Il 25 novembre è La Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che intende porre la giusta e doverosa attenzione ad una tema estremamente drammatico, com’è quello della violenza di genere, che riguarda purtroppo l’intera società, su scala nazionale e internazionale. Il simbolo da appendere alla lavagna è da mostrare oggi è il Fiocco arancione della memoria.
“Ogni volta che una donna lotta per se stessa, lotta per tutte le donne”.
Maya Angelou
La scuola ha un ruolo fondamentale, è solo attraverso l’educazione a partire dai primi anni di vita che si devono trasmettere dei valori di rispetto ed uguaglianza.
Occorre, fare fronte comune affinché la politica, le forze dell’ordine, i centri anti-violenza camminino insieme per non far sentire le donne sole, in pericolo.
Perché gli abusatori/aguzzini fanno leva proprio sulla solitudine delle vittime che non sanno a chi rivolgersi e su chi contare. Il logorìo lento e graduale della propria autostima, la sensazione di essere insicuri, di dovere chiedere scusa per tutto, di essere inadeguate, una manipolazione lenta e costante che rende deboli mentalmente e poco reattive fisicamente fino a non reagire, neppure per istinto di sopravvivenza.
Esistono tante forme di violenza: fisica, psicologica, economica.
L' amor proprio annientato da un amore, che è solo un'ossessione, la paura di essere abbandonati dal proprio carnefice...che ha la tracotanza di fare sentire inferiore una donna. Chi ama vince sempre anche se ama qualcuno incapace di accogliere i sentimenti positivi, l'attenzione e la dedizione.
Siamo fiduciosi nel grande potere educativo della scuola, che deve continuare a lavorare, in linea con la politica, le forze dell’ordine e le associazioni sul territorio per estirpare, attraverso manifestazioni, progetti didattici stimolanti e approfondimenti efficaci, atteggiamenti, idee, gesti, pensieri sbagliati che possono essere ostacolo a una cultura di pace tra i generi.
Si parla purtroppo troppo spesso di “Femminicidio”. È stato necessario addirittura creare un neologismo, divenuto oggetto dell’attenzione mediatica, psicologica, sociologica e legale, che ha iniziato a riferirsi a qualsiasi forma di violenza esercitata in maniera sistematica sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale per annientare l’identità attraverso l’assoggettamento fisico e psicologico.
Fortunatamente sempre più donne si rivolgono alle associazioni anti-violenza create per offrire un di supporto Secondo gli ultimi dati è emerso che il 90,6% degli abusatori è di nazionalità italiana e appartenente alla cerchia familiare (39,1% marito, 36,3% compagno). Quindi, lo scenario delle tragedie è soprattutto tra le mura domestiche.
I diritti fondamentali delle donne sono una parte integrante, imprescindibile e inalienabile dei Diritti Umani. E questi ultimi non potranno mai essere veramente compiuti se le nostre madri, le nostre mogli, le nostre figlie, le nostre alunne rischiano di essere prede della furia ossessiva, violenta e, purtroppo molto spesso, omicida di uomini portatori di male.
Siamo inoltre convinti del grande potere formativo ed educativo della scuola, e alla scuola chiediamo di continuare a lavorare, in linea con la politica, le forze dell’ordine e le associazioni sul territorio per estirpare, attraverso progetti didattici di sensibilizzazione e approfondimenti efficaci, atteggiamenti, idee, gesti, pensieri sbagliati che possono essere ostacolo a una cultura di pace tra i generi.
Segnaliamo la lodevole iniziativa realizzata dall’Istituto Comprensivo Politeama (presso il plesso dell’Istituto Archimede), curata dalla Ds, Aurora Fumo, incentrata proprio sulla violenza di genere, le discriminazioni in tema di diritti civili e divieto di accesso all’istruzione per le donne con particolare riferimento alla questione femminile. All’ingresso della scuola ed in molte delle classi ci sarà una sedia vuota coperta da un telo rosso in memoria di tutte quelle madri, figlie, sorelle, amiche, che non ci sono più a causa del maschilismo imperante e della follia omicida di uomini senza scrupoli. La sedia è uno strumento simbolico per sensibilizzare gli alunni e anche l’utenza e per onorare le vite interrotte prematuramente.
Le radici della violenza di genere sono da estirpare sul nascere perché trovano linfa nei pregiudizi, nelle contrapposizioni, in tutte quelle privazioni apparentemente innocue e nelle distinzioni “maschi” e “femmine” che tendono a rappresentare la donna come il sesso “debole”.
“Abbiamo tutti l'obbligo morale di riflettere e far riflettere. La Scuola, agenzia educativa deputata all'istruzione ed alla formazione, non può dimenticare i propri compiti verso le future generazioni. L' I.C. "Politeama" consapevolmente e responsabilmente fa la sua parte e, così, ha avviato la trattazione di una tematica tanto difficile quanto importante.” Come affermato dalla Dirigente Scolastica Aurora Fumo.
Che ha proseguito: “A scuola si deve parlare di parità di genere. Queste tematiche che vengono sovente affrontate fanno parte integrante delle competenze trasversali afferenti all’educazione civica. La nostra scuola spesso ha dedicato dei momenti formativi a tematiche di grande rilevanza sociale:al benessere, all’agroalimentare, alla sostenibilità, alla legalità.”
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