IL TAR del Lazio dà nuovamente ragione all'Anief e scioglie la riserva per i ricorrenti che hanno conseguito il titolo abilitante tramite corso PAS, esclusi dal Miur per aver svolto servizio nelle cosiddette ‘sezioni primavera’.
Piena vittoria per il sindacato Anief con la sentenza di scioglimento della riserva emanata dal TAR Lazio in favore dei docenti che avevano già conseguito con riserva il titolo di abilitazione tramite Percorsi Abilitanti Speciali e cui il Ministero dell'Istruzione aveva illegittimamente negato l'accesso ai corsi, perché non riteneva utile, ai fini del computo del servizio non specifico, l'aver svolto attività lavorativa nelle cosiddette ‘sezioni primavera’. Attese, nelle prossime settimane, altre sentenze per il consolidamento della posizione dei tanti docenti, tra cui i docenti di ruolo, che hanno aderito ai ricorsi Anief e hanno, in virtù del favorevole pronunciamento cautelare ormai ottenuto per l'accesso ai PAS, già conseguito l'abilitazione all'insegnamento.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): abbiamo sin da subito censurato le tante illegittimità poste in essere dal Miur nei provvedimenti che stabilivano i criteri di accesso ai PAS e abbiamo sempre dimostrato in tribunale di avere avuto ragione permettendo a tanti docenti, precari e di ruolo, di conseguire quell'abilitazione che ha permesso loro di consolidare la propria posizione e di migliorare la propria situazione lavorativa e professionale; non possiamo che esserne soddisfatti.
Il TAR Lazio, infatti, ha dato ragione ai legali Anief Francesca Marcone e Rodrigo Verticelli, che in questi anni si sono battuti senza sosta per la tutela dei diritti dei tanti candidati esclusi dai PAS, rilevando come già il Consiglio di Stato, “ha disposto l’annullamento degli atti impugnati in primo grado, tra cui principalmente il D.M. M.I.U.R. 25 luglio 2013 n. 58” e che “l’intervenuto annullamento del D.M. impugnato, atto generale, opera erga omnes e, dunque, vale anche per gli attuali ricorrenti” confermando anche quel principio generale, ispirato alla tutela dell'affidamento, riguardante la sanatoria legale dei casi di ammissione con riserva a procedure di tipo idoneativo, desumibile dall'art. 4, comma 2 bis del D.L. n. 115 del 2005, convertito alla legge n. 168/2005 (e da altre svariate leggi similari) secondo il quale “Conseguono ad ogni effetto l'abilitazione professionale o il titolo per il quale concorrono i candidati, in possesso dei titoli per partecipare al concorso, che abbiano superato le prove d'esame scritte ed orali previste dal bando, anche se l'ammissione alle medesime o la ripetizione della valutazione da parte della commissione sia stata operata a seguito di provvedimenti giurisdizionali o di autotutela”. Il Tribunale Amministrativo, dunque, conferma in via definitiva, in favore dei nostri iscritti che avevano svolto servizio di insegnamento nelle “sezioni primavera”, che “a seguito dell’annullamento del D.M. n. 58/2013, che ne precludeva la partecipazione, l’abilitazione all’insegnamento, nelle more conseguita in virtù di ammissione con riserva, può dirsi acquisita dai ricorrenti “a pieno titolo”.
“Abbiamo sin da subito censurato le tante illegittimità poste in essere dal Miur nei provvedimenti che stabilivano i criteri di accesso ai PAS – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - e abbiamo sempre dimostrato in tribunale di avere avuto ragione permettendo a tanti docenti, precari e di ruolo, di conseguire quell'abilitazione che ha permesso loro di consolidare la propria posizione e di migliorare la propria situazione lavorativa e professionale; non possiamo che esserne soddisfatti”.
Attese, nelle prossime settimane, altre sentenze per il consolidamento della posizione dei tanti docenti, tra cui i docenti di ruolo, che hanno aderito ai ricorsi Anief e hanno, in virtù del favorevole pronunciamento cautelare ormai ottenuto per l'accesso ai PAS, già conseguito l'abilitazione all'insegnamento.
L'Anief, unico sindacato che da sempre si schiera a tutela dei diritti di tutti i lavoratori della scuola, ha nuovamente dimostrato in tribunale la validità delle proprie ragioni riuscendo a evidenziare, ancora una volta, quanto illegittime fossero state le disposizioni poste in essere dal Miur per selezionare i docenti che avevano diritto all'accesso ai Percorsi Abilitanti Speciali.