Tante vite spezzate senza una ragione meritano di essere onorate. “Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo” (Anna Frank)
“La Giornata della Memoria” è una ricorrenza internazionale che si celebra ogni anno il 27 gennaio con l'obiettivo di ricordare tutte le vittime dell'Olocausto, il genocidio di cui furono responsabili la Germania nazista e i tutti i loro alleati nei confronti degli ebrei d'Europa avvenuto poco prima della seconda metà del 900. Non possiamo esimerci dal sottolineare che anche l’Italia fece parte di questo assurdo disegno.
Ricordare è un dovere e serve da monito. La sacralità della vita, calpestata senza discernimento, senza che nessuno si opponesse strenuamente perché il delirio di un folle non fosse più ascoltato e non si perpetuassero azioni riprovevoli. Chiunque sia stato complice ha l’onta di avere dato credito a slogan indecenti.
Gli ebrei non furono le uniche vittime dell'Olocausto, che comprende anche lo sterminio di tutte le categorie di persone ritenute "inferiori", per motivi politici o razziali, dai nazisti come oppositori politici, minoranze etniche, omosessuali e portatori di handicap mentali e/o fisici.
Persone seviziate, tenute segregate in lager appositamente realizzati dalla follia nazista, per quel concetto di pulizia etnica basato sull’ideologia di un criminale.
La data di commemorazione, il 27 gennaio, non è casuale. Si è deciso di celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell'Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz sancendo la fine dell'Olocausto.
Eurosofia vuole ricordare questo terribile momento storico con il prezioso ausilio di Giuseppe Mazzola , autore di uno straordinario docureportage che mostra i luoghi dove sono avvenute le nefandezze e racconta attraverso video, fotografie, interviste, filmati tutto ciò che è accaduto.
Fin da piccolo colpito profondamente da questa pagina nera di storia, come ha dichiarato in una recente intervista lo ha fatto perché aveva in mente un dubbio sacrosanto:
“Sei sicuro che, voltando le spalle, è realmente tutto finito? dovevo accertarmi che quel fatto di storia fosse rimasto una storia finita, conclusa.” (Giuseppe mazzola)
“Se sei una persona onesta, il dubbio ti nasce. Ho dopo realizzato che il senso di urgenza che mi accompagnava deriva dalla situazione di emergenza che a livello etico viviamo.”
Per dare “Voce alla memoria” vi consigliamo di leggere l’intervista che WHOM ha fatto a Giuseppe Mazzola CLICCA QUI
Il Giornalista Pietro Cerniglia riferendosi a Giuseppe Mazzola ha espresso la sua ammirazione sul progetto attraverso queste parole: “Nel condividere la sua perenne Giornata della Memoria, non potete non far vostri le sue linee guida: scelta, speranza e fiducia. E, ad ogni suo scatto, dai campi sentirete quale brivido vi attraversa. È la voce di chi non vuole essere dimenticato. È la voce della memoria, che deve andare oltre una singola giornata della memoria per la Shoah.”
Potrete vedere insieme ai vostri alunni i luoghi e comprendere l’origine del progetto che non si è ancora concluso. La ricerca sta proseguendo. Non basta l’ipocrisia di un solo giorno e la retorica di pochi minuti per dare valore a tutte quelle esistenze che sono state annientate.
La scuola è il luogo dove conoscere la storia ed una formazione non può esulare dalla conoscenza di certi fatti storici perché solo contemplando anche l’abisso profondo delle conseguenze di un odio immotivato ed efferato, si può comprendere di cosa è capace l’essere umano. Una lezione dura ma necessaria.
Le dicotomie, le accuse, le faziosità sono più che mai attuali, imparagonabili con quanto accaduto in Germania ma possono essere l’origine di forme di discriminazioni che non devono più verificarsi.
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