17 anni fa, quasi 300 esperti sono stati individuati per esprimere i pareri sulla sola riforma del riordino dei cicli scolastici, peraltro mai attuata, a differenza del muro alzato dal Governo Renzi sulla sua 'Buona scuola' che, approvata, ha portato 600mila docenti e Ata a scioperare. Il prossimo ministro dell’Istruzione sarebbe bene che venisse dal mondo della scuola: ci sarà pure su un milione di educatori ancora uno in grado di ascoltare, suggerire, studiare, programmare una scuola giusta, equa e solidale, per affrontare proprio quelle sfide di un mondo globale che l’ex ministro aveva individuato nel suo Programma quinquennale di progressiva attuazione della legge 30/2000.
Queste le parole del professore Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, frutto di una riflessione profonda sulla situazione attuale e le speranze future.
Non meraviglia, e ci conforta, il numero delle adesioni alla giornata che il Miur dedica al ricordo di Tullio De Mauro (morto lo scorso 5 gennaio) pervenute da molte parti d’Italia e dall’estero; a supporto dell’iniziativa sono schierate: Rai Radio3, la casa editrice Laterza, associazioni culturali, atenei e le scuole, per tempo coinvolte con circolare ministeriale, sollecitate a riflettere sul valore dell’attività civile e della ricerca del prestigioso linguista.
L’angolatura dalla quale l’ANIEF partecipa, con questa nota, alla giornata di rievocazione di De Mauro guarda alla sua azione (aprile 2000 - giugno 2001) come ministro della pubblica istruzione. La sua gestione – tutta in continuità, nel bene e nel male, con la precedente, di Luigi Berlinguer – fu fiaccata dalle lacerazioni interne alla maggioranza che supportava il secondo governo Amato; sorte analoga aveva avuto il predecessore.
La mission affidata a De Mauro era di portare a compimento l’iter parlamentare della legge di riordino dei cicli scolastici, e il Ministro tentò di tutto circondandosi (D.M.15 giugno 2000) di eminenti studiosi e intellettuali - in prevalenza, pedagogisti, docimologi, docenti - : 278 esperti, nominati ai sensi dell’art.6 della Legge 30/2000, e suddivisi tra 13 sottocommissioni (ognuna ha redatto un documento conclusivo).
A conclusione dei lavori della Commissione, nel novembre 2000, il ministro Tullio De Mauro presentò al Parlamento il Programma quinquennale di progressiva attuazione della legge 30/2000. Tra i pregi del Programma quinquennale – in questa circostanza vogliamo parlare soltanto dei pregi –, v’era la visione prospettica generale, per altro ampiamente esposta nei libri bianchi di Delors e della Cresson: “Il corpus delle conoscenze cresce e si modifica con ritmo incalzante, mentre i fenomeni sociali ed economici sono caratterizzati da una variabilità sino a oggi sconosciuta. Inoltre, lo straordinario sviluppo tecnologico segna ormai le condizioni della vita nei suoi molteplici aspetti individuali e collettivi. Nella società del Duemila, i beni avranno sempre di più i caratteri della cultura e dell’informazione e proprio tali beni costituiranno un momento rilevante della complessiva attività civile di ogni paese”.
Numerose pagine il Programma quinquennale ha dedicato all’insegnamento delle lingue (italiana e straniere) e all’adeguamento e potenziamento delle strutture informatiche per la didattica. In tema di saperi fondamentali dei cicli di formazione secondaria, il documento “Scuola secondaria, specifiche finalità e obiettivi”, del Sottogruppo 7c, ha recepito parte delle indicazioni (alleggerire i contenuti disciplinari privilegiando i nuclei portanti, i concetti organizzatori e le relazioni con altre discipline dello stesso ambito) maturate dai pedagogisti nei due lustri precedenti.
Il Programma quinquennale fu approvato nel dicembre (risoluzioni della Camera n.6.00155, e del Senato n.6.00057) ma il riordino dei cicli finì come una bolla di sapone a dimostrazione del fatto che le sorti dei provvedimenti di politica scolastica sono da sempre ostaggio degli equilibri politici generali (e lo sono anche le nomine dei ministri dell’istruzione). Non pochi dei consulenti che hanno fatto parte della Commissione De Mauro sono stati chiamati (D.M. 18. 07. 2001), dalla Moratti, a far parte del Grl Bertagna, a dimostrazione del fatto che c’era del buono in entrambe.
Sono trascorsi più di 15 anni dalla fine della gestione del prestigioso De Mauro, e la Scuola è cambiata molto in peggio, anche e non ultimo, per effetto della sequenza di ministri, ignari del mondo della Scuola: imprenditrice la Moratti, medico e politico di lungo corso Fioroni, avvocato la Gelmini, rettori universitari Profumo, la Carrozza e la Giannini, sindacalista del ramo tessile la Fedeli, tutti inopinatamente designati al ministero di Viale Trastevere, come se tra un milione circa di persone che lavorano nelle scuole nessuno sia in grado di dirigere la politica scolastica.