L’Ufficio Studi Anief è andato a verificare lo stato delle circa 100 Graduatorie a Esaurimento sparse per l’Italia: il risultato è che risulta una pia illusione quella di pensare di cancellarle in un quinquennio, come sostiene il Miur. La situazione più complessa, a oggi priva di sbocchi, è quella che riguarda i docenti degli alunni fino a 6 anni, che assieme ai colleghi della primaria non potranno nemmeno fruire della fase transitoria prevista della legge delega sul nuovo reclutamento. Il caso di Roma è clamoroso: nelle GaE permangono 6.104 maestri della scuola materna. Mentre i posti liberi, da destinare anche alla mobilità, sono poche centinaia. Così lo scorso anno sono stati immessi in ruolo appena 97 precari da GaE. A questo ritmo, serviranno oltre 50 anni per pensare di svuotare le graduatorie della provincia capitolina. Una situazione di sbarramento si verifica anche alle superiori, dove sono bloccati da decenni migliaia di docenti precari abilitati in classi di concorso caratterizzate dalla perenne penuria di posti liberi. Come le ex A017 e A019, riconducibili alle discipline economiche e giuridiche. Oppure della ex A029, educazione fisica, della ex A039, geografia.
A Milano quest’anno nella A046, ex A019 (discipline giuridiche ed economiche) c’erano la bellezza di 32 soprannumerari; per Filosofia (ex A037, ora A019) e Trattamento Testi (ex A075, oggi A066) rispettivamente 17 e 15 prof di ruolo; sempre nel capoluogo meneghino ci sono poi diverse decine di soprannumerari tra gli Itp. Sulle discipline giuridiche-economiche la situazione è pesante anche a Torino e a Bari, dove vi sono 19 prof oltre le disponibilità, a Verona e Vicenza (15) Firenze (13), Cagliari e Agrigento (10). Non va meglio nelle province più piccole, come Campobasso, dove nella A019 ci sono 12 docenti di ruolo senza posto.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): per superare questa soluzione di stallo la soluzione è quella che abbiamo indicato da tempo, ovvero tramutare in organico di diritto le 100mila cattedre annuali, assumere su tutti i posti vacanti, potenziare i posti in organico di diritto nelle aree dove gli alunni sono a rischio abbandono scolastico, anticipare di 12 mesi l’inizio della scuola primaria. Altrimenti la fase transitoria non porterà di certo a esaurire le GaE, ma i precari. I quali, nel frattempo, invecchieranno senza aver acquisito quell’immissione in ruolo che sarebbe dovuta scattare in automatico subito dopo il conseguimento dei 36 mesi di supplenze anche non continuative, come ci dice da tempo l’UE. E anche i nostri tribunali, che sanzionano sempre più spesso uno Stato che sfrutta sine die il suo personale a tempo determinato.
Anief ricorda che è ancora possibile effettuare la preadesione al ricorso per l’inserimento immediato nelle GaE, a seconda della propria posizione da tutelare, collegandosi on line sul portale Anief. Per ulteriori informazioni sui ricorsi Anief e agire in tribunale per ottenere le medesime progressioni stipendiali dei lavoratori a tempo indeterminato, il risarcimento del danno per illecita reiterazione di contratti a termine e l’eventuale stabilizzazione, cliccare qui.
È una pia illusione quella di pensare di cancellare le Graduatorie a esaurimento dei docenti precari della scuola pubblica con modalità naturale e in pochi anni. Ci sono centinaia di liste d’attesa, dove il numero dei supplenti abilitati all’insegnamento è in gran quantità maggiore rispetto ai posti a disposizione. E poiché l’immissione in ruolo scatta solo in presenza di cattedre vacanti e disponibili, decine di migliaia delle quali il Governo si ostina a tenere “nascoste” mantenendole nell’organico di fatto, è inevitabile che a queste condizioni occorreranno decenni prima di pensare allo svuotamento delle cosiddette GaE.
La situazione più complessa, a oggi priva di sbocchi, è quella che riguarda i docenti della scuola dell’infanzia, nel 99% dei casi donne. A loro, infatti, è stato prima negata l’assunzione con le fasi B e C del piano straordinario della Buona Scuola, rimanendo quindi esclusi dal potenziamento. E ora, assieme ai colleghi della scuola primaria, anche dalla fase transitoria, prevista solo per i docenti della scuola secondaria. Eppure, la loro situazione avrebbe necessitato di provvedimenti decisamente incisivi. Se non radicali.
I numeri, in questi casi, parlano da soli: solo a Roma, sono ancora presenti nelle GaE qualcosa come 6.104 maestri della scuola dell’infanzia (non a caso è la categoria che da sola copre oltre la metà dei circa 40mila docenti rimasti nelle graduatorie degli abilitati anche dopo la Buona scuola). Il problema è che a Roma i posti liberi nella scuola dell’infanzia statale sono qualche centinaio, la maggior parte dei quali, come per tutte le classi di concorso, sono destinati alla mobilità. Il risultato è che nell’anno scolastico in corso sono stati immessi in ruolo, sempre nella capitale, appena 97 precari da GaE e altrettanti da Graduatoria di merito. A questo ritmo, serviranno oltre 50 anni per pensare di svuotare le Graduatorie a esaurimento della provincia romana. Altro che 2022, indicato dal Miur, e non solo, come anno limite per lo svuotamento delle GaE.
