Rispetto a quanto ci hanno detto per mesi le ministre Giannini e Fedeli, dal titolare del Dicastero di Via XX Settembre, Pier Carlo Padoan, arriva ben altra versione: le stabilizzazioni nella prossima estate saranno ridotte a 4.600. Il calcolo deriva dalla divisione dei 140 milioni di euro concessi per l’anno in corso per 30mila euro di spesa da considerare per ogni neo-assunto (comprendente stipendi, tredicesima, arretrati e oneri vari, ricostruzione di carriera e i 500 euro per l’aggiornamento professionale). Attraverso altri 260 milioni stanziati per il 2018, si arriverà alla miseria di 13.300 cattedre spostate in organico di diritto in un biennio: un vero fallimento, se si pensa che solo nell’anno in corso ne erano state annunciate 25mila.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): c’è una distanza siderale rispetto alle necessità di assorbimento del personale precario. Alla fine del braccio di ferro Mef-Miur ci ritroveremo ad assistere alla trasformazione in organico di diritto di meno del 20 per cento dell’attuale organico di fatto. È sempre più evidente che, di questo passo, la supplentite non potrà che essere confermata e perpetrata nel tempo. Ma anche la ‘ricorsite’. Perché, nel frattempo, sono sempre più i docenti che decidono di non subire determinate decisioni, lesive dei loro diritti. E sono sempre di più i tribunali che gli danno ragione.
Anief ricorda che sono ancora aperti i ricorsi per essere stabilizzati, per vedersi assegnati gli scatti di anzianità del personale di ruolo, anche durante il periodo di precariato, per il riconoscimento delle mensilità di luglio e agosto in tutti quei casi in cui ai docenti si assegna una supplenza annuale fino al 30 giugno dell’anno successivo, anziché sino al 31 agosto, pur in presenza di posti privi di titolare.
Il Ministero dell’Economia sta valutando con il bilancino la richiesta del Miur di assumere 25mila docenti precari, a seguito dello spostamento in organico di diritto di altrettanti posti oggi in organico di fatto. La frenata è arrivata dal Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, durante il question time alla Camera sulla stabilizzazione del personale del comparto scuola assunto con contratti a termine, anche alla luce di un recente pronunciamento della Corte di Cassazione: il Ministro, riassume Tuttoscuola, ha spiegato che “i tecnici del Miur stanno lavorando con i tecnici del Mef per giungere a una corretta definizione del contingente” da stabilizzare “tenendo in considerazione tutti i parametri e gli elementi di valutazione a disposizione”.
Questi parametri, ha continuato Padoan, fanno riferimento alla “spesa annuale di personale, delle progressioni economiche di carriera, degli arretrati e delle ricostruzioni di carriera. Nonché gli oneri connessi all’attribuzione della carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione dei docenti di ruolo, dell’importo nominale di 500 euro annui per ciascun posto”. “L’individuazione dovrà essere coerente con i principi contabili generali relativi all’individuazione della copertura finanziaria degli oneri”, ha concluso il titolare del Mef.
Secondo il sindacato, le parole di Padoan sono eloquenti: rispetto a quanto ci hanno detto per mesi le ministre Giannini e Fedeli, le stabilizzazioni della prossima estate saranno appena 4.600. Il calcolo deriva dalla divisione dei 140 milioni di euro concessi per il 2017 per 30mila euro di spesa annua da considerare per ogni neo-assunto (comprendente stipendi, tredicesima, arretrati e oneri vari, ricostruzioni di carriera e anche i 500 euro per l’aggiornamento professionale che dovrebbe rimanere in vigore almeno fino al prossimo anno scolastico). Nel 2018, sono previste altre 8.600 cattedre spostate in organico di diritto, attraverso l’utilizzo dei 260 milioni di euro rimanenti dei 400 milioni complessivi messi a disposizione dalla Legge di Stabilità 2017. In due anni, pertanto, si arriverà a sole 13.300 stabilizzazioni: un vero fallimento, se si pensa che solo nell’anno in corso ne erano state annunciate 25mila, oltre al turn over, di cui circa 5mila solo per il bistrattato sostegno.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, “c’è una distanza siderale rispetto alle necessità di assorbimento del personale precario. Al termine del braccio di ferro tra Mef e Miur, ci ritroveremo ad assistere alla trasformazione in organico di diritto di meno del 20 per cento dell’attuale organico di fatto. È sempre più evidente che, di questo passo, la supplentite non potrà che essere confermata e perpetrata nel tempo. Ma anche la ‘ricorsite’. Perché, nel frattempo, sono sempre più i docenti che decidono di non subire determinate decisioni, lesive dei loro diritti. E sono sempre di più i tribunali che gli danno ragione”.
Anief ricorda che sono ancora aperti i ricorsi per essere stabilizzati (coloro che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio), per vedersi assegnati gli scatti di anzianità del personale di ruolo, anche durante il periodo di precariato (come confermato dalla Cassazione nel 2015 e ribadito dalla stessa Corte pochi giorni fa), per il riconoscimento delle mensilità di luglio e agosto in tutti quei casi (purtroppo tanti) in cui ai docenti si assegna una supplenza annuale fino al 30 giugno dell’anno successivo, anziché sino al 31 agosto, pur in presenza di posti a tutti gli effetti vacanti e privi di titolare. Sempre più tribunali, del resto, continuano a dare ragione alla linea del sindacato: solo la scorsa settimana, sono stati assegnati 350mila euro di risarcimenti e indennizzi, a seguito di ben 44 sentenze favorevoli.
Per approfondimenti:
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