per quanto concerne altra modalità di valutazione da parte dell’ASL potrà essere forse il ministero della Sanità a offrire qualche indicazione. Al momento non ve ne sono.
I nostri formatori ed in particolare la dott.ssa Evelina Chiocca e il dott. Ernesto Ciraci, avevano già sottolineato quali fossero le maggiori incongruenze del nuovo modello di Pei durante i corsi di formazione promossi da Eurosofia.
Si richiama il Comunicato stampa del CIIS, di cui la Dott.ssa Evelina Chiocca è Presidente, diramato il 14 gennaio 2021:
“Insieme a un’impostazione che tenta di “porre ai margini” le famiglie degli alunni con disabilità sostituendo alla condivisione l’«approvazione» del PEI, il nuovo provvedimento introduce, per la prima volta nella storia dell’inclusione scolastica, la possibilità di “esonerare gli alunni con disabilità dall’insegnamento di alcune discipline” o di ridurre l’orario di frequenza, senza valutare le ricadute anche culturali di tale scelta, senza analizzare la portata discriminante insita in tale decisione, senza considerare il diritto allo studio garantito a tutti dalla Costituzione.
L’esonero comporta l’allontanamento dell’alunno
- dai suoi compagni di classe, impedendo la socializzazione, la relazione e la comunicazione,
- dalle opportunità di crescita e di apprendimento che si realizzano grazie all’interazione con i compagni,
- da un percorso ancorato a quello dei compagni, adottato con gli accorgimenti che, grazie alla presenza del docente specializzato, si possono realizzare,
- dagli insegnanti della classe, che non potranno più essere annoverati come “suoi” docenti, in quanto egli non frequenta le loro lezioni.
Ma, chi ha introdotto l’esonero ha pensato, per un attimo, agli alunni per i quali l’esonero potrebbe essere adottato per “tutte o quasi tutte le discipline”? E che in questo caso l’alunno resterebbe per tutto il tempo-scuola affidato al solo docente specializzato per il sostegno?
Le nuove Linee guida introducono la progettazione personalizzata, ma non annullano l’esonero, che comporta l’allontanamento fisico dalla classe. E che cosa accadrà a questi alunni o studenti “esonerati”? Si ritroveranno tutti insieme in un’aula? Ricreeranno le classi differenziali o saranno inventate le classi speciali?
Appare evidente che questa impostazione culturale, che mostra “di non tollerare neppure la presenza delle persone con disabilità nei contesti comuni”, ha prodotto una brusca frenata nel processo in corsa, determinando un’inversione di tendenza, in netto contrasto con quel modello di integrazione proposto dalla Falcucci, convinta della ricchezza di opportunità che il contesto comune offre a tutti gli alunni, reciprocamente.”
Tasti dolenti evidenziati che il prof. Ernesto Ciracì, presidente del MiSoS, movimento insegnanti di sostegno specializzati, ha da subito posto all’attenzione generale: “prima di tutto la questione dell’esonero prevista dal decreto. È assurda! Abbiamo fatto tanto per l’inclusione e questo è gravissimo. Immaginate un alunno con disabilità che deve svolgere un compito di matematica e viene esonerato? In questi casi servono strumenti differenziati per lo studente. Non si può esonerare. Questa è cultura antipedagogica“
Che, in merito al Profilo di Funzionamento afferma: “Se il profilo di funzionamento è funzionale all’assegnazione delle ore di sostegno e quindi alla redazione finale del PEI, e mancano le linee guida ministeriali, come si fa a redigere un PEI senza profilo di funzionamento? Non si capisce perché si è agito con tutta questa fretta..”
Secondo il Prof. Ernesto Ciracì, presidente MiSoS, “sarebbe stato opportuno prima fare una sperimentazione. Si proponeva alle scuole il nuovo modello. Si testava e una volta comprese le criticità si interveniva e dopo si immetteva a livello nazionale. Bisognava prevedere una fase di transizione, convocando tutti gli attori coinvolti. Il testo, infatti, è una contraddizione pedagogica“.
Si ricorda che entro il 31 ottobre le scuole devono presentare il PEI e a questo punto quale modello adottare?
Durante l’incontro “informativo-formativo” saranno analizzate alcune questioni, sicuramente quelle più spinose:
- Ruolo marginale delle famiglie all’interno del GLO
- Esonero dalle discipline nel caso di presunta impossibilità di apprendere contenuti di alcune discipline, aspetto fortemente discriminatorio, in totale contrasto con i principi costituzionali, fra cui il diritto allo studio
- Determinazione delle ore di sostegno secondo un range predefinito.
L’inclusione degli alunni non è responsabilità e appannaggio esclusivo dei soli docenti incaricati su posto di sostegno. La corresponsabilità chiama in causa tutti i docenti assegnati a una classe: insieme, pertanto, essi devono saper coinvolgere e garantire il diritto allo studio a ogni alunno della classe loro affidato.
Prosegue l’azione formativa di Eurosofia. La formazione diviene più che mai indispensabile in questo momento di confusione e anche, in parte, di vuoto normativo.
I nostri esperti sottolineeranno l’importanza degli aspetti operativo/pratici che richiedono soluzioni repentine, parliamo di persone, non di numeri o statistiche e l’aspetto umano non può passare in secondo piano in ambito pedagogico.
Quel che è emerso, comunque, è che come ci hanno segnalato docenti e dirigenti scolastici, il disorientamento adesso regna sovrano.
Abbiamo bisogno di riferimenti certi e coerenti.
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