Aveva ragione l'Anief a denunciare l'abuso commesso da parte del Ministero dell'Istruzione a danno dei supplenti della scuola con cui l'amministrazione stipula illecitamente ogni anno contratti a termine con scadenza al 30 giugno anche se il posto risulta vacante. Privandoli, quindi, delle mensilità di luglio e agosto. Il Tribunale del Lavoro di Catania, a seguito di due ricorsi patrocinati dagli avvocati del sindacato, constata l'abusiva apposizione del termine da parte del Miur e lo condanna a corrispondere a due docenti precarie il corrispettivo di mensilità estive di ogni anno scolastico (negate per cinque anni) e le progressioni di carriera mai computate. Alla luce di questa sentenza, Anief invita tutti i precari a controllare la correttezza della scadenza del proprio contratto.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): è una lunga battaglia quella che abbiamo condotto per il rispetto della normativa e del regolamento delle supplenze, e da anni stiamo denunciando l'illegittimità dell'operato del Miur nell'attribuzione degli incarichi a tempo determinato: quando la cattedra è vacante deve essere utilizzata per le immissioni in ruolo, ma se il posto è restituito per l'attribuzione di incarichi annuali, il contratto deve necessariamente terminare al 31 agosto e non prima.
È ancora possibile aderire ai ricorsi per ottenere l'estensione dei contratti stipulati su posto vacante.
Allo Stato può costare molto caro assumere dei precari limitando la temporalità del contratto e conferendo loro degli stipendi che non tengono conto dell’anzianità di servizio svolta. Il Tribunale del Lavoro di Catania, su due ricorsi patrocinati dagli avvocati Anief, constata l'abusiva apposizione del termine da parte del Miur e lo condanna a corrispondere a due docenti precarie il corrispettivo delle mensilità di luglio e agosto di ogni anno scolastico e le progressioni di carriera mai computate. I posti ricoperti dalle supplenti erano, infatti, vacanti e disponibili, quindi illegittimamente stipulati con scadenza al 30 giugno. E questo “errore” è stato perpetrato per ben cinque anni.
A una docente il giudice ha assegnato 13.222 euro per non averle esteso il contratto a tempo determinato anche nei mesi di luglio e agosto, più altri 5.802 euro per gli aumenti automatici stipendiali negati. Alla seconda insegnante il tribunale del lavoro ha detto che lo Stato dovrà farle percepire, sempre come indennizzo, 7.420 euro per la mancata stipula dei contratti nei mesi estivi e 2.609 euro per il conferimento degli scatti di anzianità.
Nelle due sentenze è stato rilevato che “alla copertura delle cattedre e dei posti di insegnamento che risultino effettivamente vacanti e disponibili entro la data del 31 dicembre e che rimangano prevedibilmente tali per l'intero anno scolastico, qualora non sia possibile provvedere con il personale docente di ruolo [...] si provvede mediante il conferimento di supplenze annuali”. Dall’esame della norma e della documentazione prodotta in atti, il Giudice del Lavoro ha quindi dato piena ragione alle tesi sostenute dai legali Anief e ha rilevato come “emerge che essa collega la differente durata della supplenza esclusivamente alla vacanza o meno del posto disponibile”, risultando incontestato anche da parte dell'Amministrazione “che le supplenze conferite alla ricorrente fossero finalizzate a coprire un posto vacante e disponibile”.
“È una lunga battaglia quella che abbiamo condotto per il rispetto della normativa e del regolamento delle supplenze – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - e da anni stiamo denunciando l'illegittimità dell'operato del Miur nell'attribuzione degli incarichi a tempo determinato: quando la cattedra è vacante deve essere utilizzata per le immissioni in ruolo, ma se il posto è restituito per l'attribuzione di incarichi annuali, il contratto deve necessariamente terminare al 31 agosto e non prima”.
L'Anief, alla luce di questa sentenza, ricorda ai tanti docenti che, ancora oggi, sono costretti alla stipula di contratti di lavoro a tempo determinato di effettuare i dovuti controlli per accertarsi della correttezza dell'apposizione del termine, utilizzando le apposite istanze di accesso agli atti elaborati dai nostri legali. Invita dunque tutti i precari ad appurare l'esattezza della scadenza: coloro che vogliano far verificare al sindacato se il contratto è stato illegittimamente stipulato al 30 giugno e ottenere il giusto risarcimento e l'estensione dei contratti possono farlo cliccando qui.
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