Una situazione di sbarramento, senza possibilità di stabilizzazione, riguarda anche altri insegnamenti. Come alle superiori, dove permangono bloccati da anni, se non da decenni, migliaia di docenti precari abilitati in classi di concorso caratterizzate dalla perenne penuria di posti liberi. Come le ex A017 e A019, rispettivamente riconducibili alle discipline economiche e giuridiche. Oppure della ex A029, educazione fisica, della ex A039, geografia. Tutte classi di concorso accumunate, in tantissime province italiane, dallo stesso destino: la presenza nelle GaE di un numero interminabile di abilitati, a cui corrisponde una quota risibile di posti destinati alle assunzioni a tempo indeterminato. Non va meglio nemmeno a coloro che hanno vinto il concorso a cattedra o sono risultati idonei: in Sicilia, a esempio, il concorso pubblicato nel febbraio 2016 ha messo a bando 29 posti, ma a oggi è tutto fermo, perché nel frattempo le cattedre si sono tutte inspiegabilmente riempite (perché non sono state messe da parte?), tanto che ci sono pure ben quattro soprannumerari di ruolo.
Quella dei docenti di ruolo privi di titolarità è una circostanza tutt’altro che marginale, tanto è vero che in alcune province ci sono delle classi di concorso con nessuna speranza di far stabilizzare i vincitori di concorso, né di assumere tramite GaE. Ecco qualche esempio: a Milano quest’anno nella A046, ex A019 (discipline giuridiche ed economiche) c’erano la bellezza di 32 soprannumerari; per Filosofia (ex A037, ora A019) e Trattamento Testi (ex A075, oggi A066) rispettivamente 17 e 15 prof di ruolo senza cattedra; sempre nel capoluogo meneghino ci sono poi diverse decine di soprannumerari tra gli insegnanti tecnico-pratici. Sulle discipline giuridiche ed economiche la situazione è di vera emergenza anche a Torino e a Bari, dove vi sono 19 prof oltre le disponibilità, a Verona e Vicenza (15 soprannumerari) Firenze (13), Cagliari e Agrigento (10). Non va meglio nelle province più piccole, come Campobasso, dove nella A019 ci sono 12 docenti di ruolo senza posto.
La situazione, tra l’altro, nell’ultimo biennio si è aggravata. Sia per le sempre più sfacciate operazioni di confluenza delle discipline, con il personale di ruolo anche di altre classi di concorso e non abilitati che vanno ad assorbire i già pochi posti vacanti, che a seguito della crescente destinazione delle cattedre libere al personale coinvolto nella mobilità, in particolare ai soprannumerari e a coloro che sono stati destinati erroneamente, dall’algoritmo, a centinaia di chilometri da casa.
“Pensare di svuotare le Graduatorie a esaurimento a queste condizioni rappresenta un insulto all’intelligenza – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal –. Perché sarebbe come dire di voler far passare un elefante dentro una penna stilografica. Ciò che occorre fare, piuttosto, è realizzare il progetto presentato da tempo dal nostro sindacato proprio su questa problematica: tramutare in organico di diritto quasi tutte le 100mila cattedre annuali, assumere su tutti i posti vacanti, potenziare i posti in organico di diritto in tutte quelle aree dove gli alunni sono maggiormente a rischio abbandono scolastico, anticipare di 12 mesi l’inizio della scuola primaria, creando un anno ‘ponte’ con la scuola dell’infanzia”.
“Continuare a dire che Buona Scuola e rispettive leggi delega porteranno cancellazione delle supplenze è un’operazione impossibile, almeno a queste condizioni: altrimenti, la fase transitoria non porterà di certo a esaurire le GaE, ma i precari. I quali, nel frattempo, invecchieranno senza aver acquisito quell’immissione in ruolo che sarebbe dovuta scattare in automatico subito dopo il conseguimento dei 36 mesi di supplenze anche non continuative, come ci dice da tempo l’Unione Europea. E anche i nostri tribunali, che sanzionano sempre più spesso uno Stato che sfrutta sine die il suo personale a tempo determinato”, conclude il presidente Marcello Pacifico.
Anief ricorda che è ancora possibile effettuare la preadesione al ricorso per l’inserimento immediato nelle GaE, a seconda della propria posizione da tutelare, collegandosi on line sul portale Anief. Per ulteriori informazioni sui ricorsi Anief e agire in tribunale per ottenere le medesime progressioni stipendiali dei lavoratori a tempo indeterminato, il risarcimento del danno per illecita reiterazione di contratti a termine e l’eventuale stabilizzazione, cliccare qui.
Per approfondimenti:
